Il Sulcis, area a vocazione rurale, costituisce uno dei punti di eccellenza della
viticoltura sarda. Si tratta dell’area geologica più antica della Sardegna, territorio quasi inalterato che mantiene ancora il fascino di una terra millenaria.
Il paesaggio, evidenziato con rilievi collinari e qualche massiccio montuoso si integra con la costa ricca di scogliere che precipitano a picco sul mare, a tratti dolce e incantevoli, con le esagerate spiagge bianche circondate da pini naturali e ginepri secolari.
Non meravigliatevi, siamo in Sardegna!
Degna di attenzione è la Cantina di Santadi, che fa d’attrazione e da riferimento per l’intero territorio.
La Cantina Santadi lavora principalmente uve rosse, circa il 75% della produzione totale. I vitigni più importanti sono il Carignano, il Monica, il Sangiovese, il Syrah, il Merlot, il Bovaleddu per quanto riguarda i rossi, il Vermentino, il Nuragus, lo Chardonnay e il Nasco per i bianchi. Con l’impegno ed il meticoloso lavoro in vigna vengono mantenute basse produzioni per ceppo per garantire uve di grande pregio.
Il territorio custodisce uno dei gioielli più singolari della Sardegna: la grotta di Is Zuddas, facente parte di un complesso reticolo di cavità carsiche ubicate nel Monte Meana (237 metri sul livello del mare), in territorio comunale di Santadi . Le rocce incassanti sono risalenti a circa 530 milioni di anni fa. Nel corso degli anni la complessa cavità ha riservato numerose sorprese agli speleologi.
Prospiciente alla grotta è possibile consumare qualche pasto nella deliziosa trattoria Is Zuddas dove la tipicità non è solo la prerogativa ma anche stile di vita.
Ad accompagnarci nella visita della cantina e del territorio è intervenuto Massimo Podda: responsabile commerciale e coordinatore amministrativo della cantina di Santadi, una presenza preziosa per lo stile, la competenza e l’accoglienza di altri tempi.
Particolare di una sala all’interno della grotta.