Da qualche anno si dibatte sulla opportunità di utilizzo delle Tecnologie di Evoluzione Assistita (Tea) da applicare al miglioramento genetico delle piante coltivate, strumenti che permetterebbero aumentare la sostenibilità dei sistemi agricoli e la competitività delle imprese. Precisiamo che si tratta di Tecnologie differenti rispetto agli OGM (Organismi Geneticamente Modificati) tradizionali.
A sostegno di tale strategia il deputato Filippo Gallinella (M5S), presidente della commissione Agricoltura, è il primo firmatario della proposta di legge sulle TEA presentata all’esecutivo Draghi nel mese di dicembre scorso. Per il deputato: “I drammatici scenari internazionali e la crisi energetica riportano in primo piano l’autosufficienza alimentare. Un tema posto al centro del dibattito politico europeo dal premier francese Macron ma, a parità di popolazione, rispetto a noi la Francia può disporre del doppio degli ettari coltivabili. Pertanto, per raggiungere con risultati concreti i medesimi obiettivi in termini di autosufficienza alimentare, l’Italia non solo deve perseguire un aumento della coltivazione ma è necessario anche che, che accanto a un maggiore sforzo produttivo, l’esecutivo Draghi inizi a ragionare con serietà e determinazione sulle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA) in agricoltura”.
“Con le TEA, infatti – aggiunge -, aumenteremmo la nostra produttività, a parità di utilizzo di suolo, preservando le peculiarità della biodiversità italiana ma soprattutto potremo farlo senza scongiurare gli sforzi sulla sostenibilità ambientale che l’Europa sta facendo da anni e che sono al centro della prossima PAC, la Politica Agricola Comune”.
“Avremo così – prosegue – un minor impatto ecologico grazie alla riduzione nell’utilizzo di fitofarmaci per piante che aumentano la propria resistenza ai cambiamenti climatici. Con la mia proposta di legge diamo il via alla ricerca in campo aperti sugli organismi prodotti con tecniche di genome editing (mutagenesi sitodiretta) e cisgenesi, per fini sperimentali e scientifici sotto l’egida della ricerca pubblica, pratiche che accelerano ciò che gli agricoltori fanno da sempre nei loro terreni e che poco o nulla hanno a che vedere con altre tecniche oramai obsolete”.
Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea)
Nonostante sul piano normativo esiste una sentenza della Corte di giustizia UE del 2018, la stessa non chiariva la differenza tra TEA e OGM tradizionali. Inoltre, negli ultimi decenni sono stati fatti dei progressi sulla ricerca in materia di biotecnologie, progressi che di fatto rendono obsoleta la legislazione sugli OGM risalente al 2001.
Infatti, “Le nuove biotecnologie sostenibili, a differenza degli OGM tradizionali che prevedono il trasferimento di geni (transgenesi) tra specie diverse, si basano sulla combinazione di geni intraspecie (o sulla mutagenesi), con l’obiettivo di velocizzare processi che avverrebbero comunque in modo naturale”.
Queste nuove biotecnologie consentono di sviluppare varietà, non solo sicure da un punto di vista della tutela ambientale e della biodiversità, ma soprattutto più resistenti a malattie e condizioni climatiche avverse, come la carenza d’acqua, e capaci di garantire maggiori rese produttive e quindi minori costi economici.
Un confronto aperto
L’apertura sul piano normativo sulle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA) sarà la cartina di tornasole di un confronto, in atto ormai da anni, tra chi ne ostacola per motivi ideologici la loro applicazione e chi le sostiene con l’avallo della comunità scientifica internazionale.
Il dibattito tra sostenitori e detrattori di queste tecnologie è abbastanza caldo. L’agricoltura smart e il Gree Deal non possono tenerne conto, soprattutto, per evitare di ritrovarsi tra qualche decennio a dover comprare sementi, attrezzature, ecc. da Paesi concorrenti ottenuti con Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA).
Agronomo, storico dell’enogastronomia mediterranea, scrittore e giornalista. E’ stato presidente regionale dell’ARGA, Associazione Regionale dei Giornalisti esperti in agricoltura, ambiente, agroalimentare, turismo rurale, pesca e territorio, organo di specializzazione della Federazione Nazionale della Stampa, scrive per diverse testate giornalistiche nazionali. E’ presidente regionale e vicepresidente nazionale dell’Accademia Internazionale Epulae, segretario generale della Federazione Internazionale dei Giornalisti e Scrittori di Turismo (Flai – Fijet). Ha insegnato Enogastronomia, Vitivinicoltura, Agroalimentare e Turismo Rurale (Terza area) presso gli Istituti Professionali Alberghieri ed Agrari: Paolo Borsellino di Palermo, Ugo Mursia, Sen. G. di Molinari di Sciacca e Calogero Don Vincenti di Bisacquino, nonché in diversi corsi di formazione di Enti Professionali. E’ stato componente come giurato di diverse gare enogastronomiche a carattere nazionale.
Ha al suo attivo diverse pubblicazioni come: I prodotti dell’Isola del sole, Sicilia Rurale, Guida all’Agriturismo siciliano, edizione 2007 e 2008, La Sicilia a cavallo, Sicilia the Excelland, Guida alle agevolazioni contributive e creditizie in agricoltura, per conto della Regione Siciliana; La Riserva Naturale Orientata dei Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio; La Riserva Naturale Orientata di Monte Carcaci; La Riserva Naturale Orientata di Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco, per l’Istituto Poligrafico Europeo; Il Parco dei Monti Sicani, Edizione Sikana Progetti d’Arte; I pani votivi di S. Giuseppe a Chiusa Sclafani e la mostra etnografica di Palermo (1891/92), Ispe Archimede; Atlante del pane di Sicilia, per il Consorzio “Gian Pietro Ballatore”; Cento e più idee per valorizzare le aree rurali, Ed. Ispe Archimede; Cuscus: Storia, cultura e gastronomia, Casa Editrice AGRA Roma; I frutti di Sicilia nell’opera di Gianbecchina con testi di Mario Liberto, Andrea Camilleri, Maria Luisa Spezzani, per il Consorzio Agrario di Palermo; Legumi: gioielli d’Italia, Casa Editrice AGRA Roma; La cucina dei Monsù nel Regno delle Due Sicilie, Ed. Kalòs; Couscous Koinè culturale dei popoli, Ed. Kalòs; Legumi sostenibili: buoni per buongustai, vegetariani e vegani.