Il Maso Ciablun ci trova a La Valle, La Val in ladino, il meno mondano dei comuni dell’Alta Badia, dove si può godere di pace e silenzio anche nel cuore della stagione turistica. Agriturismo con cinque appartamenti, è frequentato dai turisti di passaggio in estate e in inverno per la cucina ladina di Felix Da Poz nella sala rustica del maso con una trentina di coperti all’interno e solo a pranzo nelle belle giornate di sole sull’allegra tavolata all’aperto
Un punto di orgoglio, oltre alle verdure del proprio orto, è l’allevamento di carne di razza black Angus caratterizzata da un taglio molto tenero e un sapore elegante, pur ricco di grassi, nonché sulle carni di maiale del proprio allevamento affumicate sul posto.
Il menù plurilingue declina i nomi dei piatti in ladino e le spiegazioni in tre lingue, italiano, inglese e tedesco e sorprende con piatti alle erbe selvatiche dei prati di montagna preparati con le carni dell’allevamento. Tra gli antipasti salamino di manzo con puccia secca, variazioni di affettati e formaggi, tutres, ovvero tortelli bassi fritti, farcito di spinaci e ricotta, o in alternativa di crauti, fritto, o infine la piccola insalata verde dell’orto.
Tra i primi piatti domina la famosa zuppa d’orzo ladina, ma ci sono anche gli gnocchi di pane al formaggio di malga, le tagliatelle fatte in casa con ragù di manzo Angus o con ragù di selvaggina, i canederli allo speck in brodo, il piatto Ciablun, una variazione di canederli gnocchi su insalatina di stagione. Come secondi piatti viene proposta la polenta in molte forme: con farina di carrube e burro fuso; con canederli allo speck e gulasch di manzo; con tre formaggi alla griglia; con salsiccia e formaggio. C’è poi il tipico piatto dei rifugi con uova, patate e speck; le salsicce con verdure alla griglia; la carne di Angus dell’allevamento; l’hamburger di vitello di Angus con insalata, pomodoro, formaggio cipolla nel pane; e infine la rosticciata del contadino, spadellata di carne di Angus con patate saltate e insalatina.
Tra i dessert il gelato fatto in casa, lo yogurt allo sciroppo di tarassaco; lo yogurt bianco con sciroppo dei prati e boschi di montagna; e infine il piatto firma dello chef, la furtaia, frittella dolce con zucchero a velo e marmellata di mirtilli rossi.
In Val Badia non è difficile trovare eccellenze di cucina ladina, sia nei masi di montagna, sia nei grandi ristoranti della vallata dove a San Cassiano e a Corvara brillano le stelle Michelin, ma anche nei rifugi più frequentati sull’altopiano che congiunge i diversi paesi della vallata e che d’inverno si trasforma nello Skicarosello più amato d’Italia. Per chi vuole portarsi a casa un po’di Alta Badia, da vivere anche dopo le ferie proprio qui durante l’estate sono stati proposti corsi di cucina ladina, durante i quali è stato possibile imparare alcune tra le ricette più semplici, replicabili tranquillamente anche ai fornelli di casa propria. L’iniziativa chiamata “Cujiné te ütia” si è svolta con un corso di cucina outdoor sulle terrazze a 2000m dei rifugi Club Moritzino, I Tablá, Ütia de Bioch con un panorama dolomitico a 360°. Ogni partecipante dalla propria postazione ha cucinato i vari piatti insieme allo chef del rifugio, che ha spiegato ogni dettaglio della preparazione dei cajincí arestis (ravioli fritti, ripieni con ricotta e spinaci), i canederli di spinaci e i cajincí t’ega (i classici ravioli ripieni con spinaci e ricotta).
Info:
Leonardo Felician, triestino, giornalista da 40 anni, è uno dei massimi esperti di hotellerie in Italia e scrive anche di enogastronomia e di Food&Beverage. Ha pubblicato più di 6000 articoli su dozzine di testate nazionali, sia web sia su carta. Da 10 anni è uno dei principali contributori di Epulae News con più di 900 articoli pubblicati.