
di Mario Bonamici
Belgrado a fine novembre: una città che ti accoglie con il passo lento dell’inverno e il calore del vino.
Atterrare a Belgrado a fine novembre significa tuffarsi in un’atmosfera sospesa, quella striscia sottile dell’anno in cui l’autunno si attarda e l’inverno inizia a bussare con decisione. L’aria è pungente e trasparente, il cielo si accende presto di riflessi metallici, e i due grandi fiumi — la Sava e il Danubio — scorrono come pagine di un racconto antico.
Il Danubio, enorme e silenzioso, appare quasi pensoso; la Sava, più vivace e domestica, attraversa la città separando il centro storico dai quartieri moderni. Le loro acque si incontrano ai piedi della fortezza di Kalemegdan, uno dei punti panoramici più suggestivi della città, dove il vento ha il sapore della storia e dei Balcani.

Belgrado non è una città da cartolina perfetta. Ti conquista diversamente: con l’autenticità spigolosa delle sue strade, con un’energia sotterranea che non si lascia addomesticare e con quella semplicità bella, quasi ruvida, che appartiene alle città che hanno vissuto tanto e non hanno paura di mostrarlo.
Ed è proprio in questo scenario, tra il freddo che invita a rifugiarsi in una sala di degustazione e le luci dei caffè che si diffondono dalle finestre appannate, che si tiene Wine Vision by Open Balkan, la più importante fiera del vino, del cibo e del rakija del Sud-Est Europa.
Wine Vision 2025: un’edizione storica che prepara il salto verso il futuro
(video courtesy Wine Vision by open Balkan Wine 2025)
L’edizione 2025 di Wine Vision può essere descritta senza esitazioni come una tappa fondamentale nel percorso di crescita dell’evento. Con 535 espositori provenienti da 34 Paesi, la manifestazione ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di “UFI Approved Event”, certificazione internazionale che attesta l’eccellenza delle fiere nel panorama globale.
Per la Serbia e per i Balcani occidentali, si tratta di un risultato enorme: Wine Vision diventa così l’unica fiera del vino, del cibo e del turismo della regione a ottenere questo status, posizionando Belgrado tra le capitali mondiali della cultura enogastronomica.
Il pubblico, numeroso e curioso, scorre tra gli stand come un fiume lento ma continuo. Le lingue si mescolano, i profumi si intrecciano, e il bicchiere diventa il passepartout attraverso cui scoprire un mondo di storie, terroir e tradizioni.
L’eccellenza balcanica premiata dal Wine Trophy

Il cuore tecnico della fiera è senza dubbio il Wine Trophy, concorso curato dalle brillanti menti di Igor Lukovic (Vino&Fino) e Carolin Gilby, Master of Wine presidente dei panel di degustazione, che ha visto una giuria internazionale — cinque dei quali Master of Wine — valutare oltre 880 etichette provenienti dall’intera area balcanica e nella quale, per il secondo anno consecutivo, ho avuto l’onore di prendervi in qualità di giudice.

(con Caroline Gilby MW – Panel Chair of Open Balkan Wine Competition)

(con Rod Smith – presidente dell’Istituto dei Master of Wine)
Il risultato è stato un mosaico di eccellenze che raccontano la ricchezza enologica della regione. Ecco i principali riconoscimenti:
Trofei nazionali
- Serbia – Krunski dokaz Cabernet Sauvignon 2017 – Despotika Winery
- Macedonia del Nord – Lepovo Chardonnay 2023 – Tikveš
- Albania – Kaburnelo Rezerva Cuvee 2019 – Faba Winery
Migliori vini per categoria
- Miglior vino bianco – Signum Chardonnay 2023, Frug Winery
- Miglior vino rosso – Rodoslov Grand Reserve 2019, Aleksandrović Winery
- Miglior bianco autoctono – Grašac Zaravan 2023, Vinčić Winery
- Miglior rosso autoctono – Kratošija 2021, Chateau Kamnik
- Miglior rosato – Estia Shesh i Zi 2024, Arianti (Albania)
- Miglior orange wine – Tri Morave Bela Rezerva 2021, Temet (Serbia)
- Miglior vino fortificato – Biser Bermet Crveni 2024, Verus Kiš
- Miglior dolce – Orean Traminac 2023, Imperator
- Miglior spumante – Il – Blanc de Blanc 2023, Spakling
A completare la panoramica, il Rakija Trophy, che ha premiato alcune delle migliori distillerie della regione, confermando come la cultura del distillato nei Balcani sia viva, raffinata e in evoluzione.
Un evento che unisce: Serbia, Macedonia del Nord e Albania aprono le porte al mondo
Wine Vision nasce dall’iniziativa Open Balkan, che unisce Serbia, Macedonia del Nord e Albania in un progetto di cooperazione culturale ed economica.
La fiera ne è la sintesi più concreta: tra gli stand si alternano vini, liquori, prodotti tipici, itinerari turistici e racconti di territori spesso poco noti al grande pubblico.
C’è una sensazione di grande fermento, come se la regione fosse in un momento di passaggio, pronta a mostrarsi per ciò che è: un’area vibrante, ricca di identità e con una tradizione vitivinicola che merita di essere scoperta.
In questo scenario internazionale, l’Italia — com’è naturale per un Paese del vino — non poteva mancare.
All’interno dell’“Area Italia”, curata da Vinitaly e ITA – Italian Trade Agency, hanno partecipato 66 aziende provenienti da 13 regioni, un numero che conferma la capacità del settore vitivinicolo italiano di muoversi compatto nei mercati più dinamici.
E i Balcani, oggi, sono esattamente questo: una delle aree più promettenti per il vino tricolore.
I numeri parlano chiaro:
- +50% importazioni di vino nei Balcani tra il 2019 e il 2024 (oltre 660 milioni di euro).
- +52% crescita del vino italiano nell’Europa centro-orientale e balcanica.
- L’Italia è il primo fornitore di vino in 7 Paesi su 11 dell’area.
Nel primo semestre del 2025 l’Italia ha esportato 44,5 milioni di litri, per un valore di 131 milioni di euro. - Un mercato articolato, in cui predominano:
- vini fermi e frizzanti confezionati (53%),
- spumanti (37%),
- vini sfusi (10%).
È evidente come la regione stia investendo, crescendo e consumando vino in quantità e qualità crescenti. E il pubblico di Wine Vision sembra confermarlo: un pubblico attento, internazionale, giovane, con grande curiosità verso l’Italia e i suoi territori.
Conclusione: Belgrado, i Balcani e la forza del vino come ponteChi visita Wine Vision porta via con sé qualcosa che va oltre l’esperienza fieristica.Belgrado, nella sua sincerità disarmante e nei suoi contrasti, offre allo stesso tempo un caldo rifugio e una spinta verso il nuovo. Il vino diventa un linguaggio comune, capace di raccontare storie di confine e di unire culture diverse. A fine novembre, tra il cielo grigio del Danubio e il profumo dei bicchieri appena versati, si comprende bene perché questa città e questa fiera stiano diventando un punto di riferimento internazionale: qui il vino è tradizione, orgoglio, futuro.
Per scoprire di più:
www.winevisionfair.com

Dalla “Palla al Bicchiere” è stato un attimo, dopo un passato da giocatore professionista di pallavolo, ho intrapreso la strada del vino.
Mi sono formato all’ONAV sez. di Cagliari.
Ho conseguito il WSET di 2 ° LIVELLO.
Giudice in svariati Concorsi internazionali.
Le mie esperienze lavorative nel mondo del vino:
Fondatore di APS Promo Eventi (con sede a Cagliari ma operante in tutta Europa dal 2016), associazione con la quale ho organizzato e promosso eventi in veste di ideatore e organizzatore del Concorso Nazionale del Vino Vermentino (Concorso autorizzato dal Ministero delle Politiche Agricole MASAF). Di questo concorso sono state realizzate già quattro edizioni. www.concorsovermentino.com .
Ideatore e organizzatore del Concorso Internazionale del Vino Vermentino (Concorso autorizzato dal Ministero delle Politiche Agricole MASAF), tre edizioni realizzate, la quarta edizione si svolgerà a maggio 2026.
Ideatore e organizzatore del Cagliari International Wine&Food Festival. Di questo evento sono state realizzate già 7 edizioni. www.ciwff.it .
Ideatore e organizzatore della Rassegna Internazionale dei Vitigni Autoctoni e Territoriali svoltasi a Iglesias a maggio 2023.
