IN ETICHETTA I VOLTI STILIZZATI DI ERNESTO, SILVANA, MARCO E ANNA
Grafica rinnovata per sei referenze storiche della famiglia Balbinot, proprietaria della tenuta nel cuore delle Colline del Prosecco Superiore, che investe sulla ripartenza all’insegna del motto “To Be Happy”
San Pietro di Feletto, 3 giugno 2021_La cantina Le Manzane cambia volto alle proprie etichette e ci mette la faccia, anzi le facce di Ernesto, Silvana, Marco e Anna. La famiglia Balbinot, proprietaria della tenuta di San Pietro di Feletto nel cuore delle Colline del Prosecco Superiore oggi Patrimonio Unesco, rinnova il look dei vini fermi, in particolare degli autoctoni, e presenta una nuova referenza: un Pinot Grigio delicatamente macerato sulle bucce, elegante e raffinato, ma al tempo stesso versatile e moderno.
C’è voglia di ripartire all’azienda Le Manzane che investe su un nuovo progetto di restyling per sei dei suoi vini: Verdiso, Manzoni Bianco, Prosecco Tranquillo, Kaberlò, Cabernet e Pinot Grigio, l’ultimo arrivato, ma anche il primo ad “indossare” la nuova veste grafica.
Ed è il colore a contraddistinguere il nuovo Pinot Grigio: riflessi ramati che si rispecchiano nel calice e che fanno già presagire lo stile. «Questa tonalità è dovuta alla scelta di macerare leggermente le bucce – spiega il titolare Ernesto Balbinot – e mira ad esaltare le caratteristiche dell’uva, la sua complessità aromatica e di conseguenza anche la sua originale colorazione». Al naso rimanda ai profumi di glicine, gelsomino e frutta a polpa gialla. Leggermente vanigliato. Piacevolmente minerale avvolge in un morbido abbraccio il palato; la sua media alcolicità lo rende versatile negli abbinamenti con primi piatti e pietanze a base di pesce e verdure.
Il Pinot Grigio debutta in questi giorni sul mercato, mentre per le altre referenze gli imbottigliamenti saranno scaglionati e comunque, dopo il periodo estivo, saranno tutte disponibili.
La cantina Le Manzane intende, così, valorizzare non solo le bollicine, ma anche i vini fermi nella loro espressione territoriale più autentica. «Sicuramente seguiremo la via maestra del Prosecco Superiore e degli altri spumanti, ma non dimentichiamo i sentieri bellissimi che possono essere percorsi con i vini tranquilli, in particolare con gli autoctoni come il Manzoni Bianco e il Verdiso, nonché la versione ferma del Prosecco, ovvero quella senza le bollicine che rappresenta la declinazione più tradizionale del Glera», dichiara Balbinot.
La bottiglia scelta è una bordolese rivista nelle misure, altezza e larghezza, e nella forma, resa più elegante. «Per la grafica – aggiunge Balbinot – abbiamo subito pensato a qualcosa di moderno e dopo una o due prove si è accesa la lampadina delle nostre facce». Le etichette delle bottiglie, infatti, hanno i visi stilizzati di Ernesto, Silvana, Marco e Anna.
Ernesto è enologo ed ha sempre vissuto tra i vigneti, apprendendo molto dal papà Osvaldo. Supervisore dell’azienda, segue in prima persona la forza vendita. Silvana, moglie di Ernesto, ha abbracciato con passione il mondo del vino, diventando un punto di riferimento aziendale per quanto riguarda l’ufficio amministrativo. La nuova generazione de Le Manzane è composta dai figli Marco e Anna. Marco, enotecnico, segue tutte le fasi della lavorazione del vino e il wine shop, ma è spesso all’estero per promuovere i vini della cantina. Anna, dopo aver studiato marketing per il settore food & wine, oggi si occupa della comunicazione aziendale: pr, promozione del prodotto, social network, canali di comunicazione online e offline, fotografia.
«Per noi il valore della famiglia è fondamentale – conclude Balbinot – e proprio per questo motivo abbiamo deciso di realizzare una grafica che rappresentasse i nostri volti in maniera simpatica e sorridente, anche perché è nel nostro DNA; infatti il claim aziendale è “To Be Happy”».
La cantina Le Manzane si trova a San Pietro di Feletto, a metà strada tra le Dolomiti e Venezia, nella fascia collinare della provincia di Treviso, nel cuore delle Colline del Prosecco Superiore, proclamate il 7 luglio 2019 Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. L’azienda, a conduzione familiare, è fortemente radicata nel territorio trevigiano come produttrice da quasi 40 anni. La cantina, tra le più dinamiche e interessanti nel panorama enologico del Conegliano Valdobbiadene, distribuisce sia in Italia che all’estero raggiungendo 34 Paesi.
Direttore Responsabile
Nell’ottobre del 2006 nasce a Bracciano con sede legale in Roma “ Epulae Accademia Enogastronomica Internazionale” e con essa Epulae News il nostro giornale quotidiano online.
Epulae nel 2009 come previsto per legge sposta la sede legale a Cagliari in quanto viene riconosciuta dalla Repubblica Italiana con DPR 361/2000 e iscritta in data 22 giugno 2009 nel registro delle persone giuridiche negli uffici del Governo della Prefettura di Cagliari.
L’associazione Epulae è stata costituita allo scopo di promuovere i prodotti più veri, diffondere la cultura enogastronomica e difendere così i prodotti più tipici della nostra agricoltura, sempre più a rischio di estinzione, in quanto minacciata dai prodotti massificati, geneticamente modificati e per questo economicamente più vantaggiosi.
Lavorare per la qualità costa fatica e denaro, ma la passione per l’enogastronomia e per la nostra cultura ci sostiene e speriamo sostenga i tanti produttori e chef che hanno scelto questa strada.
E’ proprio in questo mondo sempre più globale che l’attenzione per il “particolare”, il piccolo, il territorio diventa importante, soprattutto per difendere e far conoscere le identità locali, fonti insostituibili di crescita culturale.
Qualcuno potrà pensare che ci siano anche troppe associazioni che operano in questo settore, ma Epulae non è nata per mettersi in competizione con le altre, è più una variante nuova del classico concetto di associazione, è un grande ombrello sotto il quale trovano casa tante sezioni ognuna dedicata ad un settore specifico del grande mondo dell’enogastronomia. Esperti di vino, birra, distillati, acque minerali, miele, olio, salumi, formaggi, caffè, specialisti in scienze dell’alimentazione, chef, pizzaioli, maestri dell’arte bianca, pasticcieri, gelatieri, ecc., hanno all’interno di Epulae il proprio spazio d’incontro e di confronto, uno spazio che si espande e diventa un grande crogiuolo culturale dove le esperienze di ognuno e dei vari gruppi si fondono in un movimento unico di sostegno e di divulgazione della cultura enogastronomica. Epulae è il nome latino che identifica i cibi. E proprio nell’antica Roma, in occasione di feste religiose, ad alcuni cittadini romani veniva riconosciuto il diritto di banchettare pubblicamente in tavole imbandite dei migliori cibi e bevande, sotto la guida di un collegio sacerdotale.
Proprio come allora, anche oggi, nella nostra associazione ci avventuriamo alla scoperta dei cibi e delle bevande della nostra terra, sotto la guida dei maestri di Epulae, per conoscere, imparare e cogliere gli aspetti sensoriali e culturali dei cibi. Anche il simbolo della nostra associazione racchiude, in una visione artistica, i concetti cari ai soci fondatori ed ai nostri membri. L’anfora romana, recipiente per il trasporto delle derrate alimentari e del vino, viaggiava sulle navi per giungere alle tavole dei nobili commensali, portando con loro un carico di novità, cultura ed esotismo dal luogo di produzione alle tavole di Roma. Un modo per scambiare saperi e sapori e per unire sulle tavole i quattro angoli dell’Impero. Ed è sopra l’anfora, per i romani simbolo del corpo contenitore dell’anima, che si disegnano le onde del Mare Nostrum, il Mediterraneo, grande via di comunicazione del mondo antico e che ancora oggi rappresenta il luogo d’incontro di mondi e culture diverse, che sulle sue sponde si affacciano, si confrontano e si fondono. Ed è nelle terre che si affacciano sul Mediterraneo che sono venute a contatto le culture del mondo antico, luoghi di incontro dove sono nate tradizioni enogastronomiche uniche e spettacolari, fusione di gusti e di sapori che sulla tavola raccontano storie di scontri ed incontri tra il nord ed il sud del Mediterraneo.
Percorrendo lo stivale dal sud al nord, si scopre una tradizione enogastronomica ricca di sapori, elaborata ed arricchita nei millenni dai popoli che hanno attraversato l’Italia. Profumi e sapori che si incontrano e si fondono, dagli appennini alle alpi, raccontando storie e sapori di culture diverse. L’associazione è nata quindi con lo scopo di promuovere e diffondere la cultura alimentare, enologica, gastronomica e dell’analisi sensoriale attraverso attività di promozione, formazione, editoriali e turistiche.
L’associazione è presente con delegazioni o referenti nel Lazio, Veneto, Sardegna, Sicilia, Puglia, Calabria, Lombardia, Liguria, Piemonte, Toscana, Umbria e sedi estere negli Stati Uniti, Argentina, Nuova Zelanda Australia, Canada, Svizzera, Danimarca, Francia e Giappone. L’associazione opera suddivisa in sezioni, ognuna delle quali raggruppa uniformemente per competenze gli iscritti. Sommelier-enogastronomi, giornalisti di enogastronomia, analisti sensoriali degli alimenti, esperti degustatori, esperti in scienze dell’alimentazione, esperti in storia dell’alimentazione, chef in progress, rural chef pizzaioli, panettieri, pasticcieri, cioccolatieri, gelatieri e barman, che opereranno nelle proprie sezioni, per fare attività di promozione e formazione, organizzando corsi grazie ai quali i nostri associati potranno contare su opportunità di formazione continua, ampliare il proprio bagaglio di competenze, confrontarsi con i colleghi e acquisire attestati di qualificazione che ne certifichino le competenze teorico-pratiche.
Con questo spirito è nata anche Epulae News “Wine and Food Magazine”, la testata giornalistica online, anche organo d’informazione dell’associazione, attraverso la quale vengono promosse le attività, i corsi di formazione e le iniziative messe in campo dai nostri associati. Il giornale online sarà anche il luogo dove le varie delegazioni potranno promuovere le proprie attività, il territorio ed i prodotti locali. Uno spazio dove i soci potranno parlare delle proprie esperienze, suggerire iniziative e promuovere aspetti particolari della cultura enogastronomica, ma aperto anche ai lettori occasionali che vorranno inviarci il proprio contributo.