Nasturzio: pianta dalle mille virtù.
Di Sandra Ianni, sommelier ed esperta di cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche.
Il nasturzio è una pianta bella, versatile, dotata di ottime proprietà oltre ad essere completamente commestibile. Il nome scientifico è Tropaeolum, noto anche come Tropeolo; il nome deriva dal greco tropaion e dal latino tropaeum che significa trofeo, cioè il palo sulla cui cima, nel mondo classico, si legavano gli elmi e gli scudi dei nemici sconfitti in battaglia ed è proprio il modo in cui cresce la pianta a ricordare tale disposizione.
Originario del Sud America ha saputo presentarsi in Europa con le denominazioni volgari più disparate. Cardamindo è il nome più antico e risale alla fine del Cinquecento quando venne introdotto in Europa dagli Spagnoli. I primi esemplari di quelli che venivano chiamati flores de sangre furono consegnati a Nicolás Monardes, medico e botanico specializzato nello studio delle piante esotiche a cui si deve l’introduzione in Francia. Qualche anno la pianta dopo giunse in Inghilterra dove il medico erborista John Parkinson (1567–1650), famoso per esser stato il farmacista personale di Giacomo I e successivamente il botanico reale della corte di Carlo I, lo chiamò yellow larkes spurr cioè speronella gialla. Il Tropeolo venne introdotto in Italia, per la prima volta, direttamente dal Perù nel 1606 da padre Malocchi direttore dell’orto botanico di Pisa. Tuttavia il Tropeolo fu utilizzato in Italia solo a partire dal Settecento a seguito dell’introduzione da parte dei francesi che lo diffusero con il nome di Capucine, italianizzato poi in cappuccina, per via della somiglianza con un particolare copricapo dei monaci.
Il nome nasturzio, oggi comunemente usato da noi tutti ha un’origine più recente, quest’ultimo travestimento è anche il più subdolo, perché è stato sottratto ad un’altra pianta: il Nasturtium officinale, o crescione d’acqua, che con il Trapaeolum nulla ha da spartire.
Il Tropeolo, o Nasturzio che dir si voglia, è una graziosa perenne, coltivata come annuale, di rapida crescita e grande effetto sia in giardino, sia in vaso. Ha foglie tondeggianti e idrorepellenti. L’acqua che arriva in contatto le foglie forma delle grandi gocce che rotolano sul lembo della foglia fino a cadere: si tratta del cosiddetto effetto loto che è molto scenografico da osservare. Da giugno a ottobre la pianta produce fiori vistosi, grandi più di cinque centimetri, con colori che vanno dal giallo all’arancio, a volte anche screziati e rossi. I fiori delicatamente profumati emanano un odore pungente e speziato e sono molto amati dalle api.
Il Nasturzio possiede particolari proprietà curative che lo rendono una pianta medicinale molto preziosa. Ricca di vitamina C fu utilizzata dagli Inglesi contro lo scorbuto. Svolge, altresì, un’azione antibatterica e antimicotica, utile nelle infezioni del sistema urogenitale e dell’apparato respiratorio. Presenta un alto quantitativo di luteina, quindi, è correlata a molecole come il beta-carotene e la vitamina A, utili per la salute dell’occhio e per prevenire patologie della vista. E’ inoltre depurativa, diuretica e disinfettante, efficace per migliorare la diuresi e per eliminare le tossine dal sangue e dall’organismo. Per uso esterno, infine, in caso di ferite, piaghe e ulcere della pelle agisce come disinfettante e antibiotico, riducendo notevolmente il rischio d’infezioni. Tra i rimedi noti in floriterapia, come ad esempio i Fiori Californiani, corrisponde al Nasturtium, ritenuto efficace per stimolare lavitalità e lo spirito, nonché per colmare i periodi di “vuoto” temporanei quali eccesso di lavoro, intorpidimento delle emozioni accompagnato dall’irrigidimento del corpo fisico, svalutazione di tutto quello che è immateriale e non razionalmente percepibile, consigliato a quelli che lavorano, soprattutto, con l’intelletto, dimenticando il proprio fisico.
Il nasturzio è molto utile per tenere lontani gli afidi dalle piante in giardino: i semi di nasturzio contengono alcune sostanze che attirano gli insetti e gli afidi dalle piante, per proteggere le piante soggette all’attacco degli afidi si consiglia, quindi, di piantare in giardino alcune piante di Nasturzio. Un’altra proprietà interessantissima del nasturzio è che questo fiore tiene lontani afidi, formiche e lumache.
Il Nasturzio trova grande impiego in cucina: sia le foglie, sia i boccioli dei fiori hanno un gusto molto simile al crescione e sono ottimi per aromatizzare insalate, ripieni a base di carne, ravioli e panini. I semi novelli hanno un aroma più intenso e sono talvolta tritati nella salsa tartara, marinati in aceto sono simili ai capperi. I fiori interi, infine, possono essere utilizzati per abbellire i piatti di portata, nelle decorazioni di torte, come ingrediente ornamentale per le insalate o come condimento per i piatti saltati in padella. ll sapore delle foglie si presta ad essere associato a formaggi a pasta molle e alla mozzarella.
TROFIE AL NASTURZIO
Ingredienti per 4 persone: 320 gr di trofie, 20 foglie di nasturzio, 20 fiori di nasturzio, 2 spicchi d’aglio, sale q.b. e Olio evo q.b.
Preparazione:Lavate e asciugate foglie e fiori, cuocete la pasta in abbondante acqua salata, soffriggete l’aglio in olio evo, aggiungete le foglie spezzettate, aggiungete la pasta, emulsionate con un po’ di acqua della stessa se occorre e saltate le trofie al termine unite i fiori e servite decorando ogni piatto con un fiore al centro.
Sociologa, da circa trent’anni sommelier, ha conseguito nel 2009 il master in Cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche. Ha svolto attività di relatrice nei corsi di formazione di numerose associazioni di sommellerie e sin dal 2006 collabora con EPULAE Accademia Enogastronomica Internazionale, di cui è stata, tra l’altro, cofondatrice e vicepresidente nazionale. Ha rivestito il ruolo di Consigliere nazionale di Slow Food Italia e di collaboratrice della guida Osterie d’Italia, menrtre permane il suo contributo alla guida dei vini Slow Wine e l’attività di relatrice nei Master of Food®. Nel 2008 ha ideato l’originale manifestazione a carattere nazionale: Laghidivini, il festival dei vini prodotti sulle sponde dei laghi italiani, che si tiene annualmente sul lago di Bracciano (RM). Da circa dieci anni si occupa di gastronomia storica, con particolare riguardo al Ducato di Bracciano e ai vini medicinali. Nel 2018 ha pubblicarto il suo primo libro, un saggio sulla gastronomia e la cosmesi rinascimentale (Alla corte di donna Isabella De’Medici Orsini. Racconti e ricette-YCP) e ha dato vita al suo blog personale www.sandraianni.it. Tra le varie esperienze figurano numerosi interventi in convegni a carattere nazionale, membro di giuria in competizioni per bartender, concorsi enologici e in commissioni di valutazione di eventi di ricostruzione storica. Collabora, sin dal 2007 come articolista alla web magazine Food & Wine Epulae News per il quale dall’autunno scorso cura una rubrica dedicata alle piante eduli. Recentemente con la Web TV si.Channel.tv ha avviato un progetto di webinar sulla storia della gastronomia.