Marsala Florio: tradizione, cultura e gusto. Written by Bruna Iacuzzi

Marsala Florio: tradizione, cultura e gusto.

“Sa cosa vuole, riesce perfino a vederlo, non un baglio, una masseria come quelle che popolano le campagne siciliane, ma un’azienda simile a quelle inglesi, con un grande cortile centrale e i depositi intorno…La luce entra dai portali e dagli abbaini; sopra di lui, un soffitto altissimo, scandito da archi di tufo. L’aria è impregnata di mare e sale.”

Stefania Auci, nel libro I Leoni di Sicilia, riesce a descrivere l’anima della cantina Florio a Marsala; uno stabilimento imponente, di fronte al mare, degno dell’importanza acquisita durante gli anni dalla Famiglia Florio.

La cantina, fondata nel 1833 è visitabile solo su appuntamento e veniamo accolti dall’enologo Tommaso Maggio.
All’ ingresso della cantina c’è un antica botte, enorme, dai lati leggermente schiacciati, che veniva usata alla fine dell’ ottocento. Sulla destra, in una teca, sono esposte alcune foto che ritraggono i primi lavoratori della tenuta intenti ad imbottigliare.

Proseguendo, un enorme corridoio: sulla destra sono esposti numerosi fucili donati dai Garibaldini per gli aiuti ricevuti; sulla sinistra 3 porte che conducono a tre cantine (Cantina Donna Franca, Cantina Garibaldi and Cantina Florio) dove si trovano più di cinque milioni di litri di Marsala in botti di rovere e quercia, la cui più antica risale al 1933. Le cantine, caratterizzate da un aria salmastra e un pavimento di tufo, si trovano a 95 metri dal mare e si allungano per un totale di 165 metri con un leggero dislivello; per questo, la cantina ha diverse temperature e umidità. Vicino al mare diminuisce la temperatura e aumenta l’umidità. Allontanandosi dal mare aumenta la temperatura e diminuisce l’ umidità ed è compito dell’ enologo sistemare le botti in base a a ciò di cui il Marsala ha bisogno.

Il Marsala viene prodotto da una vinificazione più estrema della caratteristica uva grillo controllata dalle sapienti mani di Tommaso Maggio che trova l’equilibrio perfetto tra pressatura, maturazione, sur lie e Angel share ossia la quantità di liquido evaporata durante l’ affinamento in botte.
Il Marsala viene classificato in diverse tipologie in base a colore, zucchero, anni di affinamento in legno e tipologia di concia.

Dopo averci mostrato le cantine e spiegato il processo di produzione del Marsala, Tommaso Maggio ci porta in una delle bellissime sale degustazione dove assaggiamo due Marsala. Entrambi fanno parte di una linea delle cantine Florio in cui le etichette raccontano la storia del vino dalla raccolta, al passaggio nelle varie botti e cantine, alla bottiglia.

Il primo, il Marsala Vergine Riserva VR308, fortificato nel 2008 con 13 anni di affinamento in fusti di rovere da 20 ettolitri, posizionati a 108 metri dal mare nella cantina Garibaldi. Questo Marsala ha un 19% di Angel share, un bellissimo colore dorato, e al naso regala forti note di macchia mediterranea e di fiori bianchi, tra cui spicca il gelsomino. Al palato ricorda tantissimo la salinità del “mare”; è un Marsala sapido e fresco che si abbina bene a formaggi burrosi o crostini con burro di Normandia e acciughe del Cantabrico.

Il secondo Marsala che proviamo è il Marsala Semisecco Superiore riserva SR2715 del 2015. Questo Marsala viene affinato nella cantina Garibaldi per 6 anni in botti di rovere a 160 metri dal mare. Ha un Angel share del 22% e si presenta con un bellissimo color ambra dai riflessi rossi. Al naso è vanigliato con leggeri sentori di pellame conciato e al palato si concede, dolce e sapido, perfetto come vino da meditazione o anche in abbinamento a formaggi stagionati o erborinati.

La cantina Florio è senza dubbio bellissima e maestosa, e degna della fama della famiglia che la costruì. I prodotti che producono sono di altissimo livello e vengono richiesti in tutto il mondo, specialmente in America. Se visitate la zona di Marsala è un azienda da non fare assolutamente mancare nel proprio itinerario.