Maremma, il luogo magico del Morellino di Scansano.

La Maremma (il cui nome proviene da Maretima, cioè vicino al mare) è un’area piuttosto vasta che comprende la costa della Toscana e l’alto Lazio. Scorrendo da nord a sud, si va dalla provincia di Pisa e Livorno (Alta Maremma), attraversando una parte centrale e principale in provincia di Grosseto (chiamata Maremma Grossetana o semplicemente Maremma, dove si trova anche Scansano), per terminare infine con la Maremma Laziale, a nord di Civitavecchia. Sino agli anni Cinquanta, prima che venisse completata la bonifica dei terreni, era, con le sue paludi vicino al mare, considerata una terra di povertà ed emigrazione. Oggi invece la Maremma è un luogo affascinante per lo più  risparmiato dalla vasta urbanizzazione, con una campagna ancora incontaminata. Ci sono molti bei posti e motivi per visitare questa zona: dalla natura all’architettura, dall’archeologia alla gastronomia, dai butteri (i cowboy locali) al vino, la Maremma è una terra piena di segreti ben custoditi pronti per essere svelati a chi ha la curiosità di visitarli.

Guido a sud verso Scansano con i finestrini abbassati, l’aria primaverile è perfetta, tersa e carica di profumi. Ho avuto la netta  sensazione che il tempo si dilatasse. Un panorama tranquillo, l’alternarsi dolce delle colline che fa il pari con i campi di grano, i vigneti e gli oliveti. 

(photo courtesy Cantina Vignaioli Morellino di Scansano).

Scansano è un borgo dell’entroterra collinare maremmano, situato tra la costa e le pendici del Monte Amiata, in un punto aperto da cui è possibile godere di splendidi e vasti panorami. Il suo territorio è stato abitato sin dall’antichità, prima dagli etruschi e poi dai romani, come testimoniato dal sito archeologico di Ghiaccioforte.
In seguito la zona fu dominata dagli Aldobrandeschi, che vi costruirono un castello poi divenuto un convento. Passato sotto i conti di Santa Fiora nel XVI secolo, Scansano crebbe assumendo l’assetto urbanistico che ha ancora oggi. Successivamente il paese conobbe una fase di ulteriore sviluppo sotto i Granduca di Lorena, che istituirono la cosiddetta estatatura. Durante il periodo estivo gli uffici pubblici di Grosseto venivano trasferiti qui, ma per numerose famiglie divenne una migrazione definitiva. Un tempo reputata quasi una punizione, oggi a distanza di più di un secolo, la si celebra con fiumi di vino, il famoso Morellino di Scansano.

Proprio a conclusione di questo tour panoramico quasi onirico ho avuto la possibilità di far visita alla cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano. Una cooperativa fondata nel 1972, quando un piccolo gruppo di produttori di Scansano decise di unire le forze per produrre assieme il vino. Il gruppo è cresciuto rapidamente e negli anni Ottanta venne presa una decisione importante: mentre altre cooperative decidevano di concentrarsi sulla quantità, loro scelsero una strada meno facile, quella della qualità con ingenti investimenti sostenuti dai soci e notevoli sforzi in vigna. 

Mi accoglie il direttore Sergio Bucci per un tour in azienda, raccontandomi un po’ della storia, tanto del loro presente e del loro futuro. Alla guida resiste, e meritevolmente, Benedetto Grechi, che da 30 anni a oggi garantisce una continuità nella missione di questa cantina. Si contano circa 700 ettari di vigneto che si estendono principalmente nella zona intorno a Scansano, Magliano in Toscana e Pitigliano, suddivisi per un totale di circa 170 soci. Nel corso degli anni si sono rafforzati sul mercato toscano, prima di tutto, e su scala nazionale poi, in particolare per quanto riguarda la grande distribuzione. Oggi il dichiarato obiettivo è quello di continuare a puntare sulla qualità e in coerenza con questo, sviluppare una sempre crescente presenza nel canale Horeca, sia in Italia che all’estero. 

Insomma una struttura moderna per la quale, mi  spiega Sergio, tutti gli interventi apportati sono volti al miglioramento produttivo, sia in termini qualitativi che di efficientamento energetico. Questa visione gli ha garantito l’adesione a importanti progetti come VIVA Sustainable Wine, la certificazione della Carbon Footprint e l’uso dell’Internet of Things per la minimizzazione dell’impatto ambientale.
Il giro termina nella zona dell’enoteca, dove mi vengono presentate le diverse tipologie dei vini, tre linee:

i Classici, che comprende i vini più rappresentativi del territorio, tra cui, ovviamente, il Morellino di Scansano, ma anche il Bianco di Pitigliano e il Ciliegiolo, vitigno autoctono tipico della zona;

Le Vigne, che include alcune selezioni particolari provenienti da un singolo vigneto, come il Vigna Fiorini o il Vignabenefizio.

E per finire, la linea Scantianum, che raggruppa alcuni vini prodotti in prevalenza da una singola varietà come Vermentino e alcune produzioni da vitigni internazionali come Chardonnay e Viognier. Ne ho assaggiato qualcuno:

Vermentino Toscana Igt 2023 (100% Vermentino) Un Vermentino entry level ma che dice la sua in termine di sapidità e spinta punk. Floreale e citrico, chiude l’assaggio con una nota iodata e minerale.

Viognier e Chardonnay”Le Vie del Mare” Maremma Toscana Doc 2022 (Viognier 85%, Chardonnay 5%) Fermentazione in acciaio inox per il Viognier e in barrique nuove, per circa 4 settimane, per lo Chardonnay e infine maturazione in acciaio per altri 3 mesi. Il Viognier in Maremma ha trovato un terroir ideale per esprimersi. Il vino è fresco con una buona acidità, a tratti opulento ma facile alla beva. La componente agrumata la si ritrova piacevolmente in bocca.

Morellino di Scansano “Roggiano” Biologico Docg 2022 (95% Sangiovese, 5% Ciliegiolo) Un classico Morellino di Scansano ottenuto da uve da vigne selezionate. Fresco, snello, gastronomico per una tavola imbandita di tutti i giorni.

Ciliegiolo “Capoccia” Maremma Toscana Doc 2023 (Ciliegiolo 85%, Alicante 15%) Un vino succoso, rapido e speziato dal giusto grip all’assaggio. Un rapporto qualità prezzo impressionante.

Vin del Fattore Governo all’Uso Toscano Sangiovese Maremma Toscana Doc 2022 (95% Sangiovese, 5% Ciliegiolo) vino creato con due masse differenti: quella del Sangiovese vinificata in maniera classica, la seconda ottenuta dalle uve Ciliegiolo appassite per 4 settimane. Successivamente vengono unite e fatte maturare in acciaio per tre mesi. Un vino elegante, dai tannini vellutati e armonici e dalla piacevole balsamicità.

Morellino di Scansano Roggiano Riserva Docg 2020 (95% Sangiovese, 5% Merlot) dopo la fermentazione matura in barrique di rovere francese da 225 l (20% di primo passaggio, 80% di secondo e terzo) per 12 mesi, a seguire un breve passaggio in acciaio e infine 10 mesi di bottiglia. Elegante e fine, dalla beva snella e sapida.

“Pe’ Sfizio” passito Nato per caso da una “dimenticanza” (100% uve Sangiovese) Un vino che chiude perfettamente una cena o un pranzo, ma che, personalmente abbinerei volentieri a dei blue cheese. Profondo, mai stucchevole, conserva l’autenticità del vitigno e si esalta con dei tannini setosi e profondi. Lo si trova solo nell’enoteca o nel sito della cantina. (www.vignaiolidiscansano.it)

Se vi trovaste a passare per Scansano non mancate di far visita alla cantina e per concludere, consiglio l’agriturismo “La Poderina” cucina maremmana tipica. Ottimo cibo servito col sorriso e manco a dirlo con i vini della Cantina. (www.agriturismolapoderina.it)