NEWS Redazione ANSA
Oristano 29 marzo 2021
Vernaccia, i 50 anni della prima Doc sarda.
L’Ecomuseo si fa portavoce del suo rilancio.
di Maria Grazia Marilotti
La prima Doc sarda compie 50 anni. E’ la Vernaccia di Oristano, primo vino nell’Isola a ottenere, nel 1971, la prestigiosa denominazione.
Una ricorrenza importante da festeggiare con un ideale brindisi a base di questo bianco secco dai sentori intensi e “mirrati” e dal caratteristico colore tra ambra e topazio. Con i suoi 3500 anni di storia certificata, da una dozzina d’anni il vitigno autoctono, risalente all’epoca nuragica, è protagonista di un piccolo rilancio, dopo il buio commerciale degli anni ’90.
A farsi portavoce di questa rinascita è l’Ecomuseo della Vernaccia, associazione culturale fondata tre anni fa da Davide Orro, dell’omonima cantina di Tramatza, per tutelare e rilanciare questo tesoro delle vigne della vallata del Tirso facendo fronte comune con un progetto di rete aperto a tutte le aziende dell’Oristanese, terra di elezione di questo prodotto legato al territorio, alla cultura e ai suoi riti come la Sartiglia. Un unicum nel mondo, ma che fatica a imporsi sui mercati. Solo circa 300 sono gli ettari coltivati, sette le aziende che producono la Vernaccia. Una tipologia apprezzata da enologi in tutto il mondo per le proprietà organolettiche, il suo carattere eclettico, gli aromi sprigionati grazie ad un originale metodo di maturazione: il vino riposa in botti di legno scolme per favorirne la formazione del lievito Flor in superficie.
L’obiettivo dell’ Ecomuseo – spiega Mauro Contini, responsabile produttivo dell’omonima cantina – è rispettare la tradizione produttiva con un occhio attento alle nuove vinificazioni, per renderlo più versatile e contemporaneo”. La vernaccia sta entrando sempre più nel mondo della ristorazione e della miscelazione, come suggerito da Andrea Balleri, brand ambassador della cantina di Cabras. “Le aziende che producono Vernaccia sono oggi in mano a giovani laureati e specializzati, il settore si sta svecchiando – sottolinea Roberto Puggioni, enologo della cantina sociale – pur sempre con grandissimo rispetto per la tradizione”. Sono tante le iniziative portate avanti dall’Ecomuseo per promuovere l’unicità del vitigno, del territorio e dell’intera filiera.
Una visita a casa Enna, sede dell’Ecomuseo multimediale a Tramatza, consente un’immersione nel mondo della Vernaccia attraverso esposizioni di oggetti e reperti, una biblioteca a tema, visite immersive per cogliere la bellezza dei paesaggi e le fasi della raccolta e lavorazione delle uve, attraverso l’utilizzo dei visori tridimensionali. Importante è poi l’attività con le scuole, i tour in cantina e in vigna. “La formazione dei soci con l’obiettivo di affinare la capacità di raccontare il prodotto e interagire con i mercati internazionali e i turisti è fondamentale”, dice Fabrizio Abis, responsabile del tavolo enogastronomico dell’Ecomuseo. Su questo gioiello dell’enologia mondiale l’Ecomuseo sta investendo tempo, lavoro, passione”. “Ora andiamo avanti – assicura Davide Orro – siamo pronti per il riconoscimento come museo. Siamo al servizio di questo prezioso e raro vitigno e abbiamo il dovere di preservarlo”.
Direttore Responsabile
Nell’ottobre del 2006 nasce a Bracciano con sede legale in Roma “ Epulae Accademia Enogastronomica Internazionale” e con essa Epulae News il nostro giornale quotidiano online.
Epulae nel 2009 come previsto per legge sposta la sede legale a Cagliari in quanto viene riconosciuta dalla Repubblica Italiana con DPR 361/2000 e iscritta in data 22 giugno 2009 nel registro delle persone giuridiche negli uffici del Governo della Prefettura di Cagliari.
L’associazione Epulae è stata costituita allo scopo di promuovere i prodotti più veri, diffondere la cultura enogastronomica e difendere così i prodotti più tipici della nostra agricoltura, sempre più a rischio di estinzione, in quanto minacciata dai prodotti massificati, geneticamente modificati e per questo economicamente più vantaggiosi.
Lavorare per la qualità costa fatica e denaro, ma la passione per l’enogastronomia e per la nostra cultura ci sostiene e speriamo sostenga i tanti produttori e chef che hanno scelto questa strada.
E’ proprio in questo mondo sempre più globale che l’attenzione per il “particolare”, il piccolo, il territorio diventa importante, soprattutto per difendere e far conoscere le identità locali, fonti insostituibili di crescita culturale.
Qualcuno potrà pensare che ci siano anche troppe associazioni che operano in questo settore, ma Epulae non è nata per mettersi in competizione con le altre, è più una variante nuova del classico concetto di associazione, è un grande ombrello sotto il quale trovano casa tante sezioni ognuna dedicata ad un settore specifico del grande mondo dell’enogastronomia. Esperti di vino, birra, distillati, acque minerali, miele, olio, salumi, formaggi, caffè, specialisti in scienze dell’alimentazione, chef, pizzaioli, maestri dell’arte bianca, pasticcieri, gelatieri, ecc., hanno all’interno di Epulae il proprio spazio d’incontro e di confronto, uno spazio che si espande e diventa un grande crogiuolo culturale dove le esperienze di ognuno e dei vari gruppi si fondono in un movimento unico di sostegno e di divulgazione della cultura enogastronomica. Epulae è il nome latino che identifica i cibi. E proprio nell’antica Roma, in occasione di feste religiose, ad alcuni cittadini romani veniva riconosciuto il diritto di banchettare pubblicamente in tavole imbandite dei migliori cibi e bevande, sotto la guida di un collegio sacerdotale.
Proprio come allora, anche oggi, nella nostra associazione ci avventuriamo alla scoperta dei cibi e delle bevande della nostra terra, sotto la guida dei maestri di Epulae, per conoscere, imparare e cogliere gli aspetti sensoriali e culturali dei cibi. Anche il simbolo della nostra associazione racchiude, in una visione artistica, i concetti cari ai soci fondatori ed ai nostri membri. L’anfora romana, recipiente per il trasporto delle derrate alimentari e del vino, viaggiava sulle navi per giungere alle tavole dei nobili commensali, portando con loro un carico di novità, cultura ed esotismo dal luogo di produzione alle tavole di Roma. Un modo per scambiare saperi e sapori e per unire sulle tavole i quattro angoli dell’Impero. Ed è sopra l’anfora, per i romani simbolo del corpo contenitore dell’anima, che si disegnano le onde del Mare Nostrum, il Mediterraneo, grande via di comunicazione del mondo antico e che ancora oggi rappresenta il luogo d’incontro di mondi e culture diverse, che sulle sue sponde si affacciano, si confrontano e si fondono. Ed è nelle terre che si affacciano sul Mediterraneo che sono venute a contatto le culture del mondo antico, luoghi di incontro dove sono nate tradizioni enogastronomiche uniche e spettacolari, fusione di gusti e di sapori che sulla tavola raccontano storie di scontri ed incontri tra il nord ed il sud del Mediterraneo.
Percorrendo lo stivale dal sud al nord, si scopre una tradizione enogastronomica ricca di sapori, elaborata ed arricchita nei millenni dai popoli che hanno attraversato l’Italia. Profumi e sapori che si incontrano e si fondono, dagli appennini alle alpi, raccontando storie e sapori di culture diverse. L’associazione è nata quindi con lo scopo di promuovere e diffondere la cultura alimentare, enologica, gastronomica e dell’analisi sensoriale attraverso attività di promozione, formazione, editoriali e turistiche.
L’associazione è presente con delegazioni o referenti nel Lazio, Veneto, Sardegna, Sicilia, Puglia, Calabria, Lombardia, Liguria, Piemonte, Toscana, Umbria e sedi estere negli Stati Uniti, Argentina, Nuova Zelanda Australia, Canada, Svizzera, Danimarca, Francia e Giappone. L’associazione opera suddivisa in sezioni, ognuna delle quali raggruppa uniformemente per competenze gli iscritti. Sommelier-enogastronomi, giornalisti di enogastronomia, analisti sensoriali degli alimenti, esperti degustatori, esperti in scienze dell’alimentazione, esperti in storia dell’alimentazione, chef in progress, rural chef pizzaioli, panettieri, pasticcieri, cioccolatieri, gelatieri e barman, che opereranno nelle proprie sezioni, per fare attività di promozione e formazione, organizzando corsi grazie ai quali i nostri associati potranno contare su opportunità di formazione continua, ampliare il proprio bagaglio di competenze, confrontarsi con i colleghi e acquisire attestati di qualificazione che ne certifichino le competenze teorico-pratiche.
Con questo spirito è nata anche Epulae News “Wine and Food Magazine”, la testata giornalistica online, anche organo d’informazione dell’associazione, attraverso la quale vengono promosse le attività, i corsi di formazione e le iniziative messe in campo dai nostri associati. Il giornale online sarà anche il luogo dove le varie delegazioni potranno promuovere le proprie attività, il territorio ed i prodotti locali. Uno spazio dove i soci potranno parlare delle proprie esperienze, suggerire iniziative e promuovere aspetti particolari della cultura enogastronomica, ma aperto anche ai lettori occasionali che vorranno inviarci il proprio contributo.