
Suggerimenti pratici nati dall’osservazione sul campo per valorizzare l’immagine aziendale con coerenza e professionalità
di Leonardo Felician
Nel mondo dei prodotti agricoli, del vino, ma anche dell’olio o della pasta, dove la passione per la tradizione si sposa con l’eccellenza artigianale, molte piccole aziende produttrici commettono un errore cruciale: dedicano tutto il loro impegno alla produzione di prodotti straordinari, ma trascurano completamente la propria immagine professionale.
Questo disallineamento diventa particolarmente evidente per i produttori di vini durante eventi di portata notevole come il Vinitaly di Verona, dove un biglietto da visita sciatto può vanificare anni di lavoro in vigna e in cantina e trasmettere ai buyer nazionali e internazionali di passaggio allo stand un’immagine di qualità non aderente alla realtà del lavoro dell’azienda. Per questa ragione, va bene fidarsi dei consulenti di immagine, delle agenzie di comunicazione e degli esperti, ma va ancora meglio controllare il loro lavoro.
Il paradosso della qualità: grandi vini, immagine approssimativa
Le piccole cantine italiane sono spesso custodi di tradizioni secolari e produttrici di vini di altissima qualità. Tuttavia, quando si tratta di presentarsi al mercato, molte di esse dimostrano una preoccupante superficialità. Il problema non risiede nella mancanza di risorse economiche, ma in una sottovalutazione sistematica dell’importanza della comunicazione visiva e dell’identità aziendale.
Durante le fiere di settore, non è raro assistere a scene paradossali: produttori che presentano vini eccezionali accompagnandoli con biglietti da visita stampati in casa, siti web obsoleti o mal funzionanti e in taluni casi addirittura inesistenti, o peggio ancora, rimandando esclusivamente ai propri profili Facebook o Instagram, come nelle chiacchiere tra ragazzini. Questa contraddizione tra qualità del prodotto e qualità della comunicazione può compromettere seriamente le opportunità commerciali, soprattutto con buyer stranieri abituati a standard professionali elevati.
Il biglietto da visita: ancora essenziale nell’era digitale
Nonostante il mondo sia da tempo nell’era della digitalizzazione, il biglietto da visita mantiene un ruolo fondamentale nelle relazioni commerciali del settore vinicolo: giust’appunto è il “biglietto da visita” dell’azienda. Questa importanza è particolarmente evidente quando ci si rivolge a buyer non giovanissimi o provenienti da mercati internazionali, dove il rituale dello scambio del biglietto conserva un valore simbolico e pratico significativo: i giapponesi, come noto, lo porgono sempre con due mani e con un inchino.
Un biglietto da visita professionale comunica immediatamente serietà, stabilità e attenzione ai dettagli. Al contrario, un biglietto approssimativo può far sorgere dubbi sulla professionalità dell’azienda e, per estensione, sulla qualità dei suoi prodotti. È un meccanismo psicologico automatico: se un’azienda non cura la propria immagine, come può curare adeguatamente la produzione proprio del vino?
L’analisi dei biglietti da visita delle piccole cantine rivela una serie di errori ricorrenti, alcuni dei quali particolarmente gravi dal punto di vista dell’immagine aziendale. Per questa ragione è utile proporre una checklist, senza pretese di esaustività o di verità, ciascuno ha la propria sensibilità e le proprie convinzioni in materia.
Errori di design e leggibilità
Uno degli errori più frequenti è l’eccesso di informazioni. Molti produttori cercano di inserire nel biglietto ogni possibile dettaglio aziendale, creando un risultato caotico e poco professionale. Il biglietto da visita deve contenere solo le informazioni essenziali: nome, ruolo, azienda, telefono, email e sito web. I QR code portano via tanto spazio e non danno nulla più del sito web che è più comodo da consultare quando si è seduti davanti al proprio desktop. I loghi di Linkedin, Facebook, Instagram portano via spazio, distraggono l’attenzione e fanno pubblicità a questi social media e non all’azienda. Le citazioni, la storia di famiglia o altro vanno bene in un sito web, ma sono del tutto fuori luogo in un biglietto da visita.
Altrettanto problematici sono i caratteri difficili da leggere: font bizzarri, inusuali o difficili da leggere, colori strani, dimensioni inadeguate o contrasti insufficienti tra testo e sfondo. Questi errori, oltre a compromettere la leggibilità, trasmettono un’immagine di dilettantismo che può essere fatale nelle relazioni commerciali.
Il problema delle comunicazioni obsolete
Un errore grave, ancora sorprendentemente comune, è l’indicazione del numero di fax sul biglietto da visita. Questa tecnologia è morta da tempo e la sua presenza su un biglietto da visita moderno comunica immediatamente che l’azienda è rimasta indietro.
Il fax ha iniziato il suo declino verso la fine degli anni ’90 con la diffusione di internet e dell’email, ma il punto di svolta definitivo si può collocare intorno al 2005-2010. In questo periodo l’email è diventata lo standard assoluto per le comunicazioni commerciali in ogni settore merceologico e l’uso del fax si è rapidamente ridotto a casi molto specifici.
Oggi il fax sopravvive principalmente in alcuni settori molto regolamentati (sanità, settore legale, alcune procedure burocratiche) dove esistono ancora normative che lo richiedono o lo riconoscono come forma di comunicazione ufficiale. Tuttavia, anche in questi ambiti si sta assistendo a una progressiva digitalizzazione. Nel mondo di oggi dominato dalla tecnologia esiste una startup al mondo che indichi ancora il numero di fax?
Nel contesto delle piccole aziende vinicole e delle relazioni commerciali in generale, il fax è effettivamente “morto” da almeno 15 anni. Indicarlo su un biglietto da visita nel 2025 è anacronistico quanto mettere il numero del telex, che la maggior parte delle persone nemmeno sa più cosa sia stato, ma era la forma di comunicazione più diffusa tra le grandissime aziende di tutto il mondo fino al 1980 circa.
Allo stesso modo, dati burocratici come “SDI”, “CU” o “Codice Destinatario” non devono trovar posto su un biglietto da visita ben fatto. Queste sigle, incomprensibili ai più, appesantiscono inutilmente il design e confondono il destinatario.
Email e domini: l’importanza della coerenza professionale
Uno degli aspetti che tradisce immediatamente il livello di professionalità di un’azienda è la gestione degli indirizzi email. Utilizzare indirizzi su domini generici come Gmail, Hotmail, Virgilio o Libero per le comunicazioni di un’azienda è un errore grave che comunica immediatamente hobbismo piuttosto che serietà imprenditoriale. Lo stesso succede quando nell’email si indica il solo nome di battesimo: ad es. [email protected] è un indirizzo da dare agli amici, non da responsabile commerciale di un’azienda. Meglio indicare solo il cognome e meglio ancora nome.cognome.
Ogni azienda seria deve disporre del proprio dominio internet, e tutti gli indirizzi email devono essere coerenti con esso. Avere email con domini diversi, o peggio ancora mescolare indirizzi professionali e generici, crea confusione e mina la credibilità aziendale. E tanto più breve è il nome, tanto meglio è: a volte si leggono indirizzi anche da 30 o 40 caratteri del tipo nomeaziendasrlsocietaagricola@…..
Da evitare se possibile anche la ripetizione di una vocale, come la “a” nell’esempio precedente. Va ricordato che le vocali accentate non esistono negli indirizzi email, che seguono uno standard internazionale, e che un indirizzo email corretto va scritto sempre tutto minuscolo. Questa stessa regola vale anche per i siti web.
Informazioni geografiche: precisione e completezza
Sorprendentemente, molti biglietti da visita di piccole cantine mancano di informazioni geografiche complete. Non si sa nemmeno da che regione provengano, a meno di non avere a memoria i prefissi telefonici di tutta Italia, ammesso che ci sia almeno un numero di telefono fisso. L’assenza del comune di residenza, del CAP o della provincia può creare difficoltà pratiche, soprattutto per buyer internazionali che devono localizzare geograficamente l’azienda. Per i vini è di particolare importanza, perché magari interessano vitigni di regione specifiche e ritrovandosi in tasca dopo una fiera decine di biglietti da visita è fondamentale sapere al primo sguardo in che parte d’Italia l’azienda si trova.
Il numero di telefono
Indicare esclusivamente un numero di cellulare può trasmettere un’immagine di precarietà. Un numero fisso, oltre ad essere più facilmente memorizzabile, comunica stabilità e dimensioni aziendali più strutturate. Inoltre, per i contatti internazionali, è fondamentale includere sempre il prefisso internazionale (+39 per l’Italia).
Il costo dell’immagine trascurata
Questi errori, apparentemente minori, possono avere conseguenze economiche significative. Un buyer internazionale che riceve un biglietto da visita poco professionale potrebbe decidere di non approfondire la conoscenza dell’azienda, perdendo così opportunità commerciali potenzialmente importanti.
La soluzione non richiede investimenti enormi: disporre di un dominio professionale costa pochi euro al mese, così come la stampa di biglietti da visita di qualità. L’investimento in un’immagine coordinata professionale è rapidamente ammortizzabile attraverso le opportunità commerciali che può generare.
Verso una comunicazione all’altezza del prodotto
Le piccole cantine italiane hanno tutto il potenziale per competere sui mercati internazionali più esigenti. I loro vini spesso superano in qualità quelli di aziende molto più grandi e strutturate. Tuttavia, per trasformare questa eccellenza produttiva in successo commerciale, è indispensabile dedicare alla comunicazione e all’immagine aziendale la stessa cura maniacale riservata alla produzione del vino.
Un biglietto da visita professionale è solo il primo passo di questo percorso, ma è un passo fondamentale. Rappresenta il primo contatto tangibile che un potenziale cliente ha con l’azienda, e come tale deve trasmettere tutti i valori di eccellenza, tradizione e professionalità che caratterizzano il mondo del vino italiano.
L’immagine aziendale non è un vezzo estetico, ma va considerato un serio strumento commerciale. Nel mercato globale del vino, dove la concorrenza è feroce e le prime impressioni contano, non ci si può permettere di trascurare nessun dettaglio. Ogni elemento della comunicazione aziendale, dal biglietto da visita al sito web, deve essere all’altezza della qualità del prodotto che rappresenta.
I tre errori proprio da evitare
E in conclusione, per chi va alle fiere ci sono tre errori da evitare accuratamente, veri e propri autogol di comunicazione. Il primo è non produrre biglietti da visita e offrire invece a chi li chiede un pesante dépliant: fastidioso per l’ingombro e il peso rifilato al Cliente e al tempo stesso più costoso per l’azienda: una soluzione che vede entrambi perdenti, anziché come si usa dire win-win.
Il secondo è aver esaurito i biglietti da visita e dover scrivere su un pezzettino di carta i recapiti: immagine che definire dilettantistica è un complimento. Il terzo, forse l’errore peggiore, è un biglietto da visita mancante di indirizzo email. Se il biglietto serve per creare un contatto, l’assenza dei recapiti completi lo rende risibile. Per chiedere un’informazione non tutti hanno desiderio di telefonare, impiegando molto più tempo, trovando spesso assente o occupato e dovendo in ogni caso comunicare il proprio numero di telefono, che magari desiderano mantenere riservato. E’ molto più semplice mandare una email. In mancanza dell’indirizzo email, il biglietto da visita ricevuto scivola velocemente dalla tasca nel cestino.

Leonardo Felician, triestino, giornalista da 40 anni, è uno dei massimi esperti di hotellerie in Italia e scrive anche di enogastronomia e di Food&Beverage. Ha pubblicato più di 6000 articoli su dozzine di testate nazionali, sia web sia su carta. Da 10 anni è uno dei principali contributori di Epulae News con più di 900 articoli pubblicati.