Costières de Nîmes: una DOC della Valle del Rodano che si affaccia sul mare.

Degustazione al Chateau Beaubois

Di Francesco Piccat.

I vini della Valle del Rodano seguono il suo corso e si dividono in due macro aree: Nord e Sud. Concentrandoci nella sua parte meridionale, troviamo delle denominazioni, in gergo locale cru, molto famose (e sempre più care), come Châteauneuf-du-Pape, Gigondas, Vacqueyras, Beaumes de Venise, Cairanne, Rasteau e il grande Tavel per i rosé. Se però ci spingiamo ancora più a sud di Avignone e giriamo a destra troviamo un’altra DOC meno conosciuta ma estremamente interessante sotto diversi punti di vista: le Costières de Nîmes.

La prima città che incontriamo è Saint Gilles, famosa sia per la sua Abbazia posta come tappa obbligata del cammino di Santiago, sia per aver prestato il suo nome al vitigno Mourvedre (Mataro o Monastrell in spagnolo), qui conosciuto come plant de Saint Gilles. Da qui, la piccola pianura formata dal Rodano declina in basse colline verso nord e verso ovest. Ed è proprio su queste colline dove si concentrano le costières, di cui abbiamo visitato il Chateau Beaubois. L’entrata è quella delle grandi tenute meridionali, con ampio portale in mattoni e lungo viale alberato con file ordinate di ulivi e vigne.
Ci accoglie alle 9 di mattina di un 16 agosto, e ne siamo ancora grati, Lisa Vaquette, che ci ricorda subito la storia del luogo. Pare che la tenuta sorga nei pressi di un antico monastero i cui monaci hanno piantato sia gli ulivi sia la vite. Camminando nei vigneti capiamo bene perché questa denominazione è inserita nella valle del Rodano e non nella Linguadoca, che sarebbe la sua regione di appartenenza

Nella foto, Lisa Vaquette, dello Chateau Beaubois

La chiave sta nel suolo: i galets roulets, ovvero i ciottoli arrotondati, sono proprio quelli di Châteauneuf-du-Pape. Li portò qui il Rodano (o la Durance), che distano oggi a pochi chilometri dalla tenuta, e che consentono una maturazione prolungata degli acini per il loro rilascio notturno di calore, accumulato durante il giorno.

Particolarità unica della parte più meridionale delle costières è la sua vicinanza al mare: dalla tenuta si vedono i due stagni d’acqua salata di Vauvert che annunciano un mare vicinissimo. Qui, l’aria iodata si posa sulla pruina e rende ai vini quel loro tratto distintivo di sapidità.

La degustazione comincia con una serie che la casa ha chiamato Expression, per la pronta beva e il frutto croccante che emana. Il rosso, servito leggermente fresco, è sorprendentemente goloso. Syrah, Grenache e Marselan regalano un naso di frutti neri e una bocca molto vivace. Il rosé, che al posto del Marselan ha il Cinsault, mescola il lampone alla pesca e la sapidità è il suo tocco di classe. Il bianco invece, Roussanne, Grenache blanc, Viogner e Vermentino è un condensato di agrumi iodati.

Si passa alla serie Elégance, serie meno immediata e più lavorata. Meno frutta è più complessità olfattiva, come nel caso del rosso: Syrah e Grenache che formano un’infusione di violetta e pepe, ma con il lato floreale ben predominante. Presente anche il rosé con un’aggiunta di Cinsault e il bianco, Viogner e Roussanne che regalano emozioni al bergamotto e al kumquat (aroma che ho scoperto e imparato proprio qui).

Alzando di molto l’asticella si passa a Confidence, vini fatti per cultori dell’arte golosa del Grenache del Rodano meridionale, in rosso e bianco. Il rosso è estremamente intenso, caffè e fragola ben matura. Il tutto senza legno, riesce ad esprimere una complessità da lasciare increduli. Il bianco è ingannatore: al naso sembra intenso, alla borgognona con yogurt e burro, ma in bocca è di una freschezza che ricorda il discorso del mare e della pruina iodata di prima.

Una serie a parte è quella del Denim, che è un omaggio ad un’idea diffusa nella zona. Si narra che la tela dei jeans Denim sia un’anglicizzazione di de Nîmes, che indicherebbe una chiara provenienza locale del famoso pantalone. Il Denim by Beaubois presenta proprio un’etichetta in jeans denim e una composizione Syrah, Grenache, Cinsault.

Sempre solo in rosso è Harmonie, con l’iconico GSM: Grenache, Syrah, Mourvedre e 12 mesi di barrique. Questo vino potrebbe essere tranquillamente scambiato, alla cieca, con un grande Chateauneuf-du-Pape, data la sua intensità olfattiva e gustativa e la sua lunghissima persistenza. More, frutti neri e rossi, olive si fondono in tannini setosi. A soli venti euro, e non dagli ottanta in su come in altre più salate denominazioni.

Infine, la gamma considerata più alta dalla tenuta è Idole, in rosso e bianco. Il rosso, Syrah, Grenache, Mourvedre, Marselan e Cinsault sembra quasi un Banyuls tanto è balsamico e “cotto” al naso. Cacao, noce moscata, lamponi molto, molto maturi che si fondono al caffè.

Il bianco invece è un miele fatto di Roussane, Viogner, Grenache e Vermentino. Ma anche manco, pepe bianco e albicocca, che richiedono o un pesce molto intenso o anche un pollo in salsa di spugnole.

Un grande applauso a questa tenuta e, più in generale, alla DOC per presentare dei vini estremamente interessanti a prezzi ancora umani. E meno male che di qui Parker non è passato.