di Gianfranco Quartu
Enologhe, vignaiole, produttrici vinicole, docenti e chimiche, sono tante le donne del vino che hanno partecipato questa mattina di venerdì 25 ottobre al convegno “Le Donne del Cannonau”. Moderato dal giornalista de L’Unione Sarda Roberto Ripa e dalla scrittrice e speaker Claudia Rabellino Becce, l’evento ha dato il via alla prima delle due giornate del Cannonau Likeness International e si è tenuto presso Epulae, il Centro Studi Nazionale della Cultura Enogastronomica, a Poggio dei Pini.
Un dibattito che ha posto in primo piano le donne produttrici di Cannonau, un tema che esalta il ruolo femminile nel mondo vitivinicolo sardo e che offre una prospettiva inedita su tradizione e innovazione, sensibilità e creatività,
Giunto alla sua seconda edizione, il Cannonau Likeness International è un prestigioso evento ideato da Davide Gangi, fondatore di VinowayItalia S.R.L., e organizzato in collaborazione con Assoenologi Sardegna, nella figura del Presidente Mariano Murru e di Epulae Centro Studi Nazionale della Cultura Enogastronomica, nella figura del Presidente Nazionale Angelo Concas con il patrocinio di Sardegna Ricerche, che hanno aperto con i loro saluti la giornata di confronto.
Il mondo del vino tende sempre più a delinearsi al femminile, con differenze di genere che si riducono nel tempo. Donne sempre più espressione di competenze e professionalità e sempre più protagoniste ed appassionate.
Nonostante i gap restino, eventi come questo aiutano a superarlo.
In questo viaggio nel mondo del vino al femminile, con le domande dei due moderatori e con una degustazione mirata, si parte dalla Gallura con Marianna Mura, enologa dell’Azienda Fratelli Mura a Porto San Paolo. Dopo una corposa esperienza maturata in Friuli, rientra nella sua regione portando con se un bagaglio di conoscenze acquisite e maturate in cantina, con l’obiettivo di utilizzare queste competenze per trarne quanto di meglio e utile.
E così procede ad una riorganizzazione tecnologica, che segna anche il passaggio di consegne genitoriali dell’azienda di famiglia. Presenta il cannonau Cortes, prodotto nei territori dove il granito, il mare ed il vento della Gallura ne plasmano il carattere. Fresco, fruttato e leggermente tannico.
Rimanendo nel Nord Sardegna si passa a Bulzi, in provincia di Sassari, dove con l’enologa Naomi Deaddis nasce il cannonau Capo Sardo della Cantina Gianluigi Deaddis, ricco di minerali, con sentori di frutti rossi e ciliegia e con note balsamiche e speziate. Ma l’Azienda Deaddis si muove anche sul terreno della sostenibilità, con l’utilizzo della feccia e delle vinacce per la produzione di cosmetici in collaborazione con aziende farmaceutiche.
E’ la volta poi di Giuseppina Paola Parpinello, enologa e docente di viticoltura e enologia presso l’Università di Bologna, appartenente ad una generazione di viticoltori con l’Azienda Poderi Parpinello di Alghero. Proprio dalla sua professione di docente e dal suo confronto con i ragazzi, nasce la consapevolezza di una estrema difficoltà nel comunicare e spiegare ai giovani il mondo del vino. Un passo essenziale e una operazione indispensabile per far nascere la passione verso un mondo ancora lontano dai gusti delle nuove generazioni.
Presenta il cannonau San Costantino, un’interpretazione fresca per un vino giovane e fruttato, prodotto dalle vigne nelle vicinanza del lago di Baratz, fermentato in acciaio e affinato in bottiglia, con sentori di frutti maturi, speziato e dalle note balsamiche.
E poi a Sennori, con la produttrice e vignaiola Laura Fiori della Cantina Sorres, che muove dalla consapevolezza dell’importanza della tutela del territorio e del paesaggio, con l’obiettivo di far riconoscere al consumatore il valore di una produzione etica. Mantenere il suolo, assecondare la natura e intervenire in vigna il meno possibile. Con il risultato di sensibilizzare gli appassionati del vino con esperienze in vigna volte all’acquisizione di consapevolezza della qualità delle coltivazioni e delle produzioni.
Presenta il cannonau Pensamentu 2021, vino con una forte sapidità che contraddistingue i vini della Romangia, con la sua macchia mediterranea, una sintesi del territorio in cui nasce.
Si chiama invece Eminas il vino cannonau presentato da Emanuela Melis, produttrice e vignaiola della Cantina Eminas di Mamoiada nella Barbagia di Ollolai. Un vino che nasce da un esperimento familiare per una famiglia al femminile, contraddistinto in etichetta dalle impronte digitali delle tre sorelle produttrici. Frutti rossi, fragole e mirtilli che contraddistinguono la grande forza identitaria di questo vino.
L’enologa Emanuela Flore è invece l’unica non produttrice, della Cantina Bentu Luna di Neoneli nel Badrigadu. La sua è un’ottica che potremmo definire “esterna”, come quella di chi non è proprietario di vigna e che ha quindi quella libertà di non essere ancorato anche affettivamente ad un prodotto proprio. Una esperienza maturata all’esterno, uno sguardo dall’alto. E con la Cantina Bentu Luna presenta questo prodotto da uve cannonau cresciute tra il Barigadu e il Mandrolisai, vecchie vigne anche centenarie. Venticinque ettari al confine, un corridoio di venti vicino al Lago Omodeo. Il Cannonau Susu è figlio di una fermentazione spontanea, sviluppato in anfora e poi maturato in barrique. Note speziate, pepe e frutti maturi.
Con il Cannonau Fudora si presenta Carmina Lorrai produttrice e vignaiola dell’Azienda Pranu Tuvara dei F.lli Mulas a Cardedu in Ogliastra. Dopo un lungo periodo di conferimento delle uve, la famiglia decide di produrre qualcosa di proprio. Nasce il cannonau Fudora (era ora) a testimoniare il desiderio di vinificare, un vino che nasce nel pieno della Blu Zone, terra di centenari, in vigneti circondati da colline, un canale che porta la brezza marina e una importante escursione termica, dalla quale le uve traggono beneficio.
Poi è la volta di un uomo, Pietro Lilliu, in rappresentanza della moglie Roberta Porceddu della Cantina Lilliu di Ussaramanna. Una cantina che nasce da un incontro e che unendo le diverse competenze di moglie e marito crea il Cannonau Diciosu. Un progetto di vita che si è trasformato in un progetto imprenditoriale, una distinzione di compiti che ha prodotto i suoi frutti. Diciosu è un vino morbido, gentile, elegante, un cannonau tipico, classico, in purezza e che racchiude nel suo profumo le specifiche caratteristiche territoriali. Talmente versatile che risulta gradito anche, sottolinea Pietro Lilliu, in abbinamento a piatti di pesce.
A seguire è la volta dell’enologa Laura Vincis delle Cantine di Dolianova con i suoi 1200 ettari di vigneti, una delle superfici più vaste in Sardegna. Tutti soci di seconda e terza generazione che stanno ad indicare il forte spirito che permea questa azienda, lo spirito di prosecuzione della tradizione. Presenta Anzenas 2021, un cannonau rosso rubino dai vigneti della Sibiola, suoli calcarei, un vino strutturato, intenso e persistente, elegante e fine.
Infine, tra tante enologhe e produttrici, non poteva una chimica, Maria Barbara Pinna della Cantina Argiolas di Serdiana. Un’azienda pioniera nella sperimentazione e attenta alla sostenibilità. Compito del chimico è supportare l’enologo, approfondire la ricerca, aiutare a conoscere i vitigni perché ogni anno cambia l’informazione sul prodotto. Coniugare ricerca e lavoro pratico in tempi rapidi. La chimica aiuta a riconoscere la salubrità del prodotto, le sue caratteristiche chimiche e organolettiche. E’ un dialogo continuo, con l’enologo da un lato e con le esigenze dell’azienda dall’altro. E’ una figura che poche volte è presente all’interno delle aziende, la cui presenza sarebbe invece utile per incentivare un miglioramento continuo delle produzioni. L’azienda Argiolas è attenta anche al riutilizzo dei prodotti di scarto, nell’ambito di un concetto di economia ciclica, con un’attenzione attenta e continua al consumatore. Presenta il cannonau Arjola, con l’intento di creare un cannonau rosato dal gusto più giovane e fresco, stile provenzale. Un vino che nasce nel 2021 come vino certificato, leggero e di media struttura. Barbara Pinna riceverà il Premio per la ricerca nel settore vitivinicolo.
Ed alla fine di questa maratona, i saluti di Yves Zier co-fondatore e direttore del Concorso Internazionale Grenaches du Monde e Michel Blanc direttore del Consorzio Chateauneuf-du-Pape “Bellissime storie di vita, di donne che lavorano nel mondo del vino. Passione ed emozione che gratificano quando si raggiungono bei risultati, la soddisfazione ogni anno di creare qualcosa di nuovo”.
Gianfranco Quartu giornalista e food blogger. Si occupa di storie di cucina, di cibo, alimentazione e food photography. Su Instagram @Cucinieremoderno