
UN VINO TRA I PIÙ IDENTITARI DELL’AZIENDA MONFERRINA, CHE NASCE NEL VIGNETO STORICO DELLA FAMIGLIA A COCCONATO
Riconoscimento per Bava di Cocconato, nel Monferrato astigiano: Serre di San Pietro Monferrato DOC Nebbiolo Superiore2022 ha conquistato i Tre Bicchieri della Guida Vini d’Italia 2026 del Gambero Rosso, il massimo punteggio assegnato da una delle più autorevoli pubblicazioni enologiche italiane.
Un premio significativo, per uno dei vini più identitari: Serre di San Pietro, il Nebbiolo al centro del Piemonte, nasce infatti a Cocconato, dal vigneto storico dei Bava, sulla collina di Cadodo, dove la famiglia vive e coltiva la terra da 13 generazioni.
L’area di Cocconato e la sequenza panoramica dei bricchi delle Serre hanno una lunga tradizione nella produzione di Nebbiolo: proprio per questo, sul finire degli anni ’90, sono stati reimpiantati i vigneti, scelta premiata in seguito dal riconoscimento della denominazione d’origine Monferrato DOC Nebbiolo nel 2018.
Questo vino esprime il carattere e la fragranza dei grandi rossi del territorio: colore rosso rubino luminoso, profumi floreali di viola e rosa selvatica che si intrecciano a note fruttate e a leggere sfumature boisé. Al palato, eleganza e struttura si fondono con freschezza e persistenza, restituendo un Nebbiolo che si ricorda per la sua finezza.
“I Tre Bicchieri per il nostro Serre di San Pietro premiano la nostra visione di un vino che nasce da un territorio straordinario e che, pur fuori dalle denominazioni più blasonate, riesce a imporsi per qualità e carattere. Il successo del Serre di San Pietro Monferrato Nebbiolo testimonia l’evoluzione di un progetto enologico che da generazioni porta avanti la filosofia Bava: produrre vini che raccontano il Piemonte con autenticità, equilibrio e personalità” commenta Francesca Bava, responsabile marketing dell’azienda.
Cocconato, ottobre 2025
Monferrato Nebbiolo DOC firmato Bava: una storia che inizia da lontano
La famiglia Bava risiede nella zona di Cocconato almeno dall’inizio del 1600, e già allora la cascina di famiglia, ca’ Traversa, era circondata da vigneti.
Al tempo si produceva vino per proprio consumo, insieme ad altri prodotti dei campi. Il vino veniva conservato in botti nelle cantine sotterranee della cascina, e imbottigliato nelle grandi annate e per le occasioni da ricordare.
Così, nel racconto di Piero Bava, vino, territorio e famiglia si intrecciano:
“Un tempo – ricorda Piero Bava – quasi tutti a Tuffo avevano un pezzetto di terra; la parte alta delle colline veniva coltivata a vite. Già nel Settecento, la famiglia Bava aveva terreni di proprietà sui bricchi delle Serre, un punto panoramico della frazione da cui si vedono chiaramente l’arco alpino e il Monviso, sul crinale dell’antica Strada delle Serre. A inizio Novecento la famiglia si spostò nel fondovalle, accanto alla ferrovia, dove fu fondata la cantina che ancora oggi, a distanza di un secolo, è sede dell’azienda”.
Dalle finestre dalla cantina si scorge, in piena luce sulla collina di fronte, la storica vigna di fianco alla chiesa del borgo, nella stessa posizione descritta da una rara mappa catastale del 1790 (tra le poche completate durante il regno sabaudo) che reca il medesimo toponimo, Cadodo, indicato già allora come di proprietà della famiglia.
Proprio dalla chiesetta di Tuffo, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, deriva il nome che abbiamo deciso di dare a questo vino, proveniente da una vigna incastonata tra la Strada delle Serre e il sagrato della Chiesa di San Pietro e Paolo: così è nato il Serre di San Pietro.
Prima vendemmia: 2019.

Photo Credit Marianna Natale – iShock
BAVA – AZIENDA VITIVINICOLA E DI INVECCHIAMENTO
Nei vigneti Bava si snoda il racconto di un equilibrio tra natura e sostenibilità. Gli sfalci d’erba e i tralci potati nutrono il suolo, i pali che sorreggono le viti provengono esclusivamente da foreste rinnovabili, mentre l’inerbimento naturale tra i filari protegge la biodiversità e previene l’erosione del terreno, eliminando la necessità di diserbanti.
Questa attenzione alla terra è il filo conduttore di una storia che affonda le sue radici a Cocconato, tra le colline del Monferrato astigiano. Qui, la famiglia Bava coltiva la vite da quattro secoli e, nel 1911, ha dato forma concreta alla propria visione, costruendo la prima cantina.
Più di 110 vendemmie hanno scandito il percorso della famiglia, con sei generazioni che hanno custodito e innovato il sapere vitivinicolo. Le Barbere Bava, espressione autentica di questo territorio, hanno conquistato mercati internazionali, portando con sé la qualità e il carattere delle colline piemontesi. La produzione comprende anche Nebbiolo, Barolo, diversi vini aromatici come il Ruché, il Moscato d’Asti, la Malvasia di Castelnuovo don Bosco, con un focus sui vitigni autoctoni.
Oggi la proprietà si estende tra il Monferrato e le Langhe, con cinquanta ettari di vigneti e venti tra prati e boschi spontanei. La terra è coltivata con la stessa sensibilità di un tempo, nel rispetto dell’ambiente e con una visione sostenibile aperta verso il futuro.

Direttore Responsabile
Nell’ottobre del 2006 nasce a Bracciano con sede legale in Roma “ Epulae Accademia Enogastronomica Internazionale” e con essa Epulae News il nostro giornale quotidiano online.
Epulae nel 2009 come previsto per legge sposta la sede legale a Cagliari in quanto viene riconosciuta dalla Repubblica Italiana con DPR 361/2000 e iscritta in data 22 giugno 2009 nel registro delle persone giuridiche negli uffici del Governo della Prefettura di Cagliari.
L’associazione Epulae è stata costituita allo scopo di promuovere i prodotti più veri, diffondere la cultura enogastronomica e difendere così i prodotti più tipici della nostra agricoltura, sempre più a rischio di estinzione, in quanto minacciata dai prodotti massificati, geneticamente modificati e per questo economicamente più vantaggiosi.
Lavorare per la qualità costa fatica e denaro, ma la passione per l’enogastronomia e per la nostra cultura ci sostiene e speriamo sostenga i tanti produttori e chef che hanno scelto questa strada.
E’ proprio in questo mondo sempre più globale che l’attenzione per il “particolare”, il piccolo, il territorio diventa importante, soprattutto per difendere e far conoscere le identità locali, fonti insostituibili di crescita culturale.
Qualcuno potrà pensare che ci siano anche troppe associazioni che operano in questo settore, ma Epulae non è nata per mettersi in competizione con le altre, è più una variante nuova del classico concetto di associazione, è un grande ombrello sotto il quale trovano casa tante sezioni ognuna dedicata ad un settore specifico del grande mondo dell’enogastronomia. Esperti di vino, birra, distillati, acque minerali, miele, olio, salumi, formaggi, caffè, specialisti in scienze dell’alimentazione, chef, pizzaioli, maestri dell’arte bianca, pasticcieri, gelatieri, ecc., hanno all’interno di Epulae il proprio spazio d’incontro e di confronto, uno spazio che si espande e diventa un grande crogiuolo culturale dove le esperienze di ognuno e dei vari gruppi si fondono in un movimento unico di sostegno e di divulgazione della cultura enogastronomica. Epulae è il nome latino che identifica i cibi. E proprio nell’antica Roma, in occasione di feste religiose, ad alcuni cittadini romani veniva riconosciuto il diritto di banchettare pubblicamente in tavole imbandite dei migliori cibi e bevande, sotto la guida di un collegio sacerdotale.
Proprio come allora, anche oggi, nella nostra associazione ci avventuriamo alla scoperta dei cibi e delle bevande della nostra terra, sotto la guida dei maestri di Epulae, per conoscere, imparare e cogliere gli aspetti sensoriali e culturali dei cibi. Anche il simbolo della nostra associazione racchiude, in una visione artistica, i concetti cari ai soci fondatori ed ai nostri membri. L’anfora romana, recipiente per il trasporto delle derrate alimentari e del vino, viaggiava sulle navi per giungere alle tavole dei nobili commensali, portando con loro un carico di novità, cultura ed esotismo dal luogo di produzione alle tavole di Roma. Un modo per scambiare saperi e sapori e per unire sulle tavole i quattro angoli dell’Impero. Ed è sopra l’anfora, per i romani simbolo del corpo contenitore dell’anima, che si disegnano le onde del Mare Nostrum, il Mediterraneo, grande via di comunicazione del mondo antico e che ancora oggi rappresenta il luogo d’incontro di mondi e culture diverse, che sulle sue sponde si affacciano, si confrontano e si fondono. Ed è nelle terre che si affacciano sul Mediterraneo che sono venute a contatto le culture del mondo antico, luoghi di incontro dove sono nate tradizioni enogastronomiche uniche e spettacolari, fusione di gusti e di sapori che sulla tavola raccontano storie di scontri ed incontri tra il nord ed il sud del Mediterraneo.
Percorrendo lo stivale dal sud al nord, si scopre una tradizione enogastronomica ricca di sapori, elaborata ed arricchita nei millenni dai popoli che hanno attraversato l’Italia. Profumi e sapori che si incontrano e si fondono, dagli appennini alle alpi, raccontando storie e sapori di culture diverse. L’associazione è nata quindi con lo scopo di promuovere e diffondere la cultura alimentare, enologica, gastronomica e dell’analisi sensoriale attraverso attività di promozione, formazione, editoriali e turistiche.
L’associazione è presente con delegazioni o referenti nel Lazio, Veneto, Sardegna, Sicilia, Puglia, Calabria, Lombardia, Liguria, Piemonte, Toscana, Umbria e sedi estere negli Stati Uniti, Argentina, Nuova Zelanda Australia, Canada, Svizzera, Danimarca, Francia e Giappone. L’associazione opera suddivisa in sezioni, ognuna delle quali raggruppa uniformemente per competenze gli iscritti. Sommelier-enogastronomi, giornalisti di enogastronomia, analisti sensoriali degli alimenti, esperti degustatori, esperti in scienze dell’alimentazione, esperti in storia dell’alimentazione, chef in progress, rural chef pizzaioli, panettieri, pasticcieri, cioccolatieri, gelatieri e barman, che opereranno nelle proprie sezioni, per fare attività di promozione e formazione, organizzando corsi grazie ai quali i nostri associati potranno contare su opportunità di formazione continua, ampliare il proprio bagaglio di competenze, confrontarsi con i colleghi e acquisire attestati di qualificazione che ne certifichino le competenze teorico-pratiche.
Con questo spirito è nata anche Epulae News “Wine and Food Magazine”, la testata giornalistica online, anche organo d’informazione dell’associazione, attraverso la quale vengono promosse le attività, i corsi di formazione e le iniziative messe in campo dai nostri associati. Il giornale online sarà anche il luogo dove le varie delegazioni potranno promuovere le proprie attività, il territorio ed i prodotti locali. Uno spazio dove i soci potranno parlare delle proprie esperienze, suggerire iniziative e promuovere aspetti particolari della cultura enogastronomica, ma aperto anche ai lettori occasionali che vorranno inviarci il proprio contributo.