
di Leonardo Felician
Strasburgo, città di origine romana, nacque alla confluenza di strade e di vie fluviali e si sviluppò fin dai tempi antichi come centro commerciale e di traffici. Nel Medioevo era importante anche per la produzione viticola, eredità dell’epoca romana della fondazione: ancora oggi tutta la regione è notissima per la produzione dei suoi vini. Fu poi centro del Sacro Romano Impero, e città libera francese dal 1681. Unita alla Germania tra il 1871 e la fine della prima Guerra Mondiale, oggi è una città vivace, capoluogo dell’Alsazia e della regione Grand Est francese, nonché sede importante per le istituzioni dell’Unione Europea, che periodicamente trasferisce qui da Bruxelles alcune sue sessioni plenarie, con ampie piazze verdi, architetture imponenti e numerosi edifici Art Nouveau nel circuito urbano. Dal 1988 il centro storico è classificato Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, con estensione nel 2017 anche alla Neustadt, il quartiere nuovo costruito al tempo dai tedeschi dopo il 1870.

Proprio nella Neustadt si trova la zona più monumentale della città, place de la République. Edificata durante l’epoca del Reichsland tedesco con il nome di Kaiserplatz, fu pensata come una notevole piazza cerimoniale. In continuità con la piazza Broglie rappresenta il punto di incrocio dei grandi assi che strutturano l’espansione urbana fin dall’epoca della fondazione romana: in particolare l’asse imperiale, chiamato viale della Libertà s’incrocia con il viale della Pace, costituendo oggi il nuovo centro politico e amministrativo della città. Intorno alla piazza si trovano numerosi edifici ufficiali in stile neorinascimentale, il Palazzo del Reno, il Teatro Nazionale di Strasburgo e la Biblioteca Nazionale e Universitaria, ma anche possenti edifici di architettura neobarocca come la Prefettura e la Direzione Regionale delle Imposte. Non lontano sull’Avenue des Vosges si allineano le più belle facciate di edifici Art Nouveau.
Il quartiere più amato dai turisti, in gran parte pedonale, è però Incastonato tra i vicoli medievali del quartiere storico del centro cittadino, la Grande-Île a pochi passi dalla famosa cattedrale gotica. Qui negozi e locali tipici si allineano nei vecchi edifici. Tra questi, Chez Yvonne rappresenta un’autentica istituzione gastronomica che da oltre un secolo custodisce i sapori più genuini della cucina alsaziana. Fondato nel 1873, questa winstub tradizionale, termine che in dialetto locale significa stanza del vino, ha saputo conservare intatto il suo fascino d’altri tempi, diventando meta prediletta di buongustai, politici e celebrità.

Varcando la soglia di Chez Yvonne, il visitatore viene immediatamente avvolto da un’atmosfera calda e accogliente: soffitti con travi a vista, stufe in ceramica tradizionali, tavoli in legno lucido e pareti rivestite di boiserie scura creano l’ambiente ideale per immergersi nella cultura gastronomica locale.
Le storiche panche in legno, consumate dal tempo, raccontano silenziosamente oltre un secolo di incontri e conversazioni. La fama del ristorante è legata alla sua proposta culinaria che celebra l’essenza della tradizione alsaziana: piatti sostanziosi, genuini e ricchi di sapore. Il menù, che segue rigorosamente la stagionalità degli ingredienti, propone classici come la choucroute garnie, crauti accompagnati da diverse preparazioni di maiale, e lo stufato di carni marinate nel vino bianco e cotte lentamente con patate e verdure. Immancabili anche il coq au Riesling, con il celebre vino bianco alsaziano, il foie gras fatto in casa e le quenelles de foie, polpettine di fegato, uno dei piatti della cucina alsaziana.
La carta dei vini merita una menzione speciale: una selezione curatissima di etichette alsaziane, dai Riesling ai Gewürztraminer, dai Pinot Gris ai Sylvaner, accompagna perfettamente le robuste preparazioni della casa. Il servizio, veloce e discreto, completa un’esperienza gastronomica che trasporta il commensale in un viaggio nel tempo e nelle tradizioni. Il locale rappresenta un baluardo di autenticità e continuità, dove il rispetto per la tradizione non è scaduto in conservatorismo, ma si è evoluto in una proposta contemporanea che mantiene intatta l’anima della cucina alsaziana. E parte della notorietà di questo indirizzo deriva anche agli illustri avventori che nel corso degli anni hanno frequentato le sue sale.
Info:
www.restaurant-chez-yvonne.net






Leonardo Felician, triestino, giornalista da 40 anni, è uno dei massimi esperti di hotellerie in Italia e scrive anche di enogastronomia e di Food&Beverage. Ha pubblicato più di 6000 articoli su dozzine di testate nazionali, sia web sia su carta. Da 10 anni è uno dei principali contributori di Epulae News con più di 900 articoli pubblicati.