
Lo chef degli astronauti, Stefano Polato
A OLBIA IL RACCONTO DEL MENU DEGLI ASTRONAUTI
Nelle navicelle anche piatti tipici della Sardegna: è il caso della fregula
Un percorso espositivo dove sarà possibile vedere da vicino il cibo dello spazio e una tavola rotonda per sviluppare un tema affascinante: come si sopravvive in ambienti estremi e cosa mangiano gli astronauti? A rispondere alle domande saranno i protagonisti del Festival dell’Aerospazio, in programma al Museo Archeologico di Olbia dal 16 al 18 ottobre 2025.
Durante l’evento, organizzato da Astec – Aerospace Technology Education Center – la mostra “Space Food”, omaggiata da Altec S.p.A. ad Astec, metterà sotto i riflettori le sfide e le opportunità legate alla nutrizione in ambienti estremi. I protagonisti del settore presenteranno soluzioni di alimentazione compatta, sistemi produttivi indoor, come la idroponica, e le colture rigenerative, gli approcci nutrizionali adattivi e i protocolli di conservazione per missioni di lunga durata. Tematiche che verranno sviluppate durante la tavola rotonda “Space Food: tecnologia, gusto e sopravvivenza nello spazio profondo”, in programma il 16 ottobre alle 15:30, che vedrà protagonisti Stefano Polato, lo chef degli astronauti; Antonella Pantaleo, docente dell’Università di Sassari; Stefania De Pascale, docente dell’Università Federico II di Napoli e Valentina Sumini, architetto dello spazio. Moderatrice dell’interessante dibattito sarà Marilisa Pischedda, founder di Astec e direttrice del Festival dell’Aerospazio: “La mostra e la tavola rotonda dedicate allo space food- spiega Marilisa Pischedda – rappresentano un’importante occasione di confronto tra ricerca scientifica, innovazione tecnologica e sostenibilità. Come Festival dell’Aerospazio, intendiamo valorizzare il ruolo dello spazio come laboratorio d’avanguardia, capace di generare conoscenze e soluzioni applicabili anche al futuro dell’alimentazione sulla Terra. Lo space food non è solo nutrimento, ma un elemento di benessere e motivazione per gli astronauti: il cosiddetto bonus food è uno degli aspetti più personali nelle missioni spaziali, e di grande attesa perché restituisce valore e significato a qualcosa che sulla Terra spesso diamo per scontato e di cui si sente la mancanza nelle missioni più lunghe”.
Piatti tipici sardi nelle navicelle: la fregula. La prima volta che andò in orbita fu nel 2007, quando durante un “convivio spaziale” dedicato alla cucina italiana, la fregula sarda fu servita agli astronauti a bordo della Stazione spaziale internazionale. La piccola pasta di semola tipica della Sardegna fu il piatto chiave di un menù studiato per portare nello spazio non solo cibo nutriente, ma anche radici culturali e valori simbolici. L’orizzonte della nutrizione spaziale raccoglie le innovazioni per portare, anche attraverso l’identità, le tecnologie alimentari pensate per lo spazio ma che si rivelano utili anche nel contesto terrestre, contribuendo a sistemi agricoli più efficienti, sostenibili e resilienti.
Lo chef degli astronauti, Stefano Polato. Il suo cibo ha nutrito Samantha Cristoforetti, Luca Parmitano, Paolo Nespoli e altri astronauti europei. Stefano Polato, soprannominato “lo chef degli astronauti”, sarà tra i protagonisti della tavola rotonda dedicata al tema dello space food, il 16 ottobre, nella giornata inaugurale del Festival dell’Aerospazio. Lo chef racconterà la sua esperienza partendo da un assunto: la ricerca aerospaziale può essere utile a noi terrestri.
“Non è solo una questione di esplorazione o curiosità, ma di apprendere regole alimentari che migliorano la qualità della vita. Nelle missioni spaziali di lunga durata – spiega Polato – il cibo non è solo nutrimento, ma supporto psicologico, mantenimento delle prestazioni e garanzia di salute in condizioni estreme. Molte delle regole che guidano la produzione dei pasti per gli astronauti – dalla densità nutrizionale, alla minimizzazione degli sprechi, fino alla stabilità e praticità – possono essere applicate con grande vantaggio anche qui, nella vita quotidiana”.
Piantare patate su Marte. Stefania De Pascale, professoressa ordinaria di Orticoltura e Floricoltura all’Università Federico II di Napoli, autrice di “Piantare patate su Marte: il lungo viaggio dell’agricoltura”, porterà all’attenzione del pubblico dell’evento il risultato dello studio sull’agricoltura spaziale. “Non significa soltanto garantire l’alimentazione degli astronauti – afferma la De Pascale – ma sviluppare sistemi innovativi, sostenibili e sicuri per supportarne la vita e il benessere nelle missioni di lunga durata, sulla Luna e su Marte. Le conoscenze acquisite – spiega la docente – hanno un impatto diretto anche sulla Terra, aprendo nuove prospettive per un’agricoltura più efficiente, circolare e rispettosa delle risorse naturali.”
Il Festival come laboratorio gastronomico spaziale. Durante il Festival dell’Aerospazio di Olbia saranno esposte autentiche confezioni di cibo spaziale, progetti di ricerca e soluzioni sperimentali studiate per un ambiente microgravitazionale. L’evento, giunto alla terza edizione, non solo discute di formazione, tecnologia e impresa spaziale, ma mette “in tavola” il dialogo tra innovazione e radicamento identitario, dentro un progetto che guarda al futuro dei delicati equilibri tra cibo, uomo e pianeta.

Direttore Responsabile
Nell’ottobre del 2006 nasce a Bracciano con sede legale in Roma “ Epulae Accademia Enogastronomica Internazionale” e con essa Epulae News il nostro giornale quotidiano online.
Epulae nel 2009 come previsto per legge sposta la sede legale a Cagliari in quanto viene riconosciuta dalla Repubblica Italiana con DPR 361/2000 e iscritta in data 22 giugno 2009 nel registro delle persone giuridiche negli uffici del Governo della Prefettura di Cagliari.
L’associazione Epulae è stata costituita allo scopo di promuovere i prodotti più veri, diffondere la cultura enogastronomica e difendere così i prodotti più tipici della nostra agricoltura, sempre più a rischio di estinzione, in quanto minacciata dai prodotti massificati, geneticamente modificati e per questo economicamente più vantaggiosi.
Lavorare per la qualità costa fatica e denaro, ma la passione per l’enogastronomia e per la nostra cultura ci sostiene e speriamo sostenga i tanti produttori e chef che hanno scelto questa strada.
E’ proprio in questo mondo sempre più globale che l’attenzione per il “particolare”, il piccolo, il territorio diventa importante, soprattutto per difendere e far conoscere le identità locali, fonti insostituibili di crescita culturale.
Qualcuno potrà pensare che ci siano anche troppe associazioni che operano in questo settore, ma Epulae non è nata per mettersi in competizione con le altre, è più una variante nuova del classico concetto di associazione, è un grande ombrello sotto il quale trovano casa tante sezioni ognuna dedicata ad un settore specifico del grande mondo dell’enogastronomia. Esperti di vino, birra, distillati, acque minerali, miele, olio, salumi, formaggi, caffè, specialisti in scienze dell’alimentazione, chef, pizzaioli, maestri dell’arte bianca, pasticcieri, gelatieri, ecc., hanno all’interno di Epulae il proprio spazio d’incontro e di confronto, uno spazio che si espande e diventa un grande crogiuolo culturale dove le esperienze di ognuno e dei vari gruppi si fondono in un movimento unico di sostegno e di divulgazione della cultura enogastronomica. Epulae è il nome latino che identifica i cibi. E proprio nell’antica Roma, in occasione di feste religiose, ad alcuni cittadini romani veniva riconosciuto il diritto di banchettare pubblicamente in tavole imbandite dei migliori cibi e bevande, sotto la guida di un collegio sacerdotale.
Proprio come allora, anche oggi, nella nostra associazione ci avventuriamo alla scoperta dei cibi e delle bevande della nostra terra, sotto la guida dei maestri di Epulae, per conoscere, imparare e cogliere gli aspetti sensoriali e culturali dei cibi. Anche il simbolo della nostra associazione racchiude, in una visione artistica, i concetti cari ai soci fondatori ed ai nostri membri. L’anfora romana, recipiente per il trasporto delle derrate alimentari e del vino, viaggiava sulle navi per giungere alle tavole dei nobili commensali, portando con loro un carico di novità, cultura ed esotismo dal luogo di produzione alle tavole di Roma. Un modo per scambiare saperi e sapori e per unire sulle tavole i quattro angoli dell’Impero. Ed è sopra l’anfora, per i romani simbolo del corpo contenitore dell’anima, che si disegnano le onde del Mare Nostrum, il Mediterraneo, grande via di comunicazione del mondo antico e che ancora oggi rappresenta il luogo d’incontro di mondi e culture diverse, che sulle sue sponde si affacciano, si confrontano e si fondono. Ed è nelle terre che si affacciano sul Mediterraneo che sono venute a contatto le culture del mondo antico, luoghi di incontro dove sono nate tradizioni enogastronomiche uniche e spettacolari, fusione di gusti e di sapori che sulla tavola raccontano storie di scontri ed incontri tra il nord ed il sud del Mediterraneo.
Percorrendo lo stivale dal sud al nord, si scopre una tradizione enogastronomica ricca di sapori, elaborata ed arricchita nei millenni dai popoli che hanno attraversato l’Italia. Profumi e sapori che si incontrano e si fondono, dagli appennini alle alpi, raccontando storie e sapori di culture diverse. L’associazione è nata quindi con lo scopo di promuovere e diffondere la cultura alimentare, enologica, gastronomica e dell’analisi sensoriale attraverso attività di promozione, formazione, editoriali e turistiche.
L’associazione è presente con delegazioni o referenti nel Lazio, Veneto, Sardegna, Sicilia, Puglia, Calabria, Lombardia, Liguria, Piemonte, Toscana, Umbria e sedi estere negli Stati Uniti, Argentina, Nuova Zelanda Australia, Canada, Svizzera, Danimarca, Francia e Giappone. L’associazione opera suddivisa in sezioni, ognuna delle quali raggruppa uniformemente per competenze gli iscritti. Sommelier-enogastronomi, giornalisti di enogastronomia, analisti sensoriali degli alimenti, esperti degustatori, esperti in scienze dell’alimentazione, esperti in storia dell’alimentazione, chef in progress, rural chef pizzaioli, panettieri, pasticcieri, cioccolatieri, gelatieri e barman, che opereranno nelle proprie sezioni, per fare attività di promozione e formazione, organizzando corsi grazie ai quali i nostri associati potranno contare su opportunità di formazione continua, ampliare il proprio bagaglio di competenze, confrontarsi con i colleghi e acquisire attestati di qualificazione che ne certifichino le competenze teorico-pratiche.
Con questo spirito è nata anche Epulae News “Wine and Food Magazine”, la testata giornalistica online, anche organo d’informazione dell’associazione, attraverso la quale vengono promosse le attività, i corsi di formazione e le iniziative messe in campo dai nostri associati. Il giornale online sarà anche il luogo dove le varie delegazioni potranno promuovere le proprie attività, il territorio ed i prodotti locali. Uno spazio dove i soci potranno parlare delle proprie esperienze, suggerire iniziative e promuovere aspetti particolari della cultura enogastronomica, ma aperto anche ai lettori occasionali che vorranno inviarci il proprio contributo.