
di Leonardo Felician
Il quartiere Dupont Circle di Washington combina edifici storici, palazzi ottocenteschi e case in stile vittoriano con caffè, librerie e gallerie d’arte. È una zona centrale, elegante e cosmopolita, abitata da professionisti, diplomatici e personale delle ambasciate, e rappresenta uno dei centri culturali e intellettuali della capitale. Qui, in una palazzina di pregio storico, si trova l’Iron Gate Restaurant, che mescola eleganza discreta, atmosfera rilassata e una forte personalità culinaria. La costruzione è originariamente del 1923: da tempo ristorante, è stato rilanciato nel 2013 dallo chef Anthony Chittum, che ne ha recuperato l’eredità storica e ne ha rinfrescato l’anima.

L’ingresso tra pietre antiche e elementi originali conduce a sale intime decorate con calore, accanto a un inaspettato cortile coperto di glicini e a un carriageway, un antico passaggio di carrozze tra due edifici, trasformato in bar. Qui il contrasto tra interno e esterno, luce soffusa e atmosfera raccolta colpisce per l’originalità e il calore.
La cucina di Iron Gate è un mix originale che trae ispirazione da Grecia, Sicilia, Sardegna e Italia meridionale, reinterpretate con ingredienti stagionali della costa est americana. Il menu è concepito per essere condiviso: piatti meze, portate familiari e piatti di mare o di terra si alternano, cambiando con le stagioni.
Il menù Family Table a prezzo fisso cambia di volta in volta e include tutti i piccoli antipasti (meze in greco) del giorno, nonché la scelta di un piatto da ciascuna delle portate successive, da condividere al tavolo. Alcuni piatti possono anche essere ordinati alla carta, se richiesto.
Tra le meze viene servita la focaccia del giorno con uva arrostita, olive kalamata e salvia fritta, le ostriche della baia di Chesapeake alla griglia con ‘nduja calabrese, burro al latte di capra e scalogno caramellato, il cavolo romano grigliato con chicchi di melagrana, erbe fresche, mandorle e salsa al limone, l’insalata di zucca locale accompagnata da una delicata mousse di miele, semi di pera speziati e crescione e il crudo di snapper, un pesce bianco americano, con purea di cetriolo, coulis di peperone rosso e miso wasabi.
La scelta tra i primi piatti di pasta all’italiana propone dei saporiti paccheri alla Norma con melanzane arrostite, mozzarella, parmigiano e basilico e un’originale trovata dello chef de cuisine James Robinson, i ravioli doppi di barbabietola con crescione, nocciole e burro bruno al vino Marsala, inconsueti e assai delicati.
Come secondo piatto c’è ampio spazio alle carni con il classico pollo alla diavola della fattoria Murray accompagnato da fagioli bianchi, peperoncino e cipolle cipollini agrodolci e le costine di manzo delle Roseda Farms con peperoncino, salsa agrodolce al peperone, insalata di erbe e rafano. Pari opportunità per i piatti di mare con pesce spada alla griglia con insalata di farro, zucchine grigliate, purea di uvetta e pinoli oppure branzino arrostito su legno di quercia accompagnato da salsa al limone e sherry, insalata di finocchio e pistacchi. C’è attenzione anche per i vegetariani con un piatto stuzzicante come le melanzane arrostite con yogurt, patate alla greca, pomodorini e salsa all’aglio.
Al momento del dessert la scelta è ardua tra il budino di cioccolato fondente con crumble di frolla, olio d’oliva, sale marino e crema chantilly, una classica cheesecake americana fatta in casa con noci caramellate, cialda di pasta fillo, mele cotte e caramello salato oppure la selezione di formaggi dello chef serviti con pane dolce all’uvetta, nocciole tostate e conserve della nonna. Il menù può essere accompagnato da un abbinamento di vini al bicchiere, proposti da un esperto sommelier. I vini e i cocktail giocano un ruolo di rilievo nella carta del ristorante: l’offerta spazia tra etichette greche e italiane e mix che bilanciano note amare, dolci e secche.
Sia il servizio attento che l’ambiente ricevono costantemente recensioni favorevoli. I clienti apprezzano l’attenzione ai dettagli, la professionalità discreta del personale e quella capacità di far sentire ogni ospite speciale senza essere invadenti.

L’atmosfera romantica e intima fa rende questo ristorante una meta prediletta per occasioni speciali, ma la genuinità della proposta culinaria lo rende anche un punto di riferimento per chi cerca semplicemente un’ottima cena in un ambiente memorabile. In un’epoca in cui i ristoranti vanno e vengono con rapidità sconcertante, l’Iron Gate rappresenta una felice anomalia: un luogo che ha attraversato un secolo di storia rimanendo fedele alla sua anima, sapendo però evolversi e reinventarsi. Oggi la sua cucina fusion greco-italiana è uno specchio dell’America contemporanea, un melting pot dove tradizioni diverse si incontrano, si rispettano e creano qualcosa di nuovo e straordinario.
Iron Gate Restaurant
1734 N Street NW, Washington(USA)
Tel. 001 202 5245202
Email: [email protected]








Leonardo Felician, triestino, giornalista da 40 anni, è uno dei massimi esperti di hotellerie in Italia e scrive anche di enogastronomia e di Food&Beverage. Ha pubblicato più di 6000 articoli su dozzine di testate nazionali, sia web sia su carta. Da 10 anni è uno dei principali contributori di Epulae News con più di 900 articoli pubblicati.
