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I cocktail delle First Ladies al Sofitel di Washington

di Leonardo Felician

Quando l’eleganza parigina incontra il potere di Washington, nasce un luogo dove ogni dettaglio racconta una storia di raffinatezza transatlantica. Il Sofitel Washington DC Lafayette Square non è soltanto un hotel, ma un ponte culturale tra due capitali, un’oasi di stile europeo a pochi passi dal simbolo più iconico della democrazia americana.

La posizione è tutto, si dice nel mondo dell’immobiliare. E questo hotel del Gruppo francese Accor lo dimostra. Aprendo le tende della camera d’angolo, soprattutto delle spaziose camere d’angolo, si ha davanti agli occhi una vista che abbraccia la città come un palcoscenico: in queste stanze panoramiche si ha il privilegio di sentirsi contemporaneamente ospiti e spettatori della vita politica americana. La Casa Bianca è talmente vicina che sembra di sentire l’aura del suo potere.

Le 237 camere distribuite su 11 piani rappresentano un equilibrio studiato tra intimità boutique e capacità di accoglienza, dove ogni ospite può sentirsi unico senza perdersi nell’anonimato dei grandi complessi alberghieri.

Ma il Sofitel è anche pensato per chi lavora, per chi decide, per chi negozia. Al piano terra e al primo piano, otto sale riunioni attendono CEO, diplomatici e decision maker. L’accesso separato è un dettaglio scelto appositamente: discrezione e professionalità si fondono con la luce naturale che inonda questi spazi, perché anche le idee brillanti hanno bisogno di luce e di aria vera, non solo condizionata. Il fitness center completa l’offerta per chi apprezza come il benessere fisico e quello mentale viaggino sullo stesso binario, soprattutto le giornate sono piene di impegni.

All’angolo del piano terra, c’è un bar leggendario, non per i suoi arredi o per la carta dei vini, ma per un’idea originale che mescola storia, ironia e mixology: sono i cocktail dedicati alle First Ladies americane. Ogni drink è un omaggio alle mogli dei presidenti che hanno abitato a pochi metri da qui. Sorseggiare uno di questi cocktail significa brindare alla storia, con un tocco di glamour e quella punta di gossip che rende Washington così affascinante.

Un’elegante carta propone la selezione dei drink ispirati alle First Ladies degli Stati Uniti, ciascuno pensato per evocare il carattere e i colori di alcune delle protagoniste più note della Casa Bianca di ieri e di oggi. Il cocktail Nancy Reagan unisce vodka alla fragola, curaçao secco e purea di arancia rossa in un omaggio al celebre Reagan Red, simbolo di stile e determinazione. Il cocktail Michelle Obama celebra invece le tonalità lavanda amate dall’ex First Lady con gin, essenze di mirtillo e lavanda, succo di limone e foglie profumate, che ne fanno un drink floreale e raffinato. In onore di Helen Taft, che portò i ciliegi in fiore a Washington, è stato creato un cocktail a base di vodka infusa al tè di ciliegio, sake e kumquat, dal profumo delicatamente fruttato.

Il Mary Todd Lincoln reinterpreta il classico French 75 con una miscela di cognac, slivovitz e vino frizzante, a ricordare le origini francofone della prima lady di Abraham Lincoln. Infine, il Lady Bird Johnson brilla di freschezza con vodka, chartreuse gialla e liquore al melone bianco, in ricordo della sua predilezione per i colori luminosi e solari. Tra bicchieri e storia, questa originale carta preparata dal bar Opaline racconta un secolo di eleganza femminile americana: ed è nella posizione più appropriata per farlo, perché il Sofitel è proprio si trova solo a pochi passi dalla Casa Bianca. L’atmosfera è vivace e cosmopolita. Qui si incrociano lobbisti e turisti, giornalisti e funzionari, tutti uniti dal desiderio di un buon drink e di conversazioni che potrebbero generare interessanti conseguenze.

A destra dell’ingresso, la sala vive tre vite in una giornata. La mattina si risveglia come sala colazioni, inondata di luce che filtra dalle ampie vetrate sulla strada. È il momento in cui la città si stiracchia e i clienti dell’hotel pianificano la giornata davanti a croissant dal sapore parigino e caffè americano in tazze generose.

Poi, con il passare delle ore, la stanza si trasforma. Pranzo e cena portano con sé un’atmosfera più intima, più calda. Ed è qui che la magia francese si rivela: la boiserie blu che riveste le pareti è come un abbraccio, un richiamo ai bistrot parigini dove il tempo sembra rallentare. I quadri appesi ovunque non sono solo decorazioni, ma finestre su altri mondi e altre storie.

Il pavimento a mosaico di piastrelle crea un gioco geometrico sotto i piedi, mentre i tavolini in marmo con base in ghisa – autenticamente francesi – aggiungono quel peso, quella solidità che solo i materiali veri sanno dare. Sono tavoli che hanno visto nascere amicizie, accordi commerciali e storie d’amore.

Nella bella stagione, quando Washington si veste di sole e il clima diventa mite, i tavolini escono all’aperto, sul marciapiede. È il momento in cui l’hotel dialoga davvero con la città, quando i confini tra dentro e fuori si dissolvono. Pranzare o cenare all’esterno, ma anche prendere la prima colazione, qui significa diventare parte dello spettacolo urbano, osservare ed essere osservati, sentirsi parigini nel cuore dell’America.

Ciò che rende speciale questo Sofitel non è un singolo elemento, ma l’insieme: è lo spirito francese che permea ogni scelta e ogni dettaglio. Dal modo in cui la luce viene accolta e distribuita negli spazi, alla cura per i materiali nobili, dalla filosofia dell’ospitalità che mette il comfort al centro, fino a al sottile senso dell’umorismo che si nasconde nei cocktail presidenziali. È un hotel dal tono non urlato, ma sussurrato, di una eleganza che non impressiona con lo sfarzo, ma conquista con l’autenticità. In una città dove il potere è onnipresente e spesso opprimente, il Sofitel offre un rifugio dove ritrovare il piacere delle piccole cose: un buon pasto, una conversazione sincera, una vista mozzafiato.

A poca distanza a piedi dall’albergo si trova anche il Planet Word Museum, uno dei luoghi più sorprendenti e innovativi della capitale americana. Ospitato nello storico Franklin School Building, un elegante edificio del XIX secolo ristrutturato con grande rispetto architettonico, il museo è interamente dedicato al linguaggio e al potere delle parole. Non un museo tradizionale, ma un’esperienza immersiva e interattiva che unisce tecnologia, arte e letteratura per raccontare come il linguaggio modella il pensiero e la società.

Appena varcata la soglia, il visitatore viene accolto da una scultura sospesa di parole luminose, un’installazione che si anima con suoni e voci in decine di lingue diverse. È il preludio a un percorso che coinvolge i sensi e la curiosità. Ogni sala è progettata come un’esperienza partecipativa: si può leggere ad alta voce un brano di poesia e vederlo prendere vita su uno schermo, esplorare le origini delle lingue del mondo, o cimentarsi in giochi linguistici che svelano le regole nascoste della grammatica e della retorica.

Una delle installazioni più amate è la Word Wall, una parete interattiva che reagisce alla voce dei visitatori: basta pronunciare una parola e il muro si illumina, restituendo immagini e suoni collegati al suo significato. Altre sezioni esplorano la potenza della persuasione nei discorsi pubblici e nella pubblicità, la magia della narrativa, il linguaggio della musica e persino l’umorismo, con esempi che spaziano da Shakespeare alle sitcom contemporanee. Il Planet Word parla di parole, ma anche di emozioni e identità. È un museo che invita a riflettere su come comunichiamo e su quanto la lingua sia un ponte tra culture.

Sofitel Washington DC Lafayette Square
806 15th St NW, Washington (USA)
Tel. 001 202 730-8800
sofitel.accor.com/en/hotels/3293.htm

Planet Word Museum
925 13th Street NW, Washington(USA)
Tel. 001 202 931-3139
www.planetwordmuseum.org