
di Fulvio Falbo
Metzger non è solo una birra, qui a Torino è cultura popolare da quasi due secoli. Dal 1848 a oggi, il nome Metzger è sempre stato legato all’anima produttiva e sociale della città. Era il marchio che, come diceva Karl Metzger, il fondatore alsaziano, nel 1848 produceva quel “liquido amaro dissetantissimo e nutrichevole dal sapore speciale”. Ora, dopo un lungo periodo di assenza dagli scaffali – il marchio Metzger era stato ritirato dal mercato nel 1975, con una breve ripartenza tra il 2018 e il 2024 – la birra torna finalmente in Via Catania, con una nuova energia grazie all’imprenditore Marco Bianco.

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Marco Bianco, ex guida dell’azienda di famiglia Equilibra, dopo averla venduta a Unilever, ha deciso nella primavera 2025 di riportare in vita Metzger. Ha ricomprato il marchio e acquistato il birrificio, affiancato da Guido Palazzo per coordinamento e comunicazione, Davide Masoero nelle vendite e i birrai Pietro Lanzilotta e Francesco Giacomelli. In produzione c’è la supervisione tecnica di Giampaolo Tonello. Il progetto è molto aperto alle collaborazioni: Riccardo Miscioscia (La Piazza dei Mestieri di Torino) e Alessio Gatti (Canediguerra di Alessandria) hanno contribuito rispettivamente alle ricette della Helles Lager e della Modern IPA.
La filosofia produttiva di Metzger oggi è “artigianalità premium” e attenzione all’ambiente: materie prime selezionate, fusti riutilizzabili in acciaio e vetro, etichette in carta riciclata e adesivi wash off, gestioni pensate per ridurre sprechi d’acqua e valorizzare tutta la filiera.
Le nuove birre Metzger puntano tutto su eleganza e bevibilità. Nascono da lavorazione artigianale, selezione rigorosa delle materie prime e interpretazione contemporanea degli stili brassicoli, con un occhio sempre alla tradizione tedesca. Vengono prodotte sei birre pensate per diverse occasioni, tutte con una propria personalità: qualità, autenticità e beva semplice.
- Bionda Lager Helles: limpida, scorrevole, perfetta ogni giorno.
- Weiss classica: dorata, opalescente, fresca e con note speziate.
- Ambrata Vienna Lager: equilibrata, ricca di profumi tostati e frutta secca.
- Modern IPA: aroma agrumato e tropicale, un tocco veramente fresco e contemporaneo.
- Bock: gusto intenso, con sentori di caramello.
- Doppel Bock: birra scura, robusta e davvero incisiva.
Le birre saranno vendute principalmente nel canale HO.RE.CA, disponibili in fusti d’alluminio da 20 litri (a rendere), bottiglie da 33cl e 75cl (sono previsti servizio di ritiro e riutilizzo), e lattine. Per il 2026 ci sono già nuove referenze in cantiere.
Il birrificio non sarà solo il cuore della produzione, ma diventerà anche un centro di cultura birraria, in costante dialogo con la città. Nei prossimi mesi si potranno fare corsi, incontri e visite guidate, pensati per tutti gli appassionati che vogliono scoprire i segreti della birra.
Segnatevi queste date: dal 3 al 5 ottobre c’è il Metzger Fest, tre giorni tra degustazioni, incontri e iniziative gratuite su prenotazione. Sarà la prima vera occasione per vedere il nuovo birrificio, assaggiare tutte le birre e vivere la rinascita Metzger. Un’altra chicca: ogni secondo sabato del mese, dall’11 ottobre, parte il walking tour “Dall’Art Nouveau alla birra di Torino”, per scoprire il quartiere Rossini tra cultura, storia e birra, con tappa finale al birrificio per visita e degustazione. Il calendario aggiornato degli eventi potete trovarlo direttamente sul sito metzger1848.com.
Facciamo un salto indietro nel tempo. Metzger nasce a Valdocco grazie a Karl Metzger che sfrutta le acque fresche della Dora Riparia. Nel 1862 il birrificio si sposta in via San Donato 68, diventando presto un polo di riferimento. Con l’arrivo del figlio Francesco Giuseppe, formato nelle birrerie tedesche, l’azienda prende il volo: nel 1898 vince l’oro all’Esposizione dell’Industria Italiana di Torino e si afferma anche fuori dal Piemonte.
Nei primi anni del Novecento, l’architetto Pietro Fenoglio trasforma lo stabilimento in una perla di architettura liberty. Negli anni ’30, complice la politica autarchica, Metzger cresce a tal punto che esporta persino in Africa. La birra Metzger è protagonista delle serate al Santopalato, la prima taverna futurista d’Italia, tra piatti dai nomi stravaganti come brodo solare o aerovivanda.
La produzione regge anche durante la seconda guerra mondiale: si raggiungono 65.000 ettolitri all’anno e oltre cento tra operai e impiegati. Il dopoguerra però porta grandi cambiamenti societari: il marchio viene acquisito da una multinazionale, viene via via ritirato e scompare dal mercato nel 1975. Oggi l’ex stabilimento di via San Donato ospita un supermercato, ma resta ancora un simbolo di storia torinese.
E la comunicazione? Metzger ha sempre avuto un’immagine pubblicitaria moderna. Negli anni ’30 l’artista Nicolay Diulgheroff ridisegna la “M” in stile razionalista. Lo slogan “Chi beve birra campa cent’anni” diventa un marchio innovativo. La M di Diulgheroff campeggia oggi su tutte le nuove bottiglie, insieme all’iconico elefantino – segno di forza, affidabilità e continuità con la storia.
Non è finita qui. Accanto al birrificio, la famiglia Beccuti (già nota per il caffè Costadoro) nel 2023 ha aperto la Birreria Metzger, proprio al civico 45. Il locale abbina architettura industriale a design moderno, con soffitti alti e spazi curati. Un dettaglio cool: c’è persino un corner hi-fi dedicato agli amanti della musica in alta fedeltà, dove si può gustare birra ascoltando selezioni musicali di qualità. Un’esperienza completa tra gusto, storia e suono.
Insomma, Metzger ritorna. E questa volta punta a riaccendere la passione per la birra artigianale a Torino, portando con sé tutta la storia e una buona dose di novità.



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Nato nel 1975 a Torino, da oltre 25 anni lavora nel settore dell’IT.
Parallelamente, ha coltivato una forte passione per l’enogastronomia attraverso la laurea in “Scienze Economiche e Giuridiche”, con specializzazione in “Gastronomia, Ospitalità e Territorio”, diventando sommelier del riso e frequentando vari corsi nell’ambito dell’Olio. Appassionato di viaggi, curioso per natura è un collaboratore editoriale per Epulae News, organo ufficiale di Epulae Accademia Enogastronomica Internazionale, per la quale è referente di Torino e provincia e per La Gazzetta Del Gusto.