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di Fulvio Falbo
Il Primo Rapporto sul Turismo dell’Olio, frutto della collaborazione fra l’Associazione Nazionale Città dell’Olio e Unaprol e curato da ROBERTA GARIBALDI – Presidente Associazione Italiana Turismo Enogastronomico – vuole rappresentare un punto di svolta nello studio e nella promozione dell’oleoturismo in Italia perché riconosce all’olio extravergine di oliva un valore strategico per lo sviluppo di percorsi di viaggio sostenibili, esperienziali e strettamente collegati alla storia e alle tradizioni di territori dalla cultura millenaria.
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Questo dossier illustra come sia in crescita l’interesse verso viaggi che mettono al centro la scoperta e la degustazione delle cultivar locali, evidenzia l’importanza del legame fra produzioni tipiche, paesaggi olivicoli e realtà rurali, e sottolinea quanto l’entrata in vigore della normativa nazionale sull’oleoturismo possa contribuire a consolidare ulteriormente questo segmento.
La ricerca analizza i comportamenti dei turisti italiani, sottolineando il desiderio di partecipare a visite guidate, degustazioni tecniche, racconti storici e attività immersive nelle aziende e nei frantoi, con un’attenzione particolare alla componente umana del racconto e alla trasmissione di conoscenze sul ciclo produttivo. Spiega che la volontà di collegare la degustazione dell’olio ai prodotti enogastronomici del territorio diventa un valore aggiunto nell’ideare proposte turistiche di successo, mentre la presenza di frantoi ipogei, uliveti secolari e dimore con antiche orciaie suscita curiosità tra i viaggiatori in cerca di autenticità.
Il documento si focalizza sulla necessità di diffondere modalità di narrazione accattivanti, in grado di raccontare la storia dell’olio e la sua produzione in forme innovative che possano catturare visitatori appartenenti a fasce di età differenti, spesso già sensibili al concetto di turismo esperienziale e alla possibilità di compiere attività pratiche come la raccolta delle olive o la creazione del proprio olio personalizzato.
I dati raccolti mostrano come una gran parte dei turisti sia propensa a includere esperienze enogastronomiche in ogni viaggio, riconoscendo all’olio un fascino molto simile a quello che ha spinto negli anni l’enoturismo a strutturarsi. Il Rapporto illustra anche esempi di buone pratiche, premiate nel Concorso Nazionale Turismo dell’Olio, mettendo in luce ristoranti e pizzerie che hanno introdotto carte dell’olio, format museali interattivi, oleoteche in cui è possibile partecipare a corsi di assaggio, strutture ricettive che integrano servizi benessere a base di prodotti oleari e realtà che offrono itinerari, workshop e proposte a cielo aperto.
L’insieme di queste esperienze testimonia la varietà di soluzioni in grado di rendere l’olio un magnete culturale e gustativo, perfettamente in linea con la voglia di viaggiare in modo più consapevole e sostenibile. Il Rapporto prosegue illustrando il valore del club di prodotto, pensato per collegare operatori del settore e rendere più fluidi il coordinamento, la formazione e la promozione di attività comuni, creando una rete in cui la qualità dell’esperienza costituisce il perno di ogni iniziativa. La stessa analisi segnala quanto sia utile investire sull’innovazione digitale per valorizzare il racconto della filiera e per dotare i turisti di app, podcast o servizi di realtà aumentata, strumenti in grado di mostrare le diverse fasi della produzione e gli aspetti paesaggistici e storici di ciascuna zona olivicola.
Gli approfondimenti dedicati alle preferenze di consumo e all’evoluzione dei comportamenti di acquisto evidenziano che i cittadini-turisti sono sempre più attenti alla genuinità, all’origine del prodotto e ai criteri di sostenibilità delle aziende; dunque, l’olio può diventare il punto di incontro tra richieste di qualità e aspirazioni a conoscere le radici culturali di un dato territorio. La dimensione normativa, con i decreti attuativi della legge sull’oleoturismo, acquisisce nel Rapporto grande rilievo: consentire alle aziende di integrare con facilità attività turistiche e attività produttive può far nascere meccanismi virtuosi, favorire nuove opportunità di lavoro, allungare la stagionalità dei flussi e garantire la conservazione di un patrimonio che rischierebbe di essere dimenticato. Il dossier suggerisce di agire su più livelli: formare figure specializzate nell’accoglienza e nell’educazione sensoriale, puntare su format che uniscano l’olio al benessere psico-fisico, coinvolgere non soltanto le imprese ma anche i ristoratori, le amministrazioni locali e tutti coloro che possono incrementare la narrazione coordinata e condivisa del valore dell’extravergine. L’insieme delle riflessioni contenute in questo studio dimostra come ci sia ampio spazio per costruire itinerari e prodotti innovativi, invitando a sfruttare la forza di una storia millenaria e di un legame profondo fra l’olivo, le comunità e il paesaggio italiano, che può risultare un fattore di competitività perfetto per arricchire la proposta enogastronomica nazionale e affermarla in modo stabile a livello internazionale.
https://academy.robertagaribaldi.it/lp-download-report-oleoturismo
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Nato nel 1975 a Torino, da oltre 25 anni lavora nel settore dell’IT.
Parallelamente, ha coltivato una forte passione per l’enogastronomia attraverso la laurea in “Scienze Economiche e Giuridiche”, con specializzazione in “Gastronomia, Ospitalità e Territorio”, diventando sommelier del riso e frequentando vari corsi nell’ambito dell’Olio. Appassionato di viaggi, curioso per natura è un collaboratore editoriale per Epulae News, organo ufficiale di Epulae Accademia Enogastronomica Internazionale, per la quale è referente di Torino e provincia e per La Gazzetta Del Gusto.