
di Gianfranco Quartu
Dopo la serata dedicata a Moda, Cibo e Colori, un percorso multisensoriale guidato da Alessandra Sorcinelli presso lo show room Martino Midali a Cagliari, nel corso della quale è stato presentato il libro “Vocabolario del cibo” della sociologa e storica della gastronomia Sandra Ianni, la quindicesima edizione di “Laghidivini” Festival dei vini prodotti sulle sponde dei laghi italiani, dopo la sua inaugurazione, è proseguita a Poggio dei Pini presso la sede di Epulae Accademia Enogastronomica Internazionale, con due masterclass d’eccezione.


La prima masterclass, dedicata alla Cantina Casa Grazia di Gela in Sicilia con alcune delle sue produzioni, è stata curata da Nicolò Buscaglia Export Manager di Casa Grazia e da Angelo Concas, giornalista enogastronomo e presidente Internazionale di Epulae .
Il Lago Biviere di Gela, il più grande lago costiero della Sicilia, si distingue per la sua natura salata e per la sua posizione strategica all’interno della D.O.C.G. del Cerasuolo di Vittoria — l’unica denominazione di origine controllata e garantita dell’isola. Questo elemento naturale non è solo scenografico, ma incide profondamente sulle caratteristiche organolettiche delle uve coltivate nei vigneti di Casa Grazia.


I terreni sabbiosi e calcarei si estendono attorno al lago, disegnando un paesaggio variegato che racchiude in sé tutti i favori bioclimatici della Sicilia. La salinità del lago e la brezza salmastra proveniente dalla costa nutrono l’aria e la terra, contribuendo alla maturazione di uve destinate a diventare grandi vini.

I vigneti di Casa Grazia si inseriscono quindi armoniosamente in un mosaico agricolo che comprende uliveti e frutteti, creando un paesaggio di rara bellezza. Ogni filare racconta una storia fatta di luoghi, tradizioni e memoria, in cui la viticoltura diventa espressione autentica di un territorio che non smette mai di sorprendere.

Casa Grazia non produce solo vino: custodisce un patrimonio naturale e culturale, trasformando ogni bottiglia in un racconto liquido della Sicilia più autentica.
Diversi i vini proposti, come lo spumante brut Euphorya 100% di uva Frappato e spumantizzato con metodo Charmat che mantiene intatta la fragranza del frutto, di colore brillante che ricorda l’oro rosa, con un perlage fine e persistente e sentori di melograno.

I bianchi Adorè 100% di uva Moscato bianco o Zahara 100% Grillo, un vino intenso e persistente che all’olfatto regala richiami fruttati e floreali come fiori d’arancio, gelsomino e zagara. Tra i rossi spiccano Victorya 1607, Cerasuolo di Vittoria DOCG, Nero d’Avola 50% e Frappato 50%, con le sue sfumature rosso rubino e sentori di frutta rossa e note floreali di rose e violette. Poi, a seguire, Vi Veri, un Cabernet Sauvignon 100%, un vino longevo, profumato, morbido e vellutato, con sentori di peperone e foglie di pomodoro e ricco di note fruttate come more e ciliegie. Infine Gradiva, Nero d’Avola al 100%, un rosso rubino intenso e profumato con sentori fruttati e floreali e note speziate di vaniglia e cannella.
In conclusione, a sottolineare la vocazione alla produzione differenziata dell’Azienda, con le vigne e i vini o l’uva da tavola (nella quale è un leader europeo), e gli uliveti, con poteva mancare la degustazione di due oli extravergine d’olive: Involio – Nocellara del Belice, un fruttato medio intenso di colore verde – giallo con sentori di erba e pomodoro verde, e Involio – Cerasuola, anch’esso di media intensità con sentori di carciofo e pomodoro maturo, entrambi moderatamente piccanti e amarognoli.
La seconda Masterclass, curata da Silvano Ceolin e Angelo Concas, è stata dedicata alla degustazione di alcuni vini dell’Azienda Agricola Cà Sabbionare – Vini Colombo (VR) Lago di Garda e della Cantina Sociale di Avio (TN) Fiume Adige.

Tra le aziende storiche che punteggiano il paesaggio vitivinicolo del Lago di Garda, l’Azienda Agricola Cà Sabbionare si distingue per la sua posizione privilegiata e per la qualità dei suoi vini. Adagiata sul declivio che domina il golfo, la tenuta beneficia di un’esposizione ottimale dei vigneti, orientati da Est a Ovest, e di un microclima lacustre che regala intensità e carattere alle sue etichette.
Il lago, con la sua influenza termica e la luce riflessa sulle acque, crea le condizioni ideali per una maturazione lenta e armoniosa delle uve. Il risultato è una produzione vinicola che coniuga eleganza e struttura, espressione autentica di un territorio generoso.

A fare da cornice alla tenuta, olivi secolari raccontano la storia agricola di queste terre, dove la coltivazione della vite si intreccia con il lavoro dell’uomo in un equilibrio perfetto tra tradizione e innovazione. Il “terroir” di Cà Sabbionare non è solo un insieme di suolo, clima e paesaggio ma un racconto di passione, radici e visione.
La degustazione dei vini Colombo prevede Libiamo, un Trento DOC classico brut, 100% Chardonnay, un giallo paglierino, con spuma bianchissima e fine perlage, un vino fruttato con sentori di lievito. Con i suoi 12 gradi può essere un ottimo aperitivo o un vino da pasto in abbinamento a piatti di pesce.


A seguire Turandot che, come altre produzioni della Cantina Colombo si ispira a opere liriche, un vino affascinante da uve di Pinot Grigio. Profumo intenso con note di pesca e pera e sentori floreali. Asciuto e dotato di struttura avvolgente e sapida che delinea una grande personalità.
Anche il Nabuco, che trova ispirazione anch’esso dalla lirica, ottenuto da uve Corvina, Rondinella e Sangiovese, è un rosso rubino intenso, un vino complesso con un’alta gamma di percezioni, dai frutti di bosco alla ciliegia e a note di vaniglia.
Si passa infine alla degustazione di 3 diverse tipologie di Enantio 100%, nome di origine latina, che pare derivare da Oenanthium, termine utilizzato da Plinio il Vecchio per descrivere una vite salvatica. Il primo dei tre, prodotti dalla Cantina Sociale di Avio sul fiume Adige, è Enantio Terra dei Forti, un rosso intenso con riflessi granati, speziato e elegante con note di cannella. Il secondo è Enantio Terra dei Forti Riserva, anche questo su porta innesto, con note di frutta matura e sentori di spezie, ottimo per accompagnare piatti con sughi di selvaggina, bolliti, brasati e formaggi stagionati.
Infine il terzo assaggio è per un Enantio Terra dei Forti DOC da vigneti a piede franco, che cresce su terreni sabbiosi che hanno consentito alle viti di resistere all’attacco della Fillossera di fine ‘800. Un vitigno che rappresenta un forte valore aggiunto per questo vino davvero speciale. Uve rigorosamente raccolte a mano per un rosso rubino con note speziate di chiodi di garofano e cannella. Può essere un vino da meditazione ma si sposa impeccabilmente con arrosti, stracotti e formaggi stagionati.
Silvano Ceolin è peraltro il presidente del Comitato per la tutela del piede franco, e Mariano Murru presidente Assoenologi Sardegna e delegato del Comitato Nazionale per la Tutela del Piede Franco, ha sottolineato, a margine della serata, come la Sardegna è tra le regioni di maggior rilievo sia in Italia che in Europa, con una superficie vitata stimata in oltre 430 ettari e tra i territori più rappresentativi delle vigne a piede a franco, vi siano l’isola di Sant’Antioco, il Sulcis e la zona di Badesi.

Gianfranco Quartu giornalista e food blogger. Si occupa di storie di cucina, di cibo, alimentazione e food photography. Su Instagram @Cucinieremoderno
