I FIORI A TAVOLA DALL’ANTICHITÀ AD OGGI.

I FIORI A TAVOLA DALL’ANTICHITÀ AD OGGI.

Il primo evento in programma presso “Epulae Centro Studi Nazionale della Cultura Enogastronomica.

Fiori e cucina costituiscono un binomio molto più semplice e immediato di quanto si pensi.

Non sono una trovata modaiola ma piuttosto un ripercorrere una storia che affonda le radici nell’antichità. “Esistono oltre milleseicento differenti fiori commestibili, appartenenti a cinquanta diverse specie” ci racconta, la storica della gastronomia e saggista, Sandra Ianni che nel suo libro “FAME DI FIORI. Nutrirsi di bellezza” ci invita innanzitutto a non stupirci di mettere in tavola oltre ottanta fiori commestibili, tra selvatici e coltivati. Nell’intervista, ci assicura la dottoressa Ianni, “… siamo soliti consumare alcuni fiori come quelli di zucca, i boccioli di cappero, i carciofi o gli stimmi dello zafferano. Altri fiori, invece, siamo più propensi ad immaginarli in un giardino, o in un vaso, non ci verrebbe mai in mente di mettere in tavola tulipani, crisantemi o fiori di siliquastro, eppure dobbiamo ricrederci!”
Come esperto degustatore posso assicurarvi che tra gli aspetti che rendono particolarmente affascinanti i fiori in cucina vi sono le caratteristiche sensoriali, date dalla forma, dal colore, dalla consistenza, dal sapore e dall’aroma, elementi che ne fanno un’esperienza veramente interessante e, talvolta, stupefacente.


L’autrice mette in evidenza come sia semplice constatare che alcuni fiori trovino un notevole impiego nelle tisane, in qualità di aromatizzanti o medicamenti, come potenti insaporitori di carni e pesce, oltre a costituire l’ingrediente fondamentale per la preparazione di sciroppi e di liquori. In cucina i fiori, freschi o essiccati, trovano grande utilizzo nelle insalate, nelle zuppe, nelle decorazione dei dolci, oltreché fornire originali sapori a primi piatti, carni e formaggi. L’elenco dei fiori eduli, tra quelli spontanei e quelli coltivati, è veramente molto lungo, oltre a quelli più noti come la rosa, la margherita dei prati, i fiori d’arancio o quelli dell’erba cipollina; esistono moltissimi fiori eduli, piuttosto insoliti da immaginare nel piatto. Tra quest’ultimi figurano quelli selvatici di carota, silene, sambuco e trifoglio o quelli coltivati di dalia, petunia, tropeolo e zinnia, tanto per citarne alcuni.


Nel libro viene riportata per ciascun fiore: storia, etimologia del nome della pianta, curiosità, utilizzi e ricette ma anche sottolineata l’importanza di utilizzare soltanto fiori coltivati senza l’utilizzo di prodotti chimici. Viene, altresì, raccomandato di prestare attenzione nel raccogliere quelli spontanei in luoghi puliti e senza fare inutili razzie; di rivolgersi a specialisti del settore o di coltivare i fiori personalmente nel proprio giardino o balcone. Ma soprattutto l’autrice ci raccomanda di riflettere sul fatto che “i fiori non sono solo un nutrimento per il corpo ma anche un balsamo per l’anima”.


In questo primo evento del “Centro Studi Nazionale della Cultura Enogastronomica di Epulae”, sito a Poggio dei Pini – Capoterra (CA), riservato solo ai giornalisti accreditati e ai partner sostenitori del Centro Studi di Epulae (purtroppo per via delle attuali limitazioni dettate dalle normative sanitarie), sarà un piacere il 15 febbraio 2022 ascoltare la dottoressa Sandra Ianni, nella presentazione del suo lavoro sui fiori eduli, non mancheranno curiosità sulla storia dei fiori, sulle leggende e i miti che essi sottendono, oltre a suggerimenti sul miglior utilizzo in cucina e nella preparazione di insolite ma semplici ricette.

Sarà inoltre l’occasione per un piccolo assaggio di pietanze a base di fiori, in abbinamento ad una selezione di vini isolani, il primo appuntamento, di una lunga serie di incontri, presso il Centro Studi Nazionale della Cultura Enogastronomica che appena inaugurato conta già un programma molto ricco di eventi e proposte formative.