
Sì è svolto il 13 giugno 2025 al Chiostro del Carmine del Consorzio UNO di Oristano, l’incontro di presentazione dei due più importanti Consorzi di Tutela: Cannonau di Sardegna e Vermentino di Sardegna. Sembra ombra di dubbio le due denominazioni di vini della Sardegna strategiche.
All’incontro, dopo i saluti di benvenuto del Presidente del Consorzio UNO, hanno preso parte:
• Gianfranco Satta , Assessore, Agricoltura e Riforma agro – pastorale
• Giovanni Pinna , Presidente Consorzio Vermentino di Sardegna
• Mario Mereu , Presidente Consorzio Cannonau di Sardegna
• Luca Mercenaro , Università degli Studi di Sassari
• Mariano Murru, Presidente Assoenologi
• Renzo Peretto, Agenzia Laore
• l’incontro è stato moderato da Roberto Ripa, giornalista de L’Unione Sarda.
Per capire l’attuale organizzazione dei consorzi di tutela dei vini sardi credo che valga la pena e soprattutto che possa aiutare un breve riassunto sulle denominazioni di origine regionali (DOCG e DOC).
Oggi la Sardegna può rivendicare 17 DOC e una DOCG
È curioso osservare che/come la maggior parte di queste denominazioni non riporta/tino principalmente il nome del territorio di origine ma di fatto il nome del vitigno seguito dal luogo. Solo per fare qualche esempio: Vermentino di Gallura, Vermentino di Sardegna, Cannonau di Sardegna, Carignano del Sulcis, Vernaccia di Oristano, Malvasia di Bosa, Nuragus di Cagliari, Moscato di Sorso Sennori. Sono veramente poche le DOC che fanno espressamente riferimento al territorio, Mandrolisai, Alghero, Arborea, Terralba e Cagliari.
Questa breve introduzione per capire che, qualora si volessero tutelare e promuovere dette denominazioni, verosimilmente dovrebbe esistere un consorzio per ognuna di esse. In parte questo è successo e così negli anni sono proliferati i consorzi di tutela. In alcuni casi, in modo paradossale e per motivi troppo lunghi da spiegare in questo contesto, sono stati generati addirittura due consorzi per una stessa denominazione (vedasi Vermentino di Sardegna e Cannonau di Sardegna). Ovviamente l’aspetto maggiormente negativo di questa bizzarra situazione è stata la divisione tra i produttori, la relativa diluizione di risorse economiche ed umane e l’ovvio immobilismo delle attività di tutela e promozione. Per questi motivi negli ultimi due anni i rappresentanti delle denominazioni maggiormente rappresentative hanno finalmente lavorato di concerto con l’obiettivo di riunire i produttori ed evitare queste dispersioni.
L’impresa non è stata facile e per realizzarla si son dovuti fare numerosi incontri per convincere i produttori, coinvolgerli, farli partecipare al rinnovo delle cariche sociali e condividere insieme la programmazione dei prossimi anni.
Oggi il Consorzio del Vermentino di Sardegna, che ha come presidente Giovanni Pinna (Tenute Sella&Mosca) e come vicepresidente Francesca Argiolas (Cantina Argiolas), conta 50 soci che producono e rivendicano la denominazione dal sud al nord dell’isola su una superficie di circa 2.000 ha, con una produzione di circa 135.526 q.li di uva, di 122.634 hl certificati e di 15.001.044 bottiglie prodotte.
Quello del Cannonau di Sardegna, che ha come presidente Mario Mereu (Tenute Perda Rubia) e come vicepresidente Sandro Murgia (Cantine di Dolianova), ha 88 soci da tutta l’isola che lavorano su una superficie di 2.025 ha, con una produzione di circa 98.404 q.li di uva, di 67.214 hl certificati e di 7.790.000 bottiglie prodotte.
Entrambi i consorzi, di concerto, hanno voluto spostare le proprie sedi presso il Consorzio UNO di Oristano, già sede del corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia e della sezione regionale di Assoenologi e dove usufruiranno di una stessa segreteria. Una posizione strategica sia per la posizione baricentrica sia per concentrazione di figure strategiche e attività attinenti.
Molto è stato fatto per riuscire a realizzare questa prima parte del progetto, tuttavia, ancora tanto rimane da fare per dare struttura e gambe ai due neonati consorzi. I propositi dei rispettivi Cda sono buoni, la volontà non manca, rimane comunque indispensabile il contributo di ogni singolo socio perché, come si dice, è solo insieme che si va lontano.

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