RECENTI IMPORTANTI NOVITÀ SUL VINO

Questa settimana, la fonte ispiratrice, è stato un post del Prof. Massimo Bonucci, fondatore e Presidente dell’ARTOI (Associazione Ricerca Terapie Oncologiche Integrate), un’organizzazione senza scopo di lucro, prima in Italia, volta a spiegare e sviluppare la Medicina Integrata nel cancro, quindi, anche con l’utilizzo di terapie complementari e nutrizione per la prevenzione.

Vediamo cosa dice: in una rivista scientifica di carattere internazionale (https://www.mdpi.com/2218-273X/11/7/1048) “Biomolecules 2021, 11, 1048” è stato pubblicato un lavoro, tutto italiano (Dipartimento di Scienze Chimiche, Università degli Studi di Napoli Federico II, 80126 Napoli, Italia; Centro Nazionale per la Ricerca e la Valutazione dei Farmaci, Istituto Superiore di Sanità, 00161 Roma, Italia; Istituto di Farmacologia Traslazionale, Consiglio Nazionale delle Ricerche, 00133 Roma, Italia; Centro di Ricerca Interdipartimentale sui Biomateriali, Università degli Studi di Napoli Federico II, Piazzale Tecchio, 80125 Napoli, Italia; Istituto di Biostrutture e Bioimmagini, Consiglio Nazionale delle Ricerche, 80134 Napoli, Italia) che ha dimostrato che due polifenoli, la polidatina (PD) e il resveratrolo (RESV) estratti dal vino, sono capaci di legarsi in maniera efficace sia con la Proteina Spike che con il recettore AGE2, più forte con la polidatina che col resveratrolo e “I saggi biochimici preliminari hanno rivelato una significativa attività inibitoria del riconoscimento ACE2:Spike con un effetto dose-risposta solo nel caso di PD.

Riporto le conclusioni del lavoro, che esprimono l’importanza di una tale scoperta:

Conclusioni

In questo lavoro, le capacità di legame dei composti naturali polidatina (PD) e resveratrolo (RESV) verso due bersagli chiave coinvolti nell’infezione virale SARS-CoV-2 – la proteina virale Spike e il recettore dell’ospite ACE2 – sono state studiate mediante simulazioni di docking molecolare.

In particolare, abbiamo qui studiato le interazioni di PD/RESV sia con Spike che con ACE2 come proteine separate, nonché con il loro complesso, attraverso un approccio computazionale basato sul docking molecolare, utilizzando le strutture molecolari PDB disponibili.

L’attracco molecolare mirato alle tasche superficiali di Spike e ACE2 vicino ai loro siti di interazione e l’interfaccia del complesso ACE2: Spike già assemblato hanno rivelato potenziali capacità di legame e inserimento da parte di ligandi PD e RESV. In tutti i casi, il legame previsto con PD è apparso più forte rispetto a RESV. Questi dati di Molecular Docking incoraggiano quindi ulteriori indagini computazionali volte a verificare l’interferenza o gli effetti di indebolimento di PD e RESV nel riconoscimento ACE2: Spike.

Inoltre, con l’obiettivo di supportare i dati ottenuti dalle simulazioni di docking molecolare, sono stati eseguiti saggi biochimici preliminari per valutare sperimentalmente la capacità di PD/RESV di interferire con il legame della proteina Spike con il recettore ACE2. I nostri saggi hanno evidenziato un effetto dose-risposta nel caso di PD che raggiunge un massimo di >20% ACE2: Spike binding inibitori a 250 μM di PD.

Anche se erano necessarie alte concentrazioni per ottenere un effetto significativo in questo tipo di esperimento, siamo stati incoraggiati dai risultati ottenuti a causa della nota assenza di effetti collaterali e tossicità del PD anche ad alto dosaggio, come dimostrato dal suo uso come prodotto nutraceutico (come integratore alimentare umano, la dose raccomandata di polidatina è di 160 mg / die per cicli di assunzione di almeno tre mesi) e in applicazioni cliniche.

Inoltre, abbiamo qui mostrato un saggio biochimico che non considera (i) diversi aspetti biologici del legame ACE2-Spike identificabili solo da saggi cellulari, ad esempio, il ruolo della multimerizzazione biologica, (ii) problemi di solubilità e stato di aggregazione dei polifenoli studiati, in particolare RESV, nelle condizioni tampone di saggio (non considerate dagli studi di modellizzazione), (iii) effetti sinergici derivanti dall’interazione di questi polifenoli con altre proteine virali chiave o altri bersagli dell’ospite, che potrebbero rafforzare il risultato complessivo.

Dal quadro attuale, il PD emerge come un potenziale candidato farmaco/agente protettivo, che può agire come una sorta di “maschera biologica”. Può inibire il legame di Spike all’ACE2 e quindi ridurre l’ingresso virale nelle cellule ospiti, essendo ben note anche le sue proprietà favorevoli come l’elevata solubilità in acqua e la stabilità metabolica, il buon assorbimento orale e l’assenza di effetti collaterali, nonché effetti benefici e protettivi durante l’infiammazione in particolare delle vie respiratorie.”.

Quindi, dal vino potrebbe nascere un potenziale farmaco/agente protettivo capace di contrastare la pandemia di questo secolo, perché presenta una struttura complementare al sito d’azione della Proteina Spike e del sito d’azione dell’ACE2.

Ma la polidatina presenta altre proprietà (http://www.polidal.it/polidal/cose-la-polidatina/):

UN RIMEDIO NATURALE

La polidatina è una molecola naturale con elevatissime proprietà antiossidanti, antiradicali liberi e antinfiammatorie, estratta dalle radici della Fallopia japonica, una pianta originaria della Cina e del nord-est asiatico.

Questa molecola è 50 volte più efficace del più conosciuto resveratrolo (una sostanza che deriva dalla polidatina per fermentazione e pertanto presente nel vino). L’elevata efficacia della polidatina è dovuta al suo totale assorbimento. Questo permette di raggiungere nei tessuti e in tutte le cellule concentrazioni molto elevate e attive.

La polidatina è un prodotto naturale senza nessun tipo di effetto collaterale.

FUNZIONI DELLA POLIDATINA

La polidatina ha una potente azione antiossidante e antiradicali liberi, è in grado di neutralizzare il danno cellulare, causa e concausa dello sviluppo di malattie e dell’invecchiamento, proteggendo così la salute dell’organismo.

1) Neutralizza tutti i radicali liberi e blocca l’ossidazione dei lipidi contenenti acidi grassi insaturi, a loro volta in grado di propagare l’ossidazione mediante una reazione a catena.

2) Agisce sia all’esterno della cellula sia al suo interno.

3) Ripristina l’equilibrio tra processi pro-ossidanti e processi antiossidanti eliminando lo STRESS OSSIDATIVO.

La polidatina è indicata sia come integratore di una dieta corretta nei casi di stress ossidativo di diversa origine, sia come supporto nel trattamento topico di disturbi o malattie della pelle.

Il resveratrolo è stato più ampiamente studiato nel vino, tanto da essere dosato analiticamente in diversi cibi.

Di seguito una tabella con le quantità di resveratrolo presenti in alcuni cibi.

Vino rosso    0,27 mg/100 ml

Vino rosé     0,12 mg/100 ml

Vino bianco  0,04 mg/100 ml

Cioccolato fondente 0,04 mg/100 g

Mirtillo europeo     1,82 mg/100 g

Uva nera      0,15 mg/100 g

Uva bianca  0,02 mg/100 g

Mirtillo rosso 3,00 mg/100 g

Ribes 1,57 mg/100 g

Fragole        0,35 mg/100 g

Arachidi      0.08 mg/100 g

Pistacchi     0,11 mg/100 g

 (Fonte Phenol Explorer)

Questa sostanza svolge delle azioni molto importanti nella vita della pianta. Il resveratrolo protegge la pianta dalle infezioni fungine e dai parassiti, inoltre la pianta lo sintetizza ogni qualvolta vi è una lesione della stessa, in virtù dell’azione cicatrizzante di questa molecola. A seguito di ciò il contenuto di resveratrolo nel vino, che non è molto elevato, varia in relazione alla varietà dell’uva, al tipo di concimazione, all’attacco di funghi o batteri, al suolo in cui le piante crescono ed anche alla lavorazione che l’uva subisce. Si trova in quantità maggiori nel vino rosso rispetto al vino bianco.

Da anni questa molecola è oggetto di innumerevoli ricerche, soprattutto da quando sono state scoperte le sue proprietà antiossidanti. Da tutte queste ricerche è emerso che il resveratrolo esercita molteplici altre azioni positive su varie funzioni organiche. Ne descriviamo alcune qui di seguito. Come abbiamo già accennato questa molecola è dotata di una spiccata attività antiossidante che deriva dalla sua azione antiradicali liberi. I radicali liberi sono molecole estremamente dannose. Potremmo definire queste molecole come proiettili impazziti che colpiscono tutto quanto li circonda, rompendo varie strutture della cellula, con conseguente alterazioni delle sue funzioni. Sono i radicali liberi i principali responsabili della maggior parte delle nostre malattie, specialmente in età avanzata. Sono loro la causa principale dell’invecchiamento cellulare e di tutto il nostro corpo. L’invecchiamento, i processi patologi vari, l’alterazione della maggior parte delle funzioni del nostro corpo, sono tutti derivanti dall’ossidazione attuata da radicali liberi prodotti in eccesso e non efficacemente neutralizzati. Questa capacità di neutralizzare i radicali liberi è una delle principali azioni del resveratrolo. Limitare l’effetto dei radicali liberi significa rallentare i processi d’invecchiamento e ridurre il numero di disturbi ad esso associati. Il resveratrolo ha anche spiccate attività anticancro. Anche quest’azione è da ascriversi all’attività antiradicalica di questa molecola, infatti sono i radicali liberi che molte volte alterando le varie strutture della cellula ed in particolare il DNA, innescano processi che portano allo sviluppo di processi neoplastici. Il resveratrolo non solo riduce il rischio d’insorgenza dei tumori, è anche efficace nel rallentarne lo sviluppo, frenando il processo cellulare che porta alla progressione di questa patologia. Il resveratrolo influisce anche sul metabolismo dei grassi ematici. In particolare, a livello sanguigno, abbassa i livelli di colesterolo cattivo (LDL) e di trigliceridi, con grandi benefici per tutto l’apparato cardiocircolatorio. Tale azione di protezione, a sua volta, è potenziata dall’azione antiossidante ed antinfiammatoria della stessa molecola. Ben sappiamo infatti quanto siano dannosi i processi infiammatori sull’insorgenza di patologia a carico del cuore e della circolazione. Questi stessi effetti antinfiammatori si esercitano con notevoli effetti benefici anche sul sistema nervoso. Molti studi hanno messo in evidenza gli effetti benefici del resveratrolo nel contrastare l’invecchiamento cerebrale e quindi i disturbi mentali propri della vecchiaia ed il morbo di Alzheimer. Il resveratrolo esercita la sua azione benefica anche sul metabolismo energetico. Questo fitocomposto attiva la funzione dei mitocondri. I mitocondri sono organelli presenti nella cellula, il cui compito principale è quello di fornire energia alla cellula stessa e pertanto a tutto il corpo, quasi fossero le stufe del nostro corpo. Si è osservato che il resveratrolo attivando le funzioni di queste strutture, può aiutare nella riduzione del peso corporeo. Sempre questa molecola può agire sul metabolismo degli zuccheri, infatti esplica una certa azione ipoglicemizzante in caso di diabete. Questo effetto pare sia dovuto al fatto che il resveratrolo attivi una famiglia di molecole presenti sulla parete cellulare, il cui compito è quello di trasportare il glucosio dal sangue all’interno della cellula, con conseguente riduzione della glicemia. Si è osservato anche che il resveratrolo ha un’azione positiva sulla funzione dei linfociti. Queste cellule sono tra i componenti principali del sistema immunitario; pertanto, questa molecola attua una migliore modulazione della immunità. Senza dilungarci ulteriormente, diciamo che questa sostanza ha anche una funzione antibatterica e antifungina, la stessa che attua nelle piante nelle quali è naturalmente presente.

Alla fine di questo breve articolo sul resveratrolo riportiamo alcuni dubbi sui quali per anni si è soffermata la scienza. Molte ricerche non hanno trovato, ai dosaggi comunemente assunti di resveratrolo, gli effetti sora citati. Si è detto che tutte queste azioni sono attuate solamente da alte dosi di resveratrolo, che equivalgono all’assunzione di decine e decine di litri di vino rosso al giorno. Alla luce di tutto ciò alcuni non hanno esitato a dire che tutto quanto scritto su questa molecola è esagerato se non addirittura falso. Ebbene da alcuni anni molte ricerche hanno scoperto che vari processi metabolici sono attivati da particolari sostanze, anche a dosaggi bassissimi. Oggi si ritiene che il resveratrolo attivi tutte queste reazioni, grazie ad un’azione di segnale. Questa è una scoperta molto interessante, in quanto non sono più necessari alti dosaggi di una sostanza, ma bastano quantità bassissime della stessa perché si abbia una risposta significativa. Ecco l’utilità anche di un solo bicchiere di vino rosso al giorno. Per concludere: recentissime ricerche hanno evidenziato che il resveratrolo ha anche un’azione antivirale, ha la capacità di bloccare la replicazione di alcuni virus.” (https://drchef.it/blog/vino-rosso-e-resveratrolo/)

Ma anche nella mia Sardegna c’è uno splendido esempio di effetti benefici del vino, il Sig. Antonio Argiolas, fondatore della “Cantina Argiolas” e papà del “Turriga” la mia passione tra i vini rossi della Sardegna, che ci ha lasciato nel 2009, ma all’età di 103 anni e che, in questa intervista di Luciano Ferraro, spiega i suoi segreti di vita centenaria.

Cannonau, il vino che fa vivere cent’anni (https://divini.corriere.it/2014/04/02/cannonau-il-vino-che-fa-vivere-centanni/)

02/04/2014 | di LUCIANO FERRARO

Antonio Argiolas, il fondatore dell’azienda, morto nel 2009 a 103. Alle sue spalle i figli gemelli Giuseppe e Franco

«Il segreto di vivere cento anni è la voglia di vivere e di fare. Io avevo sempre voglia di fare». Antonio Argiolas aveva un terzo segreto per la longevità: bere un bicchiere di Cannonau ad ogni pasto. Sembrava un vezzo, per il pioniere del vino sardo, morto nel 2009 alla felice età di 103 anni. Ora si scopre quel rituale che ha un fondamento scientifico. Luca Deiana, docente di biochimica clinica e molecolare all’Università di Sassari, ha studiato per 16 anni 3.000 centenari sardi, tra cui proprio Argiolas. Il progetto di ricerca si chiama AkeA: è l’acronimo della formula beneaugurante «A Kent’Annos».

Antonio Argiolas tra le barriques

La premessa è il vino, probabilmente l’antenato del Cannonau, esisteva nell’isola già nell’antichità, come dimostrano molti resti archeologici, tra cui i vasi di ceramica del XII secolo avanti Cristo, con tracce di acido tartarico, trovati nel novembre scorso in una tomba nei pressi del nuraghe Arribiu di Orroli. Epigrafi latine del II secolo dopo Cristo tramandano invece nomi di sardi ultracentenari.

«Dei 3.000 arruolati nel progetto – spiega Deiana – il 93% degli uomini e il 63% delle donne beve vino rosso soprattutto Cannonau, due bicchieri. Questa quantità, secondo i nostri esperimenti, ha un effetto benefico verso le cellule umane, perché le sostanze contenute nel vino (resveratrolo e acido cumarico), assunte dai nostri centenari, regolano l’equilibrio della produzione di radicali liberi».

La conclusione, secondo il docente, è che «due bicchieri di Cannonau bevuti durante i pasti contribuiscono, assieme ad altri fattori, a far vivere più a lungo».

Quando, nel febbraio scorso, usando i dati di un altro studio, ne parlò nella sua trasmissione televisiva il chirurgo americano Mehmet Oz, Argiolas vide aumentare del 60% le vendite negli Stati Uniti. «Il merito va alle proprietà antiossidanti, da 5 a 10 volte superiori agli altri rossi», spiega Valentina Argiolas, 36 anni, la nipote del fondatore ora alla guida dell’azienda con la sorella Francesca, il cugino Antonio, il padre Franco e lo zio Giuseppe.

Quel vino che sembra diventato un elisir di giovinezza, fino a una trentina di anni fa era tutt’altro che docile al palato, era robusto e muscoloso e arrivava a toccare i 17 gradi alcolici. Il patriarca Argiolas lo beveva comunque, come ha raccontato in «Io sono vissuto per la cantine» (Sara Cossu, Grafiche del Parteolla). Partito da 2 ettari è arrivato a conquistarne 300.

«Negli anni Settanta, davanti all’alternativa se incassare gli aiuti comunitari per spiantare le viti oppure dare una svolta all’azienda – racconta Valentina – il nonno puntò tutto sulla qualità: solo vitigni autoctoni, rese più basse in vigna, e stop agli stereotipi del Cannonau iperalcolico e difficile da bere. Abbiamo scelto uno stile internazionale e il successo è arrivato».

La terza generazione: Antonio, Francesca e Valentina Argiolas

Sia per il Costera, un Cannonau in purezza, sia, soprattutto, per il Turriga, il vino di punta dell’azienda, che contiene oltre al Cannonau altri 3 vitigni sardi: Carignano, Bovale e Malvasia nera. È stato prodotto per la prima volta nel 1988. «Annata ancora in ottima forma, ne abbiamo da poco aperta una bottiglia», assicura Valentina».

Ora Argiolas è diventata un’azienda da 2,5 milioni di bottiglie l’anno. Grazie al patriarca Antonio che di sé stesso diceva:

«Ho sempre lavorato di giorno e di notte. Con una forza di ferro. Il vino l’ho prodotto io e quindi sono io che ho fatto diventare grandissime le mie cantine».

Il Costera, Cannonau in purezza”.

Penso che si sia capito il mio entusiasmo per questa notizia. Da sommelier, da farmacista fitoterapeuta e da nutrizionista non posso che sperare in ulteriori sviluppi e ricerche, quindi, non mi resta che brindare con voi, sollevando un calice di buon vino rosso, ad un ritorno alla vecchia normalità.