
di Eva Collini
È sempre più comune sentir parlare di olio piemontese e della sua alta qualità. Spesso si pensa che sia un territorio vocato ad altre coltivazione ed, effettivamente, gli impianti di vigna sono numericamente superiori a quelli dell’ulivo. Si dedicano 44.500 ettari per la coltivazione dell’uva, 350 per la coltivazione dell’ulivo. Nella classifica dedicata alla produzione nazionale di olio, il Piemonte si trova in penultima posizione, subito prima della Valle d’Aosta.
In passato, però, questo stesso terreno che da secoli è vocato alla produzione del vino, registra un passato fatto di ulivi e di olio. Resta traccia di ciò dai nomi di alcuni paesi come Olivola (oggi primo paese nominato Città dell’olio in Piemonte) o San Marzano Oliveto. Durante il Medioevo si produceva nella zona intorno del Canavese, nel Biellese, nelle Langhe, nel Roero e nel Monferrato. Qualche secolo più tardi si trovano tracce di produzione di olio nella zona dell’attuale città metropolitana di Torino, come Chieri, Rivoli e Moncalieri. A causa di una forte gelata, dal 1700 gli ulivi sono stati sostituiti dalla vigna per poi vedere un cambio di tendenza negli ultimi anni.
È proprio il Monferrato una delle zone che oggi sta riscoprendo l’importanza dell’olivo e della produzione dell’olio. Non sono cosi rari i casi di vignaioli che hanno deciso di espiantare qualche vigna per sostituirla con ulivi.

Scorcio dell’uliveto di Valmadonna
Non avendo cultivar autoctone, si scelgono varietà originarie di altre regioni italiane come il Leccino, la Taggiasca, il Leccio del corno, la Peranzana, il Maurino e ancora altre. Ed è proprio a Valmadonna, a qualche chilometro da Alessandria, che Pascale Pistone, classe 1964, ha deciso di creare il suo uliveto e produrre il suo olio. Dal Belgio si trasferisce in Italia per lavoro per seguire un’ azienda di trasporti per diversi anni. Tutta la famiglia la segue. Le sue giornate sono scandite dagli impegni dell’ufficio e dalle attività dei suoi quattro figli, ma quella voglia di dedicarsi alla natura era solo soffocata sotto la montagna di fogli a cui si dedicava quotidianamente. Oggi la sua vita non è più alla scrivania, ma trascorre tutti i giorni nella sua campagna: l’orto da coltivare seguendo la stagionalità, le galline e le oche da curare e di cui prendersi cura, così come i cavalli, gli asini e le capre.

Pascale alle prese con alcune delle sue capre.
Anche qualche arnia si è aggiunta agli altri abitanti della residenza di Valmadonna così da produrre un po’ di miele. Non per ultimi, anche i suoi centotrentacinque ulivi godono di quella cura che si trasmette solo se ció che si fa è amore, passione.

Blend di Leccino e Maurino.
Da un paio di anni produce un blend dal fruttato delicato composto dalle varietà Leccino e Maurino. L’etichetta rosa cipria che recita Colline dell’upupa è dedicata ad una famiglia di uccelli che, a ragion veduta, ha scelto questo luogo per insediarsi. È un olio dal sentore di carciofo, di mandorla e di erba, perfetto da abbinare al pesce, alle verdure al vapore, ai formaggi freschi. Una delle ricette di Pascale che unisce tradizione italiana a quella belga è lo stoemp. Si tratta di un contorno a base di patate e carote lessate a cui si unisce la pancetta. In Belgio si unisce la panna, ma la rivisitazione di Pascale prevede l’olio extravergine al posto della panna. Questo permette di avere un contorno più leggero, ma anche per esaltare i profumi del suo blend che si sposa alla perfezione con questo piatto.Basta un’aggiustata di pepe e voilà, les jeux sont faits.

Nata a Torino nel 1979. Dopo un passato nel campo Automotive e Beverage come ingegnere Qualità e Miglioramento Continuo, decide di seguire la sua passione per l’olio e farne la sua professione. Dal 2020 è titolare de L’EVO di Eva a Torino, negozio specializzato in olio extravergine d’oliva. Iscritta nella lista nazionale dei Tecnici ed Esperti assaggiatori di olio d’oliva e membro di panel per concorsi internazionali di olio extravergine.
Ha collaborato con Oliooofficina, rivista del settore olivicolo e con l’associazione Piemontese Olivicoltori ASSPO per serate di divulgazione.
Nel 2025 riceve la nomina di Maestro del Gusto dalla Camera di Commercio di Torino.