ASOLO PROSECCO SCONFIGGE IL COVID

L’Asolo Prosecco chiude il 2020 con ben 18,7 milioni di bottiglie certificate, registrando un incremento del 10% rispetto alle 17 milioni di bottiglie del 2019. Nell’anno del COVID-19, le vendite dell’Asolo Prosecco sono state costantemente oltre i livelli degli anni precedenti con una forte crescita nei mesi di ottobre e novembre culminata, nel mese di dicembre, con un picco del 34% in più rispetto allo stesso mese del 2019. L’Asolo Prosecco scala la classifica e, partendo dal 31° posto raggiunge quindi il 20° fra le denominazioni di origine italiane. “Nonostante i gravi cambiamenti che la pandemia ha prodotto sulla società e sulle abitudini verso i consumi – commenta il presidente del Consorzio Asolo Prosecco, Ugo Zamperoni -, il 2020 è stato un altro anno di consistente incremento per la nostra denominazione. I dati dell’ultimo trimestre rafforzano la percezione della dinamica ancora crescente della domanda di Asolo Prosecco, il che conferma la validità delle scelte che abbiamo adottato per la vendemmia 2020, quando siamo stati tra i pochi Consorzi di tutela italiani a non ridurre le rese, ritenendo addirittura opportuno richiedere alla Regione Veneto l’autorizzazione ad adottare la riserva vendemmiale: una scelta espansiva che ci permetterà di assecondare eventuali richieste aggiuntive, qualora nel corso del nuovo anno il mercato continuasse a domandare volumi sempre maggiori. Del resto, già la scorsa primavera scegliemmo di liberare lo stoccaggio della vendemmia 2019 per non creare criticità nell’offerta di prodotto, e anche questa si è dimostrata una scelta corretta. I dati delle giacenze, poi, ci dicono che il vino prodotto nel 2019 è praticamente tutto esaurito, tanto che negli ultimi mesi del 2020 è stato necessario usufruire di vino nuovo”.