Incontro internazionale
Linee guida verso il riconoscimento del Piede Franco
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23 Gennaio parco del Fusaro Napoli
La Casina Vanvitelliana, sita su un’isoletta del lago Fusaro
Si è svolto questa mattina a Napoli un interessantissimo incontro internazionale organizzato dal Comitato Italiano per la Tutela del Piede Franco presieduto da Silvano Ceolin e coordinato dalla vicepresidente Adele Munaretto e dal delegato per la Campania, Cosimo Orlacchio in collaborazione con l’associazione francese Francs de Pied presieduta da Loïc PASQUET. La riunione ha visto la partecipazione di produttori, giornalisti ricercatori, enologi, sommelier provenienti da diversi paesi tra cui Francia, Spagna, Svizzera, Grecia, Turchia, Argentina e diversi territori italiani dalla Val D’ Aosta, al Trentino, al Lazio, alla Basilicata, alla Campania, alla Sardegna.
Da destra verso sinistra: Adele Munaretto (vicepresidente Comitato Nazionale per la Tutela del Piede Franco) Mariano Murru (delegato Regione Sardegna) Silvano Ceolin ( presidente) Erica Verona (rappresentante Comunità del Carignano)
La Sardegna è stata rappresentata da Mariano Murru Presidente Assoenologi Sardegna, delegato della Regione Sardegna del Comitato Nazionale per la Tutela del Piede Franco, insieme a Erica Verona, titolare dell‘ azienda “La Scogliera” e rappresentante della Comunità del Carignano a Piede Franco dell’Isola di Sant’Antioco .
Un incontro di straordinario importanza che ha permesso di conoscere tantissime realtà diverse, ma allo stesso tempo accomunate da un unico obiettivo:
Salvaguardare le vigne a Piede Franco e la loro biodiversità, il paesaggio e le tradizioni dei territori, che grazie alla presenza dei terreni sabbiosi, vulcanici o per le notevoli altitudini, sono sopravvissuti alla tragedia della fillossera che nella seconda metà dell’ottocento distrusse quasi totalmente i vigneti europei .
Durante la mattinata si è parlato dei territori Dove è diffusa la vite a Piede Franco, delle forme di allevamento e di propagazione, dei vitigni interessati, dei vini che si producono,delle differenze qualitative tra i vini delle viti a Piede Franco e quelli da viti innestate , della differente longevità, della diversa resistenza alle malattie, delle difficoltà normative per i nuovi impianti, ma soprattutto di come raggiungere il riconoscimento tanto ambito del Patrimonio UNESCO, che permetterebbe di raggiungere la notorietà necessaria per tutelare e salvaguardare questo patrimonio di storia di tradizioni e di biodiversità di grandissima importanza.
La Sardegna, come ha sottolineato Mariano Murru, vanta una storia antichissima, una biodiversità che non ha eguali in Italia, e una superficie vitata a Piede Franco di oltre 400 ettari con l’Isola di Sant’Antioco, il Sulcis e il territorio di Badesi tra i più rappresentativi, (ma si trovano vigneti a Piede Franco in tutta l’isola) ponendosi tra le regioni di maggior rilievo sia in Italia sia in Europa. Una giusta battaglia dove la Sardegna può e deve dire la sua per un riconoscimento che aiuterebbe i produttori, ma anche le comunità con un circolo virtuoso che porterebbe ad una cura maggiore del territorio e del paesaggio rendendolo più sostenibile, accessibile e accogliente per un turismo destagionalizzato in grado di dare nuova linfa, economia e orgoglio a un popolo troppo spesso bistrattato.
Erica Verona, rappresentante della Comunità del Carignano a Piede Franco dell’Isola di Sant’Antioco e Mariano Murru Presidente Assoenologi Sardegna, delegato per la Regione Sardegna del Comitato Nazionale per la Tutela del Piede Franco.
Per la rappresentante della Comunità del Carignano a Piede Franco dell’Isola di Sant’Antioco, Erica Verona “il riconoscimento Unesco può portare grandi benefici a produttori, comunità, ambiente e paesaggio”.
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