IL CARCIOFO NELLA STORIA E NELL’ARTE

Il carciofo (Cynara scolymus) costituisce una tipica pianta dell’area mediterranea. Già dal IV secolo a.C. gli Arabi lo coltivavano sotto il nome di al-karshuf o ardi-shoki, il cui significato rimanda a spina di terra e pianta che punge.

Il carciofo è sempre stato, ampiamente apprezzato, sin dagli albori della civiltà, grazie alle sue virtù nutrizionali e alle indiscutibili qualità organolettiche.

La pianta non poteva non essere citata anche nella mitologia, infatti Cynara, era una bellissima ninfa, che divenne, come spesso accadeva alle ninfe, la prediletta di Giove. Quest’ultimo arrabbiato e indispettito dall’indifferenza di Cynarala trasformò, per ripicca, in un carciofo: pianta spinosa e sostenuta, a ricordare per sempre il carattere non accomodante dell’affascinante ninfa.

Questo ortaggio era già noto ai Greci e ai Romani che ne tramandarono gli scopi farmaceutici e alimentari, descrivendone, inoltre, le tecniche di coltivazione.

L e numerose testimonianze iconografiche ci aiutano a comprendere quanto fosse presente nella vita e nelle abitudini alimentari fin dall’antichità. Lo ritroviamo in Tunisia nei mosaici di El Jem (III sec. d.C.), conservati al Museo del Bardo di Tunisi. In epoca medievalele notizie sul carciofo si fanno molto scarse, ma certamente esso non scompare dagli orti e dai giardini e soprattutto dalle tavole degli europei. Dal punto di vista iconografico lo si rintraccia nei motivi decorativi scolpiti in alcuni capitelli, che sorreggono le statue della cattedrale di Chartres (inizio XIII secolo). Tuttavia sarà soprattutto l’arte figurativa tra Cinquecento e Seicento che lo vedrà come grande protagonista. Il carciofo venne, infatti, inserito in numerosi quadri di natura morta, accanto a fiori rari e preziosi, frutta e oggetti insoliti. Un magnifico esempio è rintracciabile nell’opera la Fruttivendola di Vincenzo Campi, dipinta nel 1580. Il carciofo è presente nelle opere del pittore italiano Giuseppe Arcimboldo, passato alla storia dell’arte per il modo bizzarro di ritrarre i suoi committenti.

Nelle sue celebri “teste composte”, l’artista sfruttava infatti oggetti inanimati (ortaggi, frutta, libri) per riprodurre teste e volti. Le opere da segnalare al riguardo sono l’Estatee il Vertumno, il dio latino della metamorfosi, meglio noto come il Ritratto di Rodolfo II (1591).

In età barocca la pittrice fiamminga Clara Peeters lo ritrae in Natura morta con formaggio, carciofo e ciliegie(1625).

Il carciofo non manca nei bodegones spagnoli come nel caso di Blas de Ledesma (1590-1614) nel quadro: Natura morta con asparagi, carciofi, limoni e ciliegie.

Anche la pittrice e miniaturista barocca Giovanna Garzoni, una delle pittrici più colte e cosmopolite della sua epoca, ci ha fornito un meraviglioso dipinto in cui compare il carciofo: Carciofi in un piatto cinese con rosa e fragole (1650 circa).

Sul finire del Settecento il pittore spagnolo Luis Meléndez ci fornisce un meraviglioso quadro dal titolo: Natura morta con carciofi, pomodori, piselli e pere in un paesaggio.

Tra le raffigurazioni del carciofo nel secolo scorso un opera particolarmente significativa è quella di Filippo De Pisis, tra i maggiori interpreti della pittura italiana della prima metà del Novecento, che lo immortala in Natura morta con bottiglia e carciofo (1931).

L o ritroviamo anche in Pablo Picasso in un ritratto di una sua musa ispiratrice, che tra le mani tiene proprio un carciofo (Donna con carciofo, 1941).

Ed è sempre il carciofo ad ispirare numerose nature morte di Renato Guttuso.

Dopo questa carrellata di opere in cui il carciofo costituisce il comune denominatore è giunto il momento di mettere da parte l’arte e degustare un piatto di carciofi. Tanto per rimanere in tema, tra le numerose ricette, non poteva mancare quella dei Carciofi alla romana in omaggio a Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. Il quale il 24 aprile del 1604, all’Osteria del Moro in via della Maddalena a Roma, si lasciò coinvolgere in una disputa proprio sull’uso dell’olio o del burro in un piatto di carciofi.

Carciofi alla romana

Ingredienti: quattro carciofi, un mazzetto di mentuccia (Nepitella), due spicchi di aglio, un limone, 100 ml olio EVO, 250 ml di acqua, sale e pepe. Preparazione: Mondare i carciofi, lasciare almeno cinque centimetri di gambo, mettere a bagno con acqua e limone. Tritare aglio e mentuccia. Allargare i carciofi e salarli, inserire all’interno il trito, aggiungere pepe ed abbondante olio ponendoli in un tegame con il gambo rivolto verso l’alto e molto ravvicinati. Versate olio e acqua fino ad arrivare all’inizio del gambo. Chiudere con un coperchio e cuocere per circa trenta minuti.