Argiolas Winery, ha festeggiato il trentennale del suo Turriga.

Ieri 30 maggio alla Cantina Argiolas Winery di Serdiana si sono festeggiati i trent’anni del pluripremiato Turriga. Una bellissima festa, tanta bella gente e tanti amici a cui stringere la mano, dare una pacca sulla spalla e abbracciarci. Insomma, grazie al Turriga e alla famiglia Argiolas, abbiamo avuto la possibilità di goderci una bellissima serata in piena serenità

Bellissima accoglienza, personale bravo, gentile e attento che portava in continuazione piccoli assaggi sfiziosissimi, tutto molto buono.
Io reduce in veste di giudice dal 29° Concours Mondial De Bruxelles non ho stressato i sommelier con richieste di vino, ma ho aspettato bravo bravo il mio turno per degustare il Turriga 2018 giunto con questa annata ai suoi trent’anni di produzione.

Come già mi capitò nei primi mesi del 2001, in occasione di un programma televisivo in diretta, dove ebbi modo di presentare il Turriga vendemmia 1998 e di affermare, con certezza,
che a parere mio era un vino che avrebbe avuto importanti riconoscimenti internazionali e che sarebbe entrato nel gotha dei migliori vini al mondo, ebbene, questo accadde.

Così, anche ieri ho espresso il mio parere e vi posso garantire, perché ne sono fortemente convinto che, anche il Turriga 2018 avrà lo stesso successo del Turriga ’98.

Adesso vi espongo le mie percezioni gustative.

Il Turriga 2018 è un vino che mi ha subito colpito: alla vista per il suo splendido colore rosso purpureo vivido, intenso e impenetrabile.
Al naso, per la decisa e gradevole nota balsamica, per la sua persistenza e per la sua elegante ricchezza di sentori di fiori a petalo carnoso, rossi e neri, per la grande presenza di profumi di piccoli frutti neri e rossi del sottobosco, di ciliege marasca e di susine rosse mature, il tutto incorniciato da gradevolissime note boise e dai delicati e armoniosi toni di: vaniglia, macis di noce moscata, corteccia di china, tabacco biondo e fava di cacao. Insomma, una complessità olfattiva che rende Turriga 2018 un vino fortemente ricco di identità.
In bocca, la beva è stata spiazzante per la generosa succosità del sorso, che si offerto denso, caldo, vellutato, sapido, minerale ed elegante. Un vino ben supportato da una buona spalla acida, che al secondo sorso si è concesso, fresco, scalpitante e con una gradevolissima nota piccante. I tannini ben equilibrati, si sono concessi alla degustazione con una trama fitta, eleganti e ben distesi. Turriga 2018, lascia un fin di bocca pulito, asciutto e con una ricca e lunghissima persistente aromatica.

L’enologo Mariano Murru della cantina Argiolas, mentre stappa il Turriga 2018 nella bottiglia Melchior da 18 litri.

Per il trentennale del Turriga, l’azienda Argiolas ha anche ideato un progetto molto interessante “DIALOGO ADAGIO”. Il Progetto è stato sviluppato e curato da Pretziada, DIALOGO ADAGIO è una mostra che rappresenta un omaggio artistico al processo di creazione di Turriga, gioiello di enologia sarda, interpretato da opere inedite, che esprimono l’eccellenza artigianale dell’Isola in diverse discipline.

Valentina, Francesca e Antonio, la terza generazione Argiolas, ritratti dal regista Francesco Ortu nella barricaia Argiolas insieme ad Ivano Atzori e Kyre Chenven di Pretziada.

Da questa collaborazione è nato anche un cofanetto in edizione speciale di 1000 esemplari che include una Magnum di Turriga 2018, accompagnata dal catalogo delle opere raccontate dai curatori.

Il cofanetto DIALOGO ADAGIO in edizione limitata di 1000 esemplari include una Magnum di Turriga 2018 e il catalogo della mostra curata da Pretziada.

La mostra allestita presso la cantina Argiolas è visitabile dal 30 maggio al 30 settembre 2022.

Il disegno preparatorio della ceramica di Maria Paola Piras.

Una fase di produzione di utensili di Karmine Piras: intagliati da singoli pezzi di vecchio legno di vite.

La lana sarda tinta con i quattro diversi vini usati per il Turriga utilizzata per l’arazzo di Mariantonia Urru Martina Silli.

I disegni preparatori per il trittico di incisioni Cianotipia & incisione di Martina Silli.


Concludo l’articolo, augurando una lunga vita al Turriga 2018, alla famiglia Argiolas e al mio amico enologo Mariano Murru.