Non solo rosé: i vini della sabbia sono il nostro esotismo vicino.

Chi è esperto o amatore di vino sa bene che il suo mondo è ricco di diversità. Ogni regione riesce infatti ad offrire un terroir e dei sapori unici che sono legati a caratteristiche climatiche, savoir faire umano e ricchezza o povertà del suolo. Per tradizione e per cultura la Francia è uno dei leader mondiali della produzione vinicola e tra i suoi tesori meno conosciuti ci sono i Vins de Sable de Camargue. Situati nella regione mozzafiato della Camargue dove il fiume Rodano incontra il Mar Mediterraneo, questi vini sono un vero e proprio riflesso del loro ambiente.

La Camargue è terra di paludi, saline e fenicotteri rosa e vanta un caratteristico terroir costiero che plasma il carattere dei suoi vini. I terreni sabbiosi della regione, risultato dei sedimenti depositati dal fiume Rodano e dall’azione congiunta di mare e vento offrono una base fertile per la viticoltura. Questi terreni sabbiosi ben drenanti, combinati con le influenze marittime del vicino mare, creano condizioni ottimali per la coltivazione dell’uva.

I Vins de Sable de Camargue sono prodotti principalmente con vitigni tradizionali come Grenache (nelle varianti grigio e nero), Syrah, Cinsalt, Mourvèdre e Carignan. Queste uve prosperano nel clima mediterraneo, beneficiando dell’abbondanza di sole e delle influenze marittime. I terreni sabbiosi, uniti alle temperature calde della regione, permettono alle viti di sviluppare sentori eleganti di piccoli frutti rossi, agrumi, erbe mediterranee legate da un elemento salino che rende questi vini davvero unici al mondo. I vins de sables possono essere vinificati in bianco, grigio, grigio di grigio e rosso. Tuttavia, circa il 90% della produzione riguarda i grigi e i grigi di grigi che altro non sono che varianti ancora più chiare di rosé

Ne sa qualcosa Chloé Leygue che ormai da quattro anni è guida il Domaine Terres de Sable a Aigues Mortes, città medievale famosa per le crociate di Luigi IX di Francia. “Ho scelto di abbandonare la mia carriera nel marketing e di riavvicinarmi alla mia famiglia”, ci confida mentre visitiamo la sua tenuta, acquisita solo 4 anni fa. Ettari di grenache gris circondano un mas provenzale, tipica villa di campagna della zona a cui si accede tramite una strada di platani e cipressi. Chloé vorrebbe che i suoi vini rispecchiassero la terra da cui vengono e i clienti che li comprano. Di sicuro, le sue due linee di produzione rispecchiano lei: essenziali ed eleganti. Le notti (bianche, fauves e blu) sono soprattutto dei blend di vitigni e colgono l’essenzialità di quelle paludi salmastre in cui l’unico rumore è quello del vento.

Chloé Leygue

Le Sagne (nome preso in prestito dalle tipiche canne con fiore della Camargue) invece si concentrano sull’eleganza dei sentori. In particolare, il Sagne bianco è in realtà un blanc de gris, citazione della champagne portata in Camargue. Aver lavorato nel marketing parigino aiuta, ma questo vino è davvero unico. Vinificato con uve grigie di Grenache in bianco, al naso i delicati fiori bianchi lottano con un accenno di salinità e con un’idea di piccoli frutti rossi, tutto condito da una sottostante nota agrumata che rende l’insieme degno di una tavola delle grandi occasioni.

In cantiere ci sono anche due altri tipi di vino, una vendemmia tardiva e un vin de voile. Come la sua terra, anche Chloé e i suoi vini sono in continua evoluzione. Sintomo di una mente inquieta in una regione che attira turisti, investimenti e futuro.