
di Fulvio Falbo
Cocconato d’Asti si prepara ad una nuova edizione del viaggio sensoriale chiamato Banchetti Enogastronomici, una rassegna dove la tradizione piemontese incontra la creatività dei cuochi locali e la passione dei produttori. Ad aprile, si alza nuovamente il sipario con quattro serate tra sapori decisi, vini che raccontano la terra e piatti che sono vere e proprie storie da gustare. Il 4 e 5 aprile, alla Cantina del Ponte, lo chef Enrico Macchia porterà in scena un menu che è un omaggio alla memoria e alla contaminazione: dagli asparagi in camicia con salsa olandese (un tuffo tra Australia e Monferrato) al tonno di galletto ruspante che profuma di cortile e ricordi di famiglia. Si passa poi ai gallotti burro, acciughe e maggiorana, raffinata variazione sul tema del “riso e gallina”, e naturalmente non può mancare il protagonista della rassegna: il Fricandò, qui proposto in versione di vitello e verdure, un piatto che sa di casa e di Francia insieme. A chiudere, zabaione espresso e paste di meliga, per restare fedeli alle dolcezze savoiarde. In abbinamento, i vini naturali e profondi dell’azienda Maciot, come il Sauri (Sauvignon Blanc macerato sulle bucce) o la Barbera 465, fiore all’occhiello nato dal vigneto più alto di Cocconato. Per i più romantici, sarà regalato anche il menù artistico firmato Joy Moore. E una settimana dopo, l’11 e 12 aprile, il testimone passa al Ristorante Cannon d’Oro, un’istituzione centenaria del gusto che continua a parlare piemontese con accenti moderni. Silvano Zurlo, lo chef, propone piatti che accarezzano la tradizione con eleganza: rollata di coniglio al Castelmagno, soufflé di zucca su crema d’acciughe, agnolotto quadrato in salsa oro, fino all’immancabile Fricandò e una zuppa inglese finale che sa di coccole. Ad accompagnare il tutto, i vini dell’azienda Il Poggio Ridente: dal Monferrato Bianco Tris di Uve al sorprendente Albarossa, senza dimenticare un tocco di charme con il vermouth ambrato La Vagabonda. Lara Valentino firmerà l’illustrazione artistica della serata. Ma non si tratta solo di cenare. Ogni appuntamento è un vero laboratorio del gusto, con cuochi e gastronomi dell’Associazione Escoffier che si siedono – letteralmente – al tavolo con i commensali per raccontare, spiegare, condividere. Si assaggia, si chiacchiera, si vota. Sì, perché ogni cena si chiude con una votazione: chi ha fatto il miglior fricandò? E magari si vince anche qualcosa – dai libri alle cantinette di vino, fino alla possibilità di tornare per la cena finale dell’8 maggio, quando tutti gli chef si ritroveranno insieme per una grande festa del gusto. Il vero filo conduttore? Il fricandò, piatto simbolo della contaminazione franco-piemontese, cucinato ogni volta in modo diverso, ogni volta con un pezzo di anima dentro. A proposito di anima: durante le serate, i ristoranti diventeranno gallerie d’arte, grazie alla collaborazione con Artemide Gallery e ai lavori di Samantha Lessio, Ornella Manfron, Joy Moore, Pasley e Lara Valentino. Dietro l’iniziativa, il Consorzio Cocconato Riviera del Monferrato, un gruppo affiatato di produttori, osti, artigiani del gusto e dell’ospitalità che amano il proprio territorio e non vedono l’ora di raccontarlo, cucinarlo e farlo assaporare a chi arriva. Perché a Cocconato non si viene per caso.




Nato nel 1975 a Torino, da oltre 25 anni lavora nel settore dell’IT.
Parallelamente, ha coltivato una forte passione per l’enogastronomia attraverso la laurea in “Scienze Economiche e Giuridiche”, con specializzazione in “Gastronomia, Ospitalità e Territorio”, diventando sommelier del riso e frequentando vari corsi nell’ambito dell’Olio. Appassionato di viaggi, curioso per natura è un collaboratore editoriale per Epulae News, organo ufficiale di Epulae Accademia Enogastronomica Internazionale, per la quale è referente di Torino e provincia e per La Gazzetta Del Gusto.