Nonostante la campagna di commercializzazione dell’arancia di Ribera Dop Riberella non si è ancora conclusa il presidente del Consorzio di Tutela Peppe Pasciuta manifesta la sua soddisfazione per l’andamento produttivo e commerciale.
Come sta andando la campagna di commercializzazione?
“La campagna sta andando discretamente bene. Purtroppo, da qualche giorno stiamo notando una cascola anomala di alcuni frutti che genera un po’ di preoccupazione tra i produttori. Per il resto, il prezzo si mantiene e il prodotto non trova nessun ostacoli sul mercato. Rispetto all’anno scorso il prezzo ha registrato un aumento del 5% in più, una tendenza di crescita che si manifesta da almeno 10 anni, portando il prodotto (naturalmente in campagna) dai 25 centesimi del 2010 agli attuali 50 centesimi”. Prezzi all’origine confermati anche da ISMEA.
L’arancia di Ribera Dop
L’arancia di Ribera Dop Riberella si conferma un fiore all’occhiello dell’agrumicoltura siciliana, con una crescita in termini qualitativi e commerciali davvero eccezionale. ”Una crescita che è arrivata lentamente ma che continuata con un’espansione e l’acquisizione di nuovi clienti della GdO, la crescita delle vendite on-line da parte dei produttori e la rete dei piccoli produttori che vendono direttamente le arance nei mercati del centro nord Italia e all’estero con una migliore distribuzione del prodotto su tutto il territorio nazionale e l’interesse ad utilizzare l’arancia di Ribera DOP da parte di diversi operatori per la trasformazione in spremute, succhi e marmellate a marchio. Si registra, infatti, l’ingresso di nuove aziende non solo siciliane che utilizzano l’arancia di Ribera DOP per la trasformazione in succhi, spremute e marmellate. Tale incremento testimonia ancora di più un interesse particolare del mercato per la nostra produzione. Con il riconoscimento da parte del Ministero delle Politiche Agricole, il Consorzio in collaborazione con l’Istituto per la repressioni frodi della Sicilia, ha avviato iniziative di tutela e vigilanza attraverso i propri agenti vigilatori che hanno permesso di controllare e verificare il circuito della Denominazione sia nel territorio che nei mercati nazionali”. A parte la preoccupazione della cascola il prodotto ha risentito delle condizione climatiche avverse? Come l’andamento pluviometrico, la siccità, ecc. La produzione ha confermato una qualità eccellente sia sotto il profilo organolettico sia di quello estetico; le pezzature si presentano medie, la qualcosa si sta dimostrando vincente riguardo la commercializzazione, poiché le grosse pezzature trovano difficoltà sul mercato. La produzione ha risentito dalle condizioni climatiche, soprattutto per la scarsa piovosità, fortunatamente il consorzio irriguo Agrigento ha assicurato l’approvvigionamento e salvato l’annata agraria”.
L’arancia costituisce per Ribera un volano di sviluppo?
“Il prodotto prosegue l’espansione commerciale sui mercati nazionali e internazionali; oggi Ribera e le terre del Verdura, con la sua arancia di Ribera DOP Riberella rappresenta una importante realtà nel panorama agrumicolo nazionale e europea, presente sia nella Grande Distribuzione Organizzata che nei mercati ortofrutticoli, nazionali e stranieri. Un successo che arrivato grazie al minuzioso lavoro dei produttori e degli operatori commerciali che sono riusciti a fare apprezzare soprattutto l’arancia di Ribera biologica. Il prezzo che spunta annualmente sta facendo tornare soprattutto i giovani alla coltivazione dell’arancio. La possibilità di commercializzazione attraverso e-commerce ha ampliato le modalità di commercializzazione. In tanti cercano terre d’acquistare per impiantare agrumeti, la qualcosa fa ben sperare, pensando anche ad un’ottica di ripresa territoriale. Inoltre, si è assistito all’aumento delle superfici ad arancio, da ettari 5900 nel 2008 a 6.400 di oggi; l’insediamento di decine di giovani in agrumicoltura; la nascita di nuovi stabilimenti aziendali per la lavorazione delle arance; il notevole crescita del numero di operatori per la vendita di arance on-line; l’aumento degli iscritti alla filiera certificata e delle produzioni certificate DOP e Riberella; la produttività e redditività delle produzioni di qualità.
Cosa occorre per far diventare Ribera un punto di riferimento forte?
Oggi si può certamente affermare che la nostra arancia ha ottenuto un traguardo di notorietà mai raggiunto. Grazie alle diverse iniziative di comunicazione, promozione e di tutela hanno favorito l’interesse da parte di molti operatori commerciali e dei consumatori. La partecipazione alle principali manifestazioni fieristiche nazionali ed internazionali hanno favorito maggiore sostegno alle aziende per l’export, ricercando nuovi potenziali clienti, favorendo l’incontro con gli operatori, le associazioni di categoria e le altre Istituzioni operanti nel settore al fine di costruire rapporti, sinergie e interazioni finalizzate alla commercializzazione.L’ulteriore crescita dei nostri operatori e produttori deve passare attraverso una politica del “fare sistema”, di una forte organizzazione capace di rafforzare l’associazionistico. Rafforzare questa rete di produzione permetterà all’Arancia di Ribera DOP di affrontare ancora meglio le sfide dei mercati e di migliorare e garantire un reddito adeguato ai numerosi produttori di un comprensorio agrumicolo che investe il territorio di 14 comuni ed in cui l’arancia rappresenta una tra le più importanti, se non l’unica, risorsa economica. Il territorio, i produttori, gli operatori e il Consorzio stanno credendo sull’Arancia di Ribera, perché oggi rappresenta uno dei pochi investimenti produttivi e redditizi.
Agronomo, storico dell’enogastronomia mediterranea, scrittore e giornalista. E’ stato presidente regionale dell’ARGA, Associazione Regionale dei Giornalisti esperti in agricoltura, ambiente, agroalimentare, turismo rurale, pesca e territorio, organo di specializzazione della Federazione Nazionale della Stampa, scrive per diverse testate giornalistiche nazionali. E’ presidente regionale e vicepresidente nazionale dell’Accademia Internazionale Epulae, segretario generale della Federazione Internazionale dei Giornalisti e Scrittori di Turismo (Flai – Fijet). Ha insegnato Enogastronomia, Vitivinicoltura, Agroalimentare e Turismo Rurale (Terza area) presso gli Istituti Professionali Alberghieri ed Agrari: Paolo Borsellino di Palermo, Ugo Mursia, Sen. G. di Molinari di Sciacca e Calogero Don Vincenti di Bisacquino, nonché in diversi corsi di formazione di Enti Professionali. E’ stato componente come giurato di diverse gare enogastronomiche a carattere nazionale.
Ha al suo attivo diverse pubblicazioni come: I prodotti dell’Isola del sole, Sicilia Rurale, Guida all’Agriturismo siciliano, edizione 2007 e 2008, La Sicilia a cavallo, Sicilia the Excelland, Guida alle agevolazioni contributive e creditizie in agricoltura, per conto della Regione Siciliana; La Riserva Naturale Orientata dei Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio; La Riserva Naturale Orientata di Monte Carcaci; La Riserva Naturale Orientata di Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco, per l’Istituto Poligrafico Europeo; Il Parco dei Monti Sicani, Edizione Sikana Progetti d’Arte; I pani votivi di S. Giuseppe a Chiusa Sclafani e la mostra etnografica di Palermo (1891/92), Ispe Archimede; Atlante del pane di Sicilia, per il Consorzio “Gian Pietro Ballatore”; Cento e più idee per valorizzare le aree rurali, Ed. Ispe Archimede; Cuscus: Storia, cultura e gastronomia, Casa Editrice AGRA Roma; I frutti di Sicilia nell’opera di Gianbecchina con testi di Mario Liberto, Andrea Camilleri, Maria Luisa Spezzani, per il Consorzio Agrario di Palermo; Legumi: gioielli d’Italia, Casa Editrice AGRA Roma; La cucina dei Monsù nel Regno delle Due Sicilie, Ed. Kalòs; Couscous Koinè culturale dei popoli, Ed. Kalòs; Legumi sostenibili: buoni per buongustai, vegetariani e vegani.