Con 421 voti a favore nella seduta di mercoledì 9 febbraio, la Camera ha approvato all’unanimità la proposta di legge contenente «disposizioni in materia di tutela, sviluppo, competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico» eliminando riferimenti all’agricoltura biodinamica e la sua equiparazione al biologico.
Il Parlamento ha preso la sua posizione, togliendo ufficialmente il tema controverso dalla legge sull’agricoltura bio.
Vengono così stralciate tutte teorie di Steiner per un’agricoltura in armonia con la natura, da molti definita “Stregoneria senza basi scientifiche”.
Corni di vacca riempiti di letame, vesciche di cervi o carcasse di ratti applicati ai terreni in base alle fasi della luna con l’obiettivo di renderli fertili, tecniche che la comunità scientifica, da sempre, non ha preso in seria considerazione.
Quindi la legge sull’agricoltura bio, che il nostro Paese attende ormai da dodici anni, con il bene placido del mondo scientifico è stata approvata oggi alla Camera senza l’equiparazione tra biologico e biodinamico.
Secondo l’Osservatorio Sana di Nomisma, l’agricoltura biologica italiana vale 4,6 miliardi di euro, ed è praticata da circa 70mila imprese, stiamo parlando di una fetta che a malapena supera il 6% della produzione totale. Per quanto riguarda il metodo biodinamico il solo dato contenuto nel Bioreport 2018, evidenzia che le aziende che applicano il metodo biodinamico in Italia sono circa 4.500.
“Nel Bioreport gli unici dati economici sono riferiti al solo campione di 419 imprese che, a far data al 2018, facevano capo a Demeter, un’associazione privata di imprese, con casa madre in Germania, che nel 1930 ha registrato come marchio nel mondo la dicitura “biodinamico”, ed è quindi l’unica che può concedere a un produttore di fregiarsi di questo titolo, naturalmente dietro pagamento dei diritti. Di queste 419 imprese certificate si sa che hanno un’estensione complessiva di 9.685 ettari, e che il fatturato medio ad ettaro è di 13.309 euro. La cifra è decisamente superiore alla media di 2.441 euro all’ettaro delle aziende biologiche, ma buona parte del motivo sta nel fatto che la maggior parte delle imprese biodinamiche fa vino, un’attività in cui la resa è tra le più elevate di tutta l’agricoltura.
Coldiretti, stima che il giro d’affari del biodinamico in Italia potrebbe essere attorno ai 200 milioni di euro, cioè pari al 5% dell’interno del mondo bio”.
Tutti ricordano quello che accadde lo scorso novembre, durante una lectio magistralis all’Università La Sapienza di Roma, quando il premio Nobel Giorgio Parisi si era espresso contro il biodinamico affermando: «Sta per essere riconosciuta da una legge dello Stato italiano una pratica francamente stregonesca come l’agricoltura biodinamica». In quella circostanza il Presidente Mattarella aveva replicato: «Vorrei rassicurarla, professore, sull’agricoltura biodinamica: è una questione che sta in Parlamento e io, notoriamente, non posso pronunciarmi, ma posso ben dire che, perché diventi legge, vi sono alcuni altri passaggi, anche parlamentari anzitutto, che rendono lontana questa ipotesi».
A questa affermazione faceva eco la senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo: l’agricoltura biodinamica è paragonabile alla «stregoneria». E infatti ora la Cattaneo, dando voce al mondo della scienza, esprime soddisfazione: «nell’ultimo momento parlamentare utile, si è intervenuti in maniera netta e inequivoca per rimuovere da una legge in via di approvazione il riconoscimento di pratiche esoteriche e a-scientifiche». Secondo la senatrice, però, «si è scelto di non toccare» gli articoli del testo che «pure, in forme diverse, promuovono l’agricoltura biodinamica». Adesso la parola spetta al Senato dove il provvedimento sarà rinviato.
Agronomo, storico dell’enogastronomia mediterranea, scrittore e giornalista. E’ stato presidente regionale dell’ARGA, Associazione Regionale dei Giornalisti esperti in agricoltura, ambiente, agroalimentare, turismo rurale, pesca e territorio, organo di specializzazione della Federazione Nazionale della Stampa, scrive per diverse testate giornalistiche nazionali. E’ presidente regionale e vicepresidente nazionale dell’Accademia Internazionale Epulae, segretario generale della Federazione Internazionale dei Giornalisti e Scrittori di Turismo (Flai – Fijet). Ha insegnato Enogastronomia, Vitivinicoltura, Agroalimentare e Turismo Rurale (Terza area) presso gli Istituti Professionali Alberghieri ed Agrari: Paolo Borsellino di Palermo, Ugo Mursia, Sen. G. di Molinari di Sciacca e Calogero Don Vincenti di Bisacquino, nonché in diversi corsi di formazione di Enti Professionali. E’ stato componente come giurato di diverse gare enogastronomiche a carattere nazionale.
Ha al suo attivo diverse pubblicazioni come: I prodotti dell’Isola del sole, Sicilia Rurale, Guida all’Agriturismo siciliano, edizione 2007 e 2008, La Sicilia a cavallo, Sicilia the Excelland, Guida alle agevolazioni contributive e creditizie in agricoltura, per conto della Regione Siciliana; La Riserva Naturale Orientata dei Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio; La Riserva Naturale Orientata di Monte Carcaci; La Riserva Naturale Orientata di Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco, per l’Istituto Poligrafico Europeo; Il Parco dei Monti Sicani, Edizione Sikana Progetti d’Arte; I pani votivi di S. Giuseppe a Chiusa Sclafani e la mostra etnografica di Palermo (1891/92), Ispe Archimede; Atlante del pane di Sicilia, per il Consorzio “Gian Pietro Ballatore”; Cento e più idee per valorizzare le aree rurali, Ed. Ispe Archimede; Cuscus: Storia, cultura e gastronomia, Casa Editrice AGRA Roma; I frutti di Sicilia nell’opera di Gianbecchina con testi di Mario Liberto, Andrea Camilleri, Maria Luisa Spezzani, per il Consorzio Agrario di Palermo; Legumi: gioielli d’Italia, Casa Editrice AGRA Roma; La cucina dei Monsù nel Regno delle Due Sicilie, Ed. Kalòs; Couscous Koinè culturale dei popoli, Ed. Kalòs; Legumi sostenibili: buoni per buongustai, vegetariani e vegani.