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Il Covid è stato lo spartiacque per il “pastaio matto”, al secolo Salvo Terruso.

Di Giusy Messina

Siciliano, monrealese doc, classe ’64, “il cuciniere” come ama definirsi, durante il lockdown ha dato “fuoco e fiamme” alla sua passione per i fornelli.

A dirla tutta, ai rigatoni, alle busiate, agli spaghetti, alle penne ed anche alle mezze penne e a tutto ciò che rappresenta il cosidetto “primo”. Li condisce con estro e fantasia, attingendo ai profumi della sua memoria gastronomica ed accompagnando i suoi “spadellamenti” con uno scilinguagnolo accattivante, nutrito di aneddotti e curiosità che incanta quanti lo seguono. Live e sulla sua pagina social.
Ebbene sì perchè il suo personaggio, che sembra uscito da un cartoon, con i suoi occhi che guizzano vivaci dietro grandi lenti colorate, il pizzetto sale e pepe e quella inflessione dialettale sicula con cui dà vita alla sua performance gastronomica, nasce proprio durante il Covid. Visual Merchandiser presso la Rinascente di Palermo, costretto come tutti a stare in casa, decide con la complicità della moglie Patrizia, di fare i video mentre cucina i suoi primi. Dalla pasta con le vongole a quella con le cozze, dalla pasta aglio e olio a quelle con la mollica cosidetta “atturrata”, ovvero “abbrustolita” in padella, Salvo Terruso nel giro di un anno dal suo esordio 2.0 conquista centinaia e centinaia di follower ( oggi ne conta oltre 115mila su Instagram) che gli scrivono, gli chiedono consigli. E fortunatamente trascorso il periodo di chiusura forzata, inizia ad esibirsi dal “vivo”. La cucina è il suo podio, il mestolo, la sua bacchetta con cui dirige la sinfonia di sapori tra la pentola che bolle in attesa di “calare” la pasta e lo sfrigolio della padella, sottofondo profumato alla sua voce. Con verve da consumato gastroattore, condivide con gli astanti i suoi ricordi di quando era bambino e si nascondeva sotto il tavolo dell’osteria che i nonni Nina e Peppino avevano a Monreale. Discolo com’era, venne soprannominato dalla nonna che faticava a tenere a bada questo scricciolo di nipote esuberante, Il Pastaio Matto. “Eh già- racconta-mi bastava un po’ d’acqua e farina per realizzare le forme più strane di pasta e se da un lato era un modo per tenermi buono mentre gli avventori affollavano l’osteria, dall’altra mi ha trasmesso i valori di una cucina autentica, vera, senza fronzoli, dove l’ingrediente principe è l’amore. E quando ho scelto il cosiddetto nickname, non ho avuto dubbi- continua- Pastaio Matto, calzava a pennello ed era un modo per ricongiungermi alle mie radici, al mio profondo legame con i miei nonni che mi hanno insegnato che nella vita, come nella cucina, occorre essere veri, per essere credibili”. Le sue sono per lo più ricette della tradizione e non per mero trend di moda oggi purtroppo largamente abusato, ma perchè restituiscono, nel piatto, le emozioni”. Di certo non manca la sua vis creativa e personale e c’è anche spazio per le ricette dei suoi nonni come la carrettiera maritata con melanzane o la vongolata ubriaca “che nonno Pippino- dice ridendo- innaffiava con il vino spillato direttamente dalla botte”. Ma da quando è diventato una star dei social in cucina, non mancano richieste di collaborazioni con aziende ed anche di fare, come lui si definisce “il cuciniere” a domicilio. “Non sono uno chef- dice prontamente- perchè non ho gli studi, né la preparazione tecnica. Sono semplicemente un cuciniere che con umiltà ridà vita ad una cucina ormai in via di estinzione”. Attento agli ingredienti, non manca mai il formaggio. La Tuma, il Maiorchino, il Primo Sale siciliano, sono la cifra dei suoi piatti che declina da provetto showman. Diventando così, tra i maccarruna ed una battuta spiritosa, ambasciatore della pasta, piatto principe della tradizione gastronomica siciliana. In patria e anche oltre lo Stretto. Protagonista con un suo cooking show al Fancy Food 2023 di New York, ma anche al Vinitaly di Verona, al Mediterraria di Catania, al Food&Artisan Days 2023 di Palermo e al Taormina Sciarm 2023 dove lo chef Carmelo Carnevale dell’ICC gli ha riconosciuto un attestato di merito. Dal 2023 a luglio 2024 è stato lo chef ufficiale del Festival del Cinema Italiano che si svolge a Milazzo cucinando per diversi attori, registi, e addetti ai lavori del cinema e della musica e premiato come “Best Cooking Show”dal giornalista ex direttore della Rai Fabrizio del Noce. Oltre ad occuparsi di cooking show, consulenze e collaborazioni food, quest’anno ha registrato 15 puntate insieme ad attori comici per Telespazio Messina Nazionale 24 show, un programma di cabaret e pasta, visibile anche nel resto d’Italia. E, tra gli altri progetti a cui è particolarmente legato, il laboratorio di cucina con persone autistiche dai 7 ai 25 anni organizzato dal Distretto di Azione Solidale Autismi Cooperativa Sociale e AGSAS Onlus in sinergia con Mezzogiorno Foundation. Ad accompagnarlo, la moglie Patrizia e se gli chiedete qual è il complimento più bello che abbia ricevuto finora, il Pastaio Matto risponde con un largo sorriso : ” quello dei miei nipoti che mi rendono felice quando fanno anche la scarpetta nel piatto cucinato per loro. Fino all’ultimo filo di pasta “.