Bartolo vs Beppe: due grandi piemontesi a confronto.

Due grandi nomi del Barolo a cui le Langhe devono davvero molto, Bartolo Mascarello e Giuseppe Rinaldi.

La Cantina Bartolo Mascarello nasce nel 1918 quando Giulio, reduce dalla prima guerra mondiale, torna nel comune natale di Barolo e decide di mettersi in proprio, abbandonando la Cantina Sociale. Il suo fiuto e la sua competenza lo spingono ad acquistare, con notevoli sacrifici, piccole porzioni di vigneti, situati in zone particolarmente vocate: nei Cannubi, a San Lorenzo e a Ruè.

Negli anni Sessanta entra il cantina il figlio Bartolo Mascarello, ex-partigiano e sindaco di Barolo, che, con la sua personalità, imprime una svolta decisiva nella produzione, mettendo a punto uno stile autonomo, originale e tradizionalista, senza indulgere alla moda francese e alle vinificazioni separate per vigneto, rimanendo, come lui amava definirsi, “tradizionalista nel vino e progressista in politica”.

Oggi la proprietà familiare conta solamente 5 ettari di vigneti, di cui 3 dedicati al Nebbiolo e da cui si ricavano poco meno di 15mila bottiglie, contese dagli appassionati di tutto il mondo.

L’azienda Giuseppe Rinaldi, di Giuseppe e Marta Rinaldi, nasce nel 1890.

Il capostipite Battista Rinaldi, nell’Ottocento era contadino e coltivava alcune vigne del Marchese Falletti di Barolo, poi, divenuto proprietario di un piccolo podere, iniziò a vendere l’uva prodotta e con i figli iniziò l’attività di vinificatore. La tradizione famigliare dell’Azienda Giuseppe Rinaldi si tramanda di padre in figlio fino agli attuali proprietari Giuseppe Rinaldi e sua figlia Marta Rinaldi.

Giuseppe Rinaldi è mancato nel 2018, cedendo le redini dell’Azienda alla figlia Marta, laureata enologa alla scuola di Alba; giovane dunque, ma con una ormai lunga esperienza nella cantina e nelle vigne, avendo da sempre seguito il padre nella sua attività.

Le vigne della cantina Rinaldi, di ormai oltre 10 ettari, comprendono i più pregiati cru del Barolo: Brunate, Cannubi-San Lorenzo e Ravera.