Nuovo Codice della Strada e la visione della presidente nazionale del Movimento Turismo del Vino.

Di Fulvio Falbo

L’enoturismo in Italia sta affrontando una fase di cambiamento significativo, specialmente dopo l’introduzione di nuove sanzioni da parte del Ministro Salvini riguardanti il consumo di alcol e la guida. Violante Gardini Cinelli Colombini, presidente nazionale del Movimento Turismo del Vino, ha evidenziato le sfide che il settore deve affrontare a causa dell’inasprimento delle nuove normative. Durante una recente riunione, i presidenti regionali del Movimento hanno sollevato preoccupazioni riguardo all’impatto che queste misure potrebbero avere sulle visite alle cantine, in particolare nelle aree meno conosciute. La mancanza di mezzi di trasporto alternativi alla propria auto rappresenta un problema cruciale che potrebbe mettere in crisi il turismo del vino. Gardini Cinelli Colombini ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra le cantine e le istituzioni locali per migliorare le infrastrutture di trasporto, aumentando il numero di taxi e servizi di auto con conducente disponibili nelle zone vinicole.

In questo contesto, è essenziale che le cantine propongano esperienze più ricche e diversificate, puntando su un turismo più lento e attento. Gardini ha suggerito agli enoturisti di pianificare le loro visite in modo da non sovraccaricare le degustazioni in un’unica giornata, ma piuttosto di distribuire le visite su più giorni. L’obiettivo è quello di promuovere un consumo responsabile del vino, incoraggiando i visitatori a “bere meno ma meglio” e a vivere “esperienze”. Recenti dati raccolti da un campione di 250 cantine associate al Movimento Turismo del Vino, analizzati dal Professor Antonello Maruotti dell’Università Lumsa di Roma, rivelano che molte aziende sono già pronte a offrire esperienze che vanno oltre la semplice visita e degustazione.

Secondo i risultati, nove cantine su dieci offrono cibi tipici insieme all’assaggio di vini. Un terzo delle cantine dispone anche di ristorazione e altrettante propongono pic-nic nelle vigne. Inoltre, quasi la metà delle cantine serve pasti a base di salumi e formaggi, mentre un terzo ha strutture ricettive per pernottare. Anche il 20% delle cantine offre aree sosta per camper e molte propongono attività sportive come trekking o passeggiate a cavallo, permettendo ai visitatori di impegnarsi in attività rigeneranti dopo una degustazione. Questa diversificazione delle attività è fondamentale per attrarre visitatori e compensare eventuali cali dovuti alle nuove normative sul consumo di alcol.

Il Ministero della Salute ha fornito indicazioni utili riguardo alla gestione dell’alcolemia dopo il consumo di alcolici. In generale, bastano due o tre ore per smaltire l’alcol di un bicchiere, riducendo questo tempo a uno o due ore se si è mangiato. Ciò evidenzia ulteriormente la necessità di un nuovo modello di accoglienza nelle cantine, dove si favorisca l’abbinamento tra cibo e vino e si propongano attività che permettano ai visitatori di godere appieno dell’esperienza enoturistica senza preoccuparsi delle conseguenze legali legate alla guida in stato d’ebbrezza.

Le cantine del Movimento Turismo del Vino stanno già preparando nuove proposte che saranno presentate durante l’evento Cantine Aperte a maggio, una manifestazione dedicata alla wine hospitality che metterà in luce le novità italiane nel settore enoturistico. Una strategia suggerita è quella di offrire sconti o omaggi ai guidatori che limitano gli assaggi o alle donne in gravidanza che devono rinunciare completamente al vino. Questo approccio non solo incoraggia la responsabilità nel consumo ma può anche contribuire a mantenere vivo l’interesse per le visite alle cantine.

È probabile che il calo delle visite alle cantine sarà più evidente nei distretti viticoli meno noti, quelli meno pubblicizzati dai tour operator tradizionali. Le escursioni con auto con conducente sono particolarmente apprezzate dai turisti americani ad alto reddito, ma attualmente si concentrano principalmente sulle destinazioni vinicole più famose. È fondamentale quindi lavorare sulla promozione delle aree meno conosciute per garantire una distribuzione più equa dei visitatori.

Infine, è importante notare che molti turisti non seguono le stesse pratiche degli assaggiatori professionisti; spesso non sputano il vino avanzato nel bicchiere, il che può portare a un consumo maggiore del previsto. Educare i visitatori su come gestire il proprio consumo durante le degustazioni potrebbe rivelarsi utile per rimanere nei limiti consentiti dalla legge senza compromettere l’esperienza enoturistica complessiva.