I vini del futuro secondo Pietro Russo, Master of Wine rigorosamente italiano.

Di Francesco Piccat.

La sfera di cristallo non ce l’ha nessuno, ma le competenze per capire quali possano essere le tendenze del vino di domani si’. A margine della sua Masterclass al Taormina Gourmet on Tour incontro Pietro Russo, uno degli unici tre Master of Wine italiani al mondo. Titolo della sua conferenza e degustazione associata è “Il sorso del futuro”, e nella sua introduzione fa emergere delle tendenze: beviamo già e berremo sempre più vini più profumati al naso, più scarichi di colore, con meno struttura ed evoluzione ma con grado alcolico ancora variabile. In sintesi, più naso che palato, meno legno (cattivo) e meno corpo. Siamo definitivamente usciti dall’era Parker e ci inoltriamo in un mondo in cui la sostenibilità, il riconoscimento dell’unicità dei terroir e dei vitigni locali avranno sempre più peso.

Chiedo a Russo se questi vini sono già i più consumati e richiesti, specialmente dai Millenials: “Si, perché rispondono alle esigenze del consumatore moderno e contemporaneo e perché rispettano la tipicità delle varietà del luogo d’origine”.

Nella foto: Pietro Russo e Francesco Piccat

Russo aggiugne che “questo non preclude pero che anche DOC importanti del passato prossimo e che rimandano a stili di vino ormai superati, come Bordeaux, trovino nuove dimensioni con vini più equilibrati, dimenticando i vini inchiostro degli anni duemila”.
Nella sua masterclass Russo ha presentato vini che spaziano dalla Schiava al Frappato, Nord e Sud d’Italia, “vini non necessariamente più semplici ma con aromi più evocativi, più facili da capire, e al palato le loro strutture meno importanti permettono un loro consumo senza necessariamente il pairing”.

Sono “vini da sbicchierare, che rimandano a un consumo più frivolo e disinvolto” proprio come vuole il consumatore di oggi.

Chiedo infine se questi vini italiani innovativi incontrino una domanda estera, o se all’estero quando si pensa all’Italia si pensa sempre e solo ai Barolo, Brunello, Amarone.

“Sono due le soluzioni, la prima è un cambio di stile restando sempre nelle DOC più riconosciute, e la seconda è un massiccio investimento in comunicazione e marketing per le nuove realtà emergenti”.

La stella d’Italia brillerà.