– Ben-Essere – LA RESTANZA NELLA CASA DELLE ERBE DELLA LOCRIDE.

La Calabria è una terra che non finisce mai di sorprenderti, come del resto la profonda e seria determinazione di alcuni dei suoi figli. Sinceramente di storie belle sulla Calabria, fuori della Calabria, si fatica a trovarne. Generalmente quando qualcosa emerge agli onori della cronaca nazionale o sono notizie legate a malfunzionamenti e disservizi, o riferimenti alla ‘ndrangheta.

Eppure la Calabria è molto altro. Personalmente la conosco attraverso le mie amiche, attraverso i libri di Vito Teti, gli appelli di Nicola Gratteri, l’oreficeria di Gerardo Sacco, lo splendido profumo di bergamotti, gelsomini e vini. Senza esagerare o andare a disturbare scienziati come Dulbecco, o filosofi come Campanella o Cassiodoro. In Calabria ci sono molti uomini e donne che ogni giorno nella loro piccola realtà lavorano ad un progetto, ad un’idea di una Calabria diversa.

La Casa delle Erbe e delle Agriculture della Locride

A tal proposito voglio raccontarvi, una realtà che conosco personalmente, quella della Casa delle Erbe e delle Agriculture della Locride. Voluta da Marò D’Agostino, architetto/paesaggista e artista, che dopo una lunga esperienza romana ha deciso di rientrare. Ha dato forma e senso alla sua restanza nella Locride, una forma di gratitudine profonda e sentita per la sua terra. Intesa come territorio calabrese ma anche come terreno di proprietà della sua famiglia materna. Nel 2003, alcuni terreni dove insistevano uliveto, agrumeto, frutteto, querceto, aree seminative, orto e un casolare in pietra di fine Ottocento, sono stati sottratti all’abbandono e all’incuria seguiti alla morte dei nonni. La ripresa è stata avviata su un doppio binario di attività rigenerative e di consapevolezza, con due concetti guida che le conferiscono una permanente progettualità: da una parte memoria e dall’altra incessante ricerca.

Le peculiarità

La Casa delle Erbe della Locride costituisce un modello unico e un laboratorio culturale e colturale permanente. Dal 2017, con la nascita dell’omonima associazione culturale, è aperta alla fruizione. Una delle finalità principali è costituita dalla tutela della biodiversità botanica e paesaggistica. Propone un insieme di attività di riconoscimento, catalogazione, monitoraggio e utilizzazione delle erbe spontanee e delle loro proprietà alimurgiche, curative, estetiche e creative. Nonché di tutti quei i fiori e frutti che il microclima del luogo e l’ amenità, di una valle equidistante e vicinissima all’Aspromonte e al mar Ionio, elargisce in ogni stagione. Immerso nel verde e delimitato da due ruscelli è il giardino terapeutico elementale; un’oasi di benessere non confezionato. Il luogo ideale per chi voglia usufruire di riposo salutare, alimentazione selvatica e di cure naturali, oppure partecipare ai percorsi sensoriali o connettersi alla dimensione magica della Natura in celebrazioni rituali e cicliche stagionali.

Il contributo della Casa nella salvaguardia del territorio

Essere pionieri e visionari espone a dei rischi. Soprattutto, paradossalmente, se l’obiettivo è la salvaguardia del bene comune come la grande battaglia contro l’installazione di pale eoliche di fronte al Monte Tre Pizzi. L’azione di Marò, che ha chiamato a raccolta nel paesino di Antonimina un centinaio di persone, provenienti da tutta la regione, non ha potuto impedire che la pala d’acciaio si ergesse a squilibrare l’assetto di un paesaggio unico e complesso ma ha contribuito ad innescare una reazione di consapevolezza. Azione condotta ora da vari Comitati locali, convinti sulla necessità che i cittadini e le comunità siano partecipi criticamente alle scelte che si fanno sui loro territori e sul loro futuro.

Esiste un profondo desiderio ed una ferrea volontà di generare un nuovo senso dei luoghi. Nonostante che la pandemia, l’emergenza climatica e le grandi migrazioni sembra stiano modificando il nostro rapporto con il corpo, con lo spazio, con gli altri, e pongano l’esigenza di immaginare nuove comunità, impongono a chi parte e a chi resta nuove pratiche dell’abitare.

Permane la lotta quotidiana di chi vorrebbe che un giacimento culturale come questo non sparisse per una carenza di piogge, che dura da tredici mesi, e per il prosciugamento delle fonti d’approvvigionamento idrico in un luogo come Antonimina rinomato per la ricchezza di fonti compresa quella termale.

Le attività

Sempre lei, Marò D’Agostino, impegna tutte le sue energie in quest’ impegno che non è solo ideologico e fisico ma è una lotta per tutti noi, per dare corpo ad un nuovo senso dei luoghi e dell’abitare; è una fucina di idee, ha organizzato negli anni incontri, dibattiti culturali e didattici, reading, concerti, happening, esperienze di scuola lavoro artistici, tutto, con l’intento di connettere gli individui e sperimentare dialoghi e conoscenza tra le persone la natura e i luoghi. La Casa è un laboratorio permanente di agricoltura organica, rigenerativa e naturale.

Tutte le idee e le attività, infine, convergono nell’opera di ricerca tipologica, botanica e storica per la definizione del giardino calabrese di cui la Casa delle erbe della Locride, di fatto, costituisce il modello reale. Il prossimo appuntamento nella sua oasi è quello con Sandra Ianni autrice del libro “FAME DI FIORI. Nutrirsi di bellezza” (YCP 2024) dedicato ai fiori commestibili, la cui prefazione è stata scritta proprio da Marò D’agostino che sottolinea l’invito a riprendere a coltivare il giardino del corpo e dello spirito e a nutrirsi della bellezza della natura.

FUORI ROTTA edizione 2024 a cura di Marò D’Agostino: “Fame di Fiori. Nutrirsi di bellezza, conversazione con l’autrice, domenica 4 agosto 2024 h 18.30 presso la Casa delle Erbe della Locride (Contrada Barbaro – Antonimina (RC) per info: 3394018497 FB https://www.facebook.com/Casadellerbe)