Il vino che ha fatto parlare di se sul quotidiano britannico Times è il Donna Ma’, che l’enologo Andrea Pala ha realizzato con la tecnica degli antichi greci di 2700 anni fa, che vinificano le uve dopo averle custodite con cura all’interno di nasse da pesca, che venivano poi immerse in mare e lasciate riposare nei fondali marini per un breve periodo.
Nella foto l’Enologo Andrea Pala
“L’arte, a lungo perduta, di invecchiare l’uva in mare è stata riscoperta da una nuova generazione di viticoltori, che affermano che questo processo conferisce un sapore distintivo e salato”.
LONDRA – Un vino sardo “molto speciale” finisce sulle pagine del Times di Londra, il più autorevole quotidiano britannico. Merito dell’enologo Andrea Pala e del suo Donna Ma’, lo straordinario Vermentino prodotto con le uve che prima hanno riposato per un breve periodo nei fondali delle acque antistanti l’Arcipelago de La Maddalena. Un’antica tecnica perfezionata dai viticoltori dell’isola greca di Chio 2.700 anni fa. Il vino di Chio era celebrato in tutto l’antico Mediterraneo da scrittori come Orazio e Plinio. Si dice che Giulio Cesare lo abbia servito durante un banchetto.
“L’arte, a lungo perduta, – scrive il Times – di invecchiare l’uva in mare è stata riscoperta da una nuova generazione di viticoltori italiani, che affermano che questo processo conferisce un sapore distintivo e salato”. Tra questi italiani c’è proprio il sardo Andrea Pala, enologo pluripremiato, già miglior giovane enologo d’Italia, che vanta, malgrado la giovane età, una consolidata esperienza professionale come consulente di aziende in Toscana, Lazio, Marche, Campania, Calabria e Sicilia.
Il vino, manco a dirlo, è prodotto con uve Vermentino e a produrlo è l’Azienda Agricola Culuccia il cui patron è l’imprenditore torinese Marco Boglione, con sua moglie Stella, fondatore della BasicNet, azienda proprietaria dei marchi Kappa Robe di Kappa, K-Way, Superga, Jesus Jeans, Briko e Sebago.
“Non avevo mai fatto nulla di simile” ha detto Pala, che ha utilizzato le nasse provenienti da un allevamento di ostriche per immergere le uve sott’acqua e creare la terza annata di Donna Ma’. “Un vigneto è a sette metri dall’acqua, l’altro a 11 metri di distanza. Il terreno è sabbioso, si sente il mare”.
La tecnica degli antichi greci riproposta oggi da alcuni coraggiosi produttori italiani di vino è diventata un caso internazionale capace di attirare l’attenzione di molti media stranieri. “Fu Omero a coniare il termine “mare color del vino”. Ora, 2.700 anni dopo la scrittura dell’Odissea, – scrive il quotidiano inglese – gli italiani stanno prendendo questa descrizione in modo piuttosto letterale”.
Il progetto realizzato sull’isola di Culuccia in Sardegna da Andrea Pala ha un profondo valore storico e scientifico, fondendo ricerca, sperimentazione e innovazione. “Si tratta di un I.G.T. Isola dei Nuraghi, disponibile in un’edizione limitata, al di fuori – conclude l’enologo – del disciplinare del Vermentino di Gallura Docg”.
L’ARTICOLO DEL TIMES: https://www.thetimes.com/world/europe/article/meet-the-italians-making-wine-the-ancient-greek-way-7wl5tn23q
Direttore Responsabile
Nell’ottobre del 2006 nasce a Bracciano con sede legale in Roma “ Epulae Accademia Enogastronomica Internazionale” e con essa Epulae News il nostro giornale quotidiano online.
Epulae nel 2009 come previsto per legge sposta la sede legale a Cagliari in quanto viene riconosciuta dalla Repubblica Italiana con DPR 361/2000 e iscritta in data 22 giugno 2009 nel registro delle persone giuridiche negli uffici del Governo della Prefettura di Cagliari.
L’associazione Epulae è stata costituita allo scopo di promuovere i prodotti più veri, diffondere la cultura enogastronomica e difendere così i prodotti più tipici della nostra agricoltura, sempre più a rischio di estinzione, in quanto minacciata dai prodotti massificati, geneticamente modificati e per questo economicamente più vantaggiosi.
Lavorare per la qualità costa fatica e denaro, ma la passione per l’enogastronomia e per la nostra cultura ci sostiene e speriamo sostenga i tanti produttori e chef che hanno scelto questa strada.
E’ proprio in questo mondo sempre più globale che l’attenzione per il “particolare”, il piccolo, il territorio diventa importante, soprattutto per difendere e far conoscere le identità locali, fonti insostituibili di crescita culturale.
Qualcuno potrà pensare che ci siano anche troppe associazioni che operano in questo settore, ma Epulae non è nata per mettersi in competizione con le altre, è più una variante nuova del classico concetto di associazione, è un grande ombrello sotto il quale trovano casa tante sezioni ognuna dedicata ad un settore specifico del grande mondo dell’enogastronomia. Esperti di vino, birra, distillati, acque minerali, miele, olio, salumi, formaggi, caffè, specialisti in scienze dell’alimentazione, chef, pizzaioli, maestri dell’arte bianca, pasticcieri, gelatieri, ecc., hanno all’interno di Epulae il proprio spazio d’incontro e di confronto, uno spazio che si espande e diventa un grande crogiuolo culturale dove le esperienze di ognuno e dei vari gruppi si fondono in un movimento unico di sostegno e di divulgazione della cultura enogastronomica. Epulae è il nome latino che identifica i cibi. E proprio nell’antica Roma, in occasione di feste religiose, ad alcuni cittadini romani veniva riconosciuto il diritto di banchettare pubblicamente in tavole imbandite dei migliori cibi e bevande, sotto la guida di un collegio sacerdotale.
Proprio come allora, anche oggi, nella nostra associazione ci avventuriamo alla scoperta dei cibi e delle bevande della nostra terra, sotto la guida dei maestri di Epulae, per conoscere, imparare e cogliere gli aspetti sensoriali e culturali dei cibi. Anche il simbolo della nostra associazione racchiude, in una visione artistica, i concetti cari ai soci fondatori ed ai nostri membri. L’anfora romana, recipiente per il trasporto delle derrate alimentari e del vino, viaggiava sulle navi per giungere alle tavole dei nobili commensali, portando con loro un carico di novità, cultura ed esotismo dal luogo di produzione alle tavole di Roma. Un modo per scambiare saperi e sapori e per unire sulle tavole i quattro angoli dell’Impero. Ed è sopra l’anfora, per i romani simbolo del corpo contenitore dell’anima, che si disegnano le onde del Mare Nostrum, il Mediterraneo, grande via di comunicazione del mondo antico e che ancora oggi rappresenta il luogo d’incontro di mondi e culture diverse, che sulle sue sponde si affacciano, si confrontano e si fondono. Ed è nelle terre che si affacciano sul Mediterraneo che sono venute a contatto le culture del mondo antico, luoghi di incontro dove sono nate tradizioni enogastronomiche uniche e spettacolari, fusione di gusti e di sapori che sulla tavola raccontano storie di scontri ed incontri tra il nord ed il sud del Mediterraneo.
Percorrendo lo stivale dal sud al nord, si scopre una tradizione enogastronomica ricca di sapori, elaborata ed arricchita nei millenni dai popoli che hanno attraversato l’Italia. Profumi e sapori che si incontrano e si fondono, dagli appennini alle alpi, raccontando storie e sapori di culture diverse. L’associazione è nata quindi con lo scopo di promuovere e diffondere la cultura alimentare, enologica, gastronomica e dell’analisi sensoriale attraverso attività di promozione, formazione, editoriali e turistiche.
L’associazione è presente con delegazioni o referenti nel Lazio, Veneto, Sardegna, Sicilia, Puglia, Calabria, Lombardia, Liguria, Piemonte, Toscana, Umbria e sedi estere negli Stati Uniti, Argentina, Nuova Zelanda Australia, Canada, Svizzera, Danimarca, Francia e Giappone. L’associazione opera suddivisa in sezioni, ognuna delle quali raggruppa uniformemente per competenze gli iscritti. Sommelier-enogastronomi, giornalisti di enogastronomia, analisti sensoriali degli alimenti, esperti degustatori, esperti in scienze dell’alimentazione, esperti in storia dell’alimentazione, chef in progress, rural chef pizzaioli, panettieri, pasticcieri, cioccolatieri, gelatieri e barman, che opereranno nelle proprie sezioni, per fare attività di promozione e formazione, organizzando corsi grazie ai quali i nostri associati potranno contare su opportunità di formazione continua, ampliare il proprio bagaglio di competenze, confrontarsi con i colleghi e acquisire attestati di qualificazione che ne certifichino le competenze teorico-pratiche.
Con questo spirito è nata anche Epulae News “Wine and Food Magazine”, la testata giornalistica online, anche organo d’informazione dell’associazione, attraverso la quale vengono promosse le attività, i corsi di formazione e le iniziative messe in campo dai nostri associati. Il giornale online sarà anche il luogo dove le varie delegazioni potranno promuovere le proprie attività, il territorio ed i prodotti locali. Uno spazio dove i soci potranno parlare delle proprie esperienze, suggerire iniziative e promuovere aspetti particolari della cultura enogastronomica, ma aperto anche ai lettori occasionali che vorranno inviarci il proprio contributo.