IL PANE DI DONNA OLIMPIA Prorogata al 10 settembre 2022 la scadenza del Concorso Gastronomico nazionale a tema storico.

La Compagnia Teatrale Sammartinese “Danilo Morucci”, nell’ambito della programmazione degli eventi estivi presso il Palazzo Doria Pamphilj di San Martino al Cimino (VT), sotto l’egida di Regione Lazio – LAZIOcrea S.p.A., ha prorogato al 10 settembre 2022 la data di scadenza per la presentazione delle domande di partecipazione al Concorso gastronomico nazionale a tema storico: “Il pane di Donna Olimpia”. Si tratta di un concorso volto alla creazione di un pane ispirato a Olimpia Maidalchini Pamphilj*, una delle figure storiche più controverse e potenti del Seicento, vittima di una storiografia ostile per via del suo temperamento e delle ingenti risorse economiche spese nel costruire l’ascesa e la fortuna della famiglia maritale, culminata con l’elezione a pontefice del cognato Giovanni Battista con il nome di Innocenzo X.


La Compagnia Teatrale Sammartinese si è avvalsa, per l’ideazione e l’attuazione del concorso, della collaborazione della dottoressa Sandra Ianni, storica della gastronomia e saggista, al fine di mettere a punto il bando e successivamente individuare, tramite apposita commissione giudicatrice, il miglior pane ispirato alla figura di Donna Olimpia e realizzato con i soli ingredienti dell’epoca. Ovvero solo quelli diffusi nella prima metà del XVII secolo come indicato nel regolamento scaricabile, unitamente al modello di domanda di partecipazione, al seguente link: https://www.facebook.com/photo/?fbid=5198503013563832&set=pcb.5198516210229179 o richiedibile al seguente indirizzo: [email protected].


Il concorso si articola in due fasi: la prima riguarda l’invio della domanda di partecipazione, tramite posta elettronica e secondo il modello allegato al bando di concorso, entro e non oltre il 10 settembre 2022. La seconda fase consiste nell’invio da parte dei concorrenti, ritenuti idonei dall’ente organizzatore, di un campione del pane da sottoporre alla Commissione di Degustazione, che si esprimerà attraverso la scheda di valutazione, predisposta dall’Accademia Enogastronomica Internazionale Epulae (www.epulaenews.it). La Commissione costituita da professionisti appartenenti al mondo enogastronomico (cuochi, esperti di panificazione, giornalisti, docenti, blogger, ecc.…) ad insindacabile giudizio decreterà il 25 settembre p.v. la migliore realizzazione. Al vincitore andrà una targa di riconoscimento, il prototipo del logo e della brochure con i quali accompagnare la vendita del prodotto, che costituirà una sorta di souvenir, uno strumento di promozione del territorio e della sua storia. Come è noto il pane oltre a ricoprire un posto fondamentale nella tradizione mediterranea in quanto componente primario dell’alimentazione, al punto che il termine stesso può diventare sinonimo di “cibo” o di “nutrimento”, costituisce un alimento dalla profonda valenza simbolica e al tempo stesso testimonianza di un territorio che sin dal XIII secolo, con l’impianto dell’abbazia cistercense, costituì, tra l’altro, un polo agricolo di grande importanza.
L’idea del concorso è ispirata da Pasquino, famosa statua parlante di Roma dove si depositavano messaggi anonimi che si facevano beffa dei personaggi pubblici più importanti. Si trattava delle cosiddette “pasquinate”, dalle quali emergeva, non senza un certo spirito di sfida, il malumore popolare nei confronti del potere, l’avversione alla corruzione e all’arroganza dei suoi rappresentanti. Anche donna Olimpia non rimase indenne dalle pasquinate, tra le aspre critiche venne anche evidenziato il suo curioso costume, cioè quello di vendere la farina di fave al posto di quella, molto più preziosa, di grano. Così recita la pasquinata: “Nocque Innocenzo al popolo romano e la gloria sua fu assai scemata per aver posto il bel dominio in mano della vedova Olimpia sua cognata, che spesse volte diede la tratta al grano e la fava per gran fu macinata, e chi chiedeva la grazia aveva l’intento porgendo alla signora oro e argento.”

Donna Olimpia

  • Nata a Viterbo il 26 maggio 1591 da Sforza Maidalchini appaltatore che partecipa dell’amministrazione della Dogana dei pascoli. Olimpia trascorre l’infanzia presso il Convento di San Domenico di Viterbo sposa in prime nozze Paolo Nini per evitare di prendere i voti, perde il marito ed i figli a causa della peste. Nel 1612 sposa Pamphilio Pamphilj esponente di una famiglia di decaduta nobiltà a cui darà tre figli. Nel 1644 suo cognato Gian Battista sale al soglio pontificio con il nome di Innocenzo X e suo figlio Camillo verrà nominato Cardinal nepote. Nel 1645 Olimpia riceve il titolo di Principessa di San Martino ai Mont (odierno San Martino al Cimino) e feudataria di Montecalvello, Grotte Santo Stefano, Vallebona e delle terre appartenute al complesso monastico dell’Abbazia di San Martino. Complesso a cui dedicherà un grande impegno volto alla riedificazione del borgo ispirata dalla più avanzata innovazione urbanistica. Parteciperà alla cerimonia di apertura dell’anno Santo del 1649 in cui ebbe grande parte nell’organizzazione dell’evento. Con la morte del cognato e l’ascesa di Alessandro VII venne esiliata da Roma si rifugiò a San Martino dove mori di peste nel 1657. (Tratto da: Elisabetta Gnignera, Segnora Illustrissima. Stile e vesti delle clarae donne del Rinascimento e Barocco italiani, Intermedia Edizioni, Orvieto, 2021).