Il CIPESS destina 900 milioni di euro per i Contratti di filiera e di distretto.


Saranno 900 milioni di euro le assegnazioni da parte del CIPESS finalizzati alla copertura di parte del contributo per il finanziamento agevolato dei Contratti di filiera e di distretto, a valere sul 30% delle risorse residue del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI).
L’approvazione del finanziamento risulta di fondamentale importanza per lo scorrimento della graduatoria dei progetti già presenti nell’ambito del IV Bando 2015-2020 “Contratti di filiera e di distretto” nel settore agroalimentare e permette di raggiungere gli obiettivi prefissati dal Fondo Complementare e dal PNRR. Le risorse messe a disposizione sono fondamentali per poter replicare e implementare gli aiuti alle filiere e ai distretti mediante contributi a fondo perduto in conto capitale e finanziamenti a tasso agevolato.
Sono contratti che vengono stipulati tra i soggetti della filiera agroalimentare e il Ministero per rilanciare gli investimenti nel settore agroalimentare al fine di realizzare programmi d’investimento integrati a carattere interprofessionale aventi rilevanza nazionale. Tali contratti, partendo dalla produzione agricola, si sviluppano nei diversi segmenti della filiera agroalimentare, intesa come insieme delle fasi di produzione, trasformazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti agricoli e agroalimentari. Le filiere possono essere di tipo verticale, ad esempio, quando è presente uno stabilimento di trasformazione e tutti i suoi conferenti, oppure di tipo orizzontale come nel caso di più aziende primarie che, accomunate da determinate caratteristiche del loro processo produttivo, decidono di enfatizzare degli aspetti comuni dando origine ad un marchio. Un’ulteriore distinzione tra le filiere è che possono essere a carattere interregionale ed avere in tal caso il Mipaaf come diretto interlocutore, oppure carattere regionale ed interloquire quindi con la Regione di appartenenza. Introdotti per la prima volta, come dicevamo, nell’ordinamento dalla legge finanziaria del 2003 al fine di favorire l’integrazione di filiera del sistema agricolo e agroalimentare, nonché il rafforzamento dei distretti agroalimentari limitatamente alle aree sottoutilizzate, dal 2011 è stata disposta la loro estensione a tutto il territorio nazionale.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza individua 6 Missioni, ovvero sei ambiti di intervento tematici, nei quali l’Italia ha suddiviso investimenti e riforme. Tra queste, la Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” include la componente 2.1 “Agricoltura sostenibile ed economia circolare” all’interno della quale sono inseriti appunto i contratti di filiera.
Inoltre, con il D.L. 59/2021 è stato approvato il Piano nazionale per gli investimenti complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza, strumento che integra con risorse nazionali gli interventi del precedente e nelle cui misure sono compresi i “contratti di filiera e di distretto” come misure complementari alla citata Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, che a sua volta include la componente 2.1 “Agricoltura sostenibile ed economia circolare” del PNRR. L’obiettivo di tali interventi è quello di indirizzare e favorire la crescita economica delle filiere agroalimentari preservando e migliorando le condizioni dello stato dell’ambiente, e tentando di coniugare il rilancio economico con la tutela delle risorse ambientali, motivo per cui si ritiene importante che i progetti promuovano lo sviluppo sostenibile garantendo il buono stato dell’ambiente e perseguendo gli obiettivi ambientali dettati dall’Europa ed in particolare dalla Politica Agricola Comune (PAC), dal Green Deal europeo e dalla strategia denominata “Dal produttore al consumatore”, ovvero quelli di combattere i cambiamenti climatici, proteggere le risorse naturali e migliorare la biodiversità.