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La Cucina Italiana entra nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità: un riconoscimento storico

di Fulvio Falbo

Il 10 dicembre 2025, a Nuova Delhi, il Comitato Intergovernativo dell’UNESCO ha deliberato l’iscrizione della Cucina Italiana nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. È la prima volta al mondo che un’intera cucina nazionale ottiene questo prestigioso titolo, confermando il valore culturale di un sistema gastronomico che unisce tradizione, innovazione e identità.

Un riconoscimento unico

Il dossier, intitolato “La cucina italiana fra sostenibilità e diversità bioculturale”, ha messo in luce la cucina come pratica sociale e culturale: non solo ricette, ma rituali quotidiani, gesti tramandati, rispetto per la stagionalità e lotta allo spreco. L’UNESCO ha sottolineato come la cucina italiana promuova convivialità, inclusione, benessere e sostenibilità, custodendo una biodiversità che è parte integrante della nostra identità. La proposta è stata presentata nel 2023 dal Collegio Culinario – Associazione culturale per l’enogastronomia italiana, con il contributo di Casa Artusi, Accademia della Cucina Italiana e la rivista La Cucina Italiana. Il percorso è stato sostenuto dai Ministeri della Cultura e dell’Agricoltura, attraverso gli uffici UNESCO, e ha visto un lavoro di squadra tra istituzioni e associazioni.

Gli altri riconoscimenti UNESCO legati al cibo italiano e l’impatto economico e turistico possibile

  • 2010Dieta Mediterranea: modello alimentare basato su equilibrio e biodiversità.
  • 2017Arte del pizzaiolo napoletano: ritualità e tecnica nella preparazione della pizza.
  • 2021Cerca e cavatura del tartufo: pratica tradizionale legata alla conoscenza del territorio.
    Con la Cucina Italiana, l’Italia raggiunge 20 elementi immateriali iscritti nella lista UNESCO.
  • Valore globale della cucina italiana: €251 miliardi (+5% rispetto al 2024).
  • Mercati principali: Stati Uniti e Cina, oltre il 65% dei consumi.
  • Turismo enogastronomico: previsto +8% entro due anni, pari a circa 18 milioni di soggiorni aggiuntivi.
  • Export agroalimentare: crescita stimata del 6% nel 2026, trainata da prodotti tipici e vini DOC/DOCG.

Questo riconoscimento non è solo un traguardo simbolico: comporta la responsabilità di preservare le filiere agroalimentari, tutelare la biodiversità e promuovere la cultura gastronomica italiana nel mondo. La cucina italiana è ora ufficialmente patrimonio di tutti, un tesoro da assaporare e proteggere ogni giorno.