Nel cuore di Torino, in Corso Carlo e Nello Rosselli 54, potrete trovare il Ristorante Connubio, una vera particolarità nell’ampio panorama gastronomico torinese.
Il Ristorante è guidato dal giovane e talentuoso – a mio modo di vedere – Chef Paolo Cecchi.
Il nome “Connubio” riflette l’intento dello Chef di fondere sapori tradizionali ed innovazioni moderne, creando piatti che sono al contempo un omaggio all’eredità gastronomica piemontese ed un’esplorazione audace di nuove possibilità gustative.
Infatti, la filosofia dello Chef Cecchi si basa su un equilibrio di gusti e profumi, raggiunto attraverso un intreccio di ingredienti locali e tecniche contemporanee di cucina.
L’impegno per la qualità di riflette nella scelta degli ingredienti, spesso locali e sempre di stagione, che permettono di esaltare i sapori senza sovrapposizione.
Per accompagnare i clienti in questo “viaggio” sul menù potrete trovare la descrizione del piatto ma soprattutto – e questo personalmente è piaciuto molto – quali i sapori presenti nel piatto: sapido, avvolgente, di mare, tostato, saporito, acido, ecc.
Insomma, potrete immaginare il vostro viaggio e scegliere con quali emozioni affrontarlo.
Per accompagnare la cena io e i miei commensali abbiamo scelto 2 bottiglie di bianco Siciliano. Entrambe Cantina Marco De Bartoli. Un “Vigna Verde 2021” – Grillo in purezza – ed uno “Zibibbo Integer” – Zibibbo secco 100%.
Le portate sono tutte buone e ben presentate per cui lascio a Voi la scelta, sui dolci mi sento di consigliare il “Cioccolato, porcini, barbabietola e Zabaione al Moscato”, molto particolare
Il locale non è molto grande e quindi consiglio la prenotazione se si vuole evitare il rischio di non trovare posto. Ecco a voi tutti i riferimenti:
https://www.connubioristorante.com/home/
Corso Rosselli 54, Torino
[email protected]
Tel 011 5096561
Lun – Sab 19.30-23
Nato nel 1975 a Torino, da oltre 25 anni mi occupo di tecnologia come Venditore.
Questa iperspecializzazione in contrasto con i ricordi rurali d’infanzia mi hanno portato ad appassionarmi a tutto quello che ha a che fare con la capacità umana di produrre bellezza / genuinità
Ed ecco che il sentire l’odore del legno appena tagliato, l’odore del bosco un buon soffritto – preludio di chi sa quale prelibatezza – e un buon bicchiere di vino mi avvincono.
Con queste premesse – grazie anche a numerosi viaggi – ha avuto inizio il mio viaggio alla scoperta delle tecniche di produzione e la frequenza a corsi per assaggiatori o per Sommelier (ho appena terminato il corso da Sommelier del Riso) e nel periodo del Covid l’iscrizione all’Università alla Facoltà di Economia con specializzazione in Gastronomia, Ospitalità e Territorio.