Il Terrano, un vino di frontiera

La Venezia Giulia è quella regione storica italiana che tutti studiano al Liceo ma che poi dimenticano velocemente. La troviamo nella denominazione completa della regione del Friuli, ma non sappiamo dire esattamente cosa e dove sia. In sostanza, è tutta quella parte di Italia ad est del fiume Isonzo e che comprende parte della Carniola slovena, il Carso triestino e l’Istria. Note vicende storiche hanno amputato all’Italia larga parte della Venezia Giulia, ma resta nei confini nazionali il Carso. Ecco, il vino di cui parliamo oggi viene proprio da questa “terra” così particolare e unica al mondo.

Terra è tra virgolette perché gran parte del suolo carsico si compone di una roccia calcarea che risale al Cretaceo. Basta camminare lungo i sentieri che si affacciano sul Golfo di Trieste, come il famoso sentiero Rilke, per rendersi conto del paesaggio quasi lunare che si attraversa. La restante parte di terreno si compone di due tipi di terra, una detta rossa e l’altra detta bianca. Quella che ci interessa di più oggi è quella rossa, perché gravida di ferro.

Potremmo pensare che la vite abbia difficoltà a crescere in questo territorio così anomalo, ma in realtà nel corso dei secoli si è adattata molto bene e i vini che produce possono rivelarsi anche di grande pregio. Uno fra tutti è il Prosecco, che ha preso il nome proprio da un villaggio carsico.

Tuttavia, vitigno rosso emblematico del Carso è sicuramente il Terrano. Fa parte della famiglia dei Refosco, tanto che lo conosciamo anche sotto il nome di Refosco d’Istria. Il suo nome è tedesco ed è sicuramente legato alla lunga dominazione austriaca di quei territori. Ter vorrebbe dire catrame in tedesco, e ben si spiega osservando il suo colore e sentendo i suoi aromi.

Chi scrive considera il Terrano un vino che piace a chi piace davvero il vino. Non è un vino né facile e né tantomeno piacione. Anzi, è un vino durissimo: estremamente tannico, acido e ruvido. Il colore è un rubino estremamente intenso, anche nei vini giovani: sintomo di una buccia molto spessa che ha dovuto sopportare le avversità della natura. Al naso spicca fra tutti l’odore della terra bagnata. Sembra incredibile, ma questo vino odora proprio di terra. Qualche spezia e qualche bacca nera come una prugna molto matura chiudono il cerchio, mentre al palato troviamo la ruvidezza della terra e del ferro.

L’incanto di questo vino però risiede nella sapienza dei vignaioli, che hanno scelto di coltivarlo in una terra calcarea. Questo elemento gli conferisce una sapidità molto forte che se non riesce quantomeno prova a bilanciare la durezza della terra e dei tannini. I migliori Terrano sono vinificati in purezza, nel carso triestino e nel carso sloveno e trovano proprio questo difficilissimo equilibrio.