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L’arte dell’ospitalità tra tradizione e innovazione

Intervista a Ezio Indiani, General Manager del Principe di Savoia a Milano

di Leonardo Felician

Ezio Indiani, General Manager del Principe di Savoia di Milano, a lungo presidente e oggi delegato italiano dell’influente European Hotel Managers Association-EHMA, è una delle voci più autorevoli dell’hotellerie di lusso in campo internazionale. Con un palmarès che spazia in grandi alberghi di molte capitali, ha lasciato vent’anni fa Ginevra per raccogliere una fantastica sfida: dirigere l’albergo più importante di Milano appena entrato nella Dorchester Collection, una selezionatissima collezione di pochi grandi alberghi internazionali nel segmento dell’extra-luxury.

Sotto la sua guida, il Principe di Savoia ha saputo evolversi mantenendo intatto il proprio fascino. Gli spazi storici sono stati restaurati con rispetto, mentre le nuove tecnologie sono state integrate in modo discreto, offrendo comfort moderni senza alterare l’atmosfera classica. L’importante è stato non snaturare l’anima del luogo che oggi punta anche sulla sostenibilità come nuova frontiera dell’ospitalità di lusso, perché Dorchester è anche pioniere nell’ambito della sostenibilità e della responsabilità sociale, con iniziative volte alla riduzione dell’impatto ambientale e programmi di inclusione e sviluppo del personale. Questo è uno degli aspetti a cui Ezio Indiani ha dedicato e dedica più attenzione, promuovendo attività di formazione dei futuri direttori di albergo strutturata con un programma di mentoring e affiancata da una certificazione su base volontaria dei direttori.

Una vera leadership consiste nel valorizzare il talento e a formare le future generazioni di professionisti dell’ospitalità, argomento trattato anche in sede EHMA, anche perché la figura del manager alberghiero è profondamente cambiata negli ultimi anni: oggi servono competenze imprenditoriali, digitali e una sensibilità spiccata verso inclusione e ambiente: il manager non è più solo il volto dell’hotel, è il regista di un ecosistema complesso che deve marciare perfettamente, un risultato che si ottiene soltanto motivando costantemente le persone sia nel settore dell’hotellerie, sia in quello della ristorazione e della convegnistica che rappresentano una parte importantissima del fatturato per una struttura alberghiera, soprattutto nelle grandi città.

Il successo di un albergo non è mai definitivo, bisogna lavorare ogni giorno per mantenerlo. E la chiave risiede nella cura maniacale del servizio e nell’attenzione estrema ai dettagli, in un’epoca in cui la concorrenza viene portata da due fronti, da un lato dall’estensione continua delle grandi catene alberghiere internazionali pigliatutto, che omogeneizzano e snaturano il servizio, dall’altra da normative troppo permissive verso la diffusione di AirBnB. «L’ospite oggi cerca autenticità e personalizzazione», sottolinea Indiani, evidenziando come solo una formazione continua del personale e un’innovazione mirata permettano di mantenere elevati gli standard senza tradire l’identità storica della struttura.

Con la sua esperienza internazionale, Indiani nota le sfumature che differenziano la clientela: se il viaggiatore globale cerca esperienze uniche e standard impeccabili, il cliente italiano pone un’attenzione particolare alla qualità della cucina e alla genuinità del servizio. Ma entrambi, secondo lui, desiderano sentirsi coccolati e riconosciuti. Avendo avuto modo di vivere in prima persona il cambiamento di Milano dopo l’Expo del 2015, Indiani vede Milano come una città in forte ascesa nel panorama turistico internazionale, trainata da moda, design ed eventi di rilievo. «Ora dobbiamo mantenere alta la qualità dell’offerta», avverte, intravedendo grandi opportunità ma anche nuove sfide. E ai giovani che aspirano a entrare nel mondo dell’hotellerie e intraprendere questa difficile, ma motivante carriera, Indiani offre un consiglio chiaro che si sintetizza in una sola parola: «Passione».

Info: www.dorchestercollection.com/it/milan/hotel-principe-di-savoia