Pascal Jolivet, un Sauvignon che sa molto di Champagne e un Pinot nero che sa di Borgogna.

Agli italiani il Sauvignon è quel vitigno che fa venire alla mente il Friuli di Livio Felluga o, ai più internazionali, i vini del nuovo mondo e specialmente quelli di Marlborough in Nuova Zelanda. Non bisogna dimenticare però che è nella Francia centro-occidentale che questo vitigno ha affondato, letteralmente, per la prima volta le sue radici. Non siamo ancora certi sul “dove” esatto, dato che alcuni pensano alla zona bordolese di Leognan-Pessac ed altri alla Loira di Sancerre, Pouilly o Menetou.
Al Vinexpo 2024 di Parigi ho avuto la fortuna di degustare i vini di Pascal Jolivet, cantina iconica proprio di Sancerre che offre diverse tipologie di prodotti. Tutti pero’ sono accomunati dalla sua filosofia, che è incentrata sull’idea che il vino debba essere una rappresentazione autentica del territorio da cui proviene. Questo approccio, nel suo caso, si traduce in vini che esprimono chiaramente le caratteristiche del terreno e del clima della Loira. Lo stile di produzione è caratterizzato dall’enfasi sull’eleganza data dalla purezza, sulla freschezza data dall’acidità e sull’espressione fruttata data dalla vinificazione. La macerazione prefermentaria è molto presente, specialmente nei Caillottes e Terres Blanches, che combinano agli aromi di agrumi e fiori bianchi un interessante sostrato di silex. Infatti, ogni terroir ha la sua identità e la “biovinificazione” di Jolivet permette di sublimare i quattro terroir di Sancerre e di Pouilly (di cui tre principali): calcare (40% della denominazione), argilla-calcarea (40% della denominazione), pietra focaia (15% della denominazione) e marasca (5%, Bué e Crézancy). Questi due vini, naturalmente a base 100% di Sauvignon, esprimono le caratteristiche del calcare di Sancerre e dell’argilla-calcarea di Pouilly Fumé. L’affinamento sui lieviti arriva direttamente dalla Champagne, terra d’origine dei Jolivet, da cui Pascal ha imparato l’arte e l’ha applicata anche nella Loira. Questo metodo rende i suoi vini più corposi, intensi e complessi.

Una menzione speciale anche per i rossi della casa, specialmente per il Bondenotte, un 100% Pinot Nero di Sancerre estremamente vellutato con una forte presenza di frutti neri.

Le vecchie vigne conferiscono al vino una forte intensità, potenziata dall’affinamento che passa per botte borgognona. Insomma, una cantina di eccellenza che dovrebbe renderci fieri, dato che l’enologa di riferimento è italiana e si chiama Valentina Buoso.