La tradizione a Bologna

La pandemia che ha quasi messo in ginocchio il settore turistico in tutto il mondo, qualche effetto positivo in Italia alla fine lo ha pure portato: la riscoperta delle città d’arte e di un turismo nazionale che in anni passati subiva molto la vocazione notoriamente esterofila degli italiani. In questa estate 2023 le città sono invase da turisti, italiani ed europei, che si godono la bellezza dell’arte, la ricchezza della storia e l’inimitabile gastronomia del Bel Paese.

Bologna non fa eccezione: anzi, la ”dotta” e la città più nota in Italia per le sue tradizioni culinarie si è riscoperta grande città d’arte, con un centro medioevale estremamente ben conservato e vivace, grandi musei, chiese, santuari, parchi, edifici storici e teatri. A ciò si aggiunge la dimensione a misura d’uomo e l’estrema comodità di accesso, in aereo, in treno ad alta velocità e in macchina. A poche centinaia di metri dalla tangenziale di Bologna, lo snodo viario nord-sud più importante d’Italia, con un comodo parcheggio che ne fa una tappa ideale di passaggio durante le vacanze, il Ristorante Al Cambio offre un ambiente silenzioso e tranquillo, una sala elegante con tavoli però da prenotare e contendere agli habitué bolognesi, perché l’attuale gestione da 32 anni ne ha fatto un punto di riferimento ambito per chi vuole assaggiare piatti della più autentica cucina bolognese, spesso preparati riprendendo la tradizione delle nonne.

E’ una gestione di squadra: in cucina il giovane chef Massimiliano Poggi, Piero Pompili e in sala Armando Martini con una piccola e affiatata squadra di collaboratori preparano pranzi e cene con un menù ben presentato in italiano e inglese a base di salumi e formaggi emiliani, tanta pasta, carni di fornitori scelti e per dessert dolci al cucchiaio che sono una tentazione irresistibile: zuppa inglese, gelato di crema con amarene Fabbri, un’eccellenza bolognese, sfogliatina croccante con zabaione, torta di mele servita tiepida su crema inglese e il latte in piedi della tradizione, una ricetta di umili origini, preparata solo con latte, uova e zucchero e simile per consistenza alla ben più nota crème caramel, che evoca cari ricordi infantili nei commensali meno giovani. Questo è infatti il classico locale dove si vedono famiglie bolognesi che vengono a festeggiare un anniversario importante con nonni, genitori e nipoti, ma anche tavolate di turisti stranieri e piccoli tavoli di businessmen per riservati pranzi o cene di lavoro. Curiosamente il ristorante è chiuso di domenica, nonché il sabato a pranzo: il servizio è curato, con un solo turno di prenotazione alla sera e apertura alle 19.30. Da segnalare anche due interessanti menù della tradizione, da tre e cinque portate rispettivamente, a prezzi molto ragionevoli, comprensivi di coperto, acqua e caffè.

Dagli anni ’50, quand’era un piccolo caffè e bar ricordato in fotografie in bianco e nero dell’epoca all’elegante ristorante odierno ne è stata fatta di strada, ma senza mai tradire le origini: anche perché il nome “Al cambio” non significa cambiamento, ma ricorda che qui in tempi storici si trovava una stazione per il cambio dei cavalli. Il motto scelto dai tre soci sottolinea nel modo migliore e fa capire chiaramente la scelta ispiratrice e la vocazione alla conservazione della grande tradizione della cucina bolognese: a volte occorre fare un passo indietro per capire il futuro.

Ristorante Al Cambio

Via Stalingrado 150, Bologna(BO)

Tel. 051 328118

Email: [email protected]

www.ristorantealcambio.it