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“Reno d’Oro” Reportage nel Rheingau del Riesling

Photo credit: se: VDP: ©VDP Deutschland

A Merve, assistente speciale di un mondo profumato
di Francesco Piccat

“Potu quidem vini avidissime desiderant; idque sola inopia prohibetur.”TACITO, Germania, 23“Desiderano il vino con grandissima avidità; solo la mancanza glielo impedisce.”

Quando Tacito annota queste parole, nel I secolo, il Reno non è ancora la culla del vino europeo. Nelle terre che osserva, il vino non si produce: arriva da altrove, merce desiderata e rarefatta. Eppure, proprio su quel fiume che per Tacito è confine culturale, inizia una trasformazione che rovescerà per sempre il rapporto tra Germania e vite.

Secondo i documenti storici, è dal 50 a.C. che i Romani introducono la viticoltura nella Germania occidentale, impiantando vigneti sulle rive del Reno e della Mosella. Non si limitano a coltivare: nel 330 costruiscono a Treviri cantine che sopravvivono ancora, ponte visibile tra antichità e produzione moderna.

Dopo la caduta dell’Impero, la vite rischia l’oblio. Non scompare: si concentra, si irrigidisce, come certe discipline monastiche.E si fortifica. Nel XII secolo, i monaci borgognoni e cistercensi fondano monasteri come Eberbach (1136) e Marienthal (1137) e piantano sistematicamente nuovi vigneti, modellando i pendii in paesaggi vitati coerenti e riconoscibili. Sono loro a scegliere i siti migliori, gli orientamenti, i suoli: i primi embrioni dei cru dell’Europa centrale.

In questo scenario nasce il vitigno che diventerà il simbolo del Reno. La prima menzione documentata del Riesling appare il 13 marzo 1435 a Rüsselsheim. Poi, nel 1720, il principe abate Constantine di Fulda decreta che a Johannisberg si possa coltivare solo Riesling: una scelta che definisce per sempre l’identità della regione.

Ma il Rheingau non è soltanto storia umana: è anche un fatto geografico unico.I documenti ricordano che, all’altezza di Wiesbaden, il Reno devia il suo corso naturale: invece di scorrere da sud a nord, piega bruscamente verso ovest per circa 30 km. Questa torsione crea una sequenza di pendii esposti a sud, un orientamento raro a queste latitudini e ideale per la maturazione dell’uva. A proteggere la regione c’è la barriera naturale del Taunus: ne derivano un clima mite (circa 10,6°C annui), 1.600 ore di sole e precipitazioni attorno ai 500 mm l’anno. Un microclima irripetibile.

Anche i suoli sono un mosaico complesso:

  • ardesia e fillite nei settori occidentali, a Rüdesheim e Lorch;
  • loess e sabbie nella parte centrale;
  • quarzite del Taunus e gneiss nelle alture di Hallgarten e Kiedrich.

Su questi terreni il Riesling — vitigno a lenta maturazione, naturalmente dotato di acidità elevata e di aromi di mela, pesca, albicocca, con possibili note minerali e petrolate in evoluzione — trova la sua forma più completa: dai secchi più tesi ai Prädikat più raffinati.

È qui che avviene il rovesciamento: il vino, da “bene desiderato ma assente” per i Germani di Tacito, diventa l’emblema stesso della regione. Nel XIX secolo i documenti lo citano come uno dei vini più ricercati e costosi d’Europa, alla pari dei grandi Bordeaux e Borgogna. Poi il Novecento porta guerre, crisi, ricostruzioni. Ma dagli anni Novanta una nuova fase, la Riesling Renaissance, riporta al centro la qualità, le selezioni da singoli vigneti, l’espressività dei cru.

Oggi, tutte queste stratificazioni — romane, monastiche, climatiche, geologiche, culturali — convergono nel Rheingau. Qui il Riesling non è soltanto un vitigno: è una forma di memoria, la traduzione agricola di un paesaggio, la testimonianza vivente di quel destino che Tacito non avrebbe potuto prevedere.

È in questo contesto che inizia il mio viaggio attraverso tre realtà emblematiche del Rheingau: Wegeler, Leitz e Georg Breuer. E l’incontro con tre persone — Julian, Klara e Teresa — che, insieme ai vini, ne sono diventate il cuore narrativo.

I. Weingüter Wegeler – La nobiltà del tempo

Julian e il Riesling come patrimonio culturale

Entrare da Wegeler significa compiere un passo in una dimensione diversa, dove la continuità non è un concetto ma un odore, un suono, una temperatura. I soffitti in legno scuro, le nicchie scolpite dal tempo, le botti segnate dall’uso: tutto in questo luogo sembra parlare una lingua lenta, riflessiva.

Julian mi accoglie con un sorriso sottile, quello di chi non ha bisogno di impressionare: gli basta aprire una porta, stappare una bottiglia, mostrare un’etichetta per raccontare un secolo e mezzo di memoria.

Photo credit: ©Sandra Fehr f. Heroes of Riesling

La storia di Weingüter Wegeler comincia nel 1882, quando Julius Wegeler, commerciante di vino e Sekt, decide di fondare la cantina e di investire nelle colline del Rheingau. Il suo intuito lo porta non solo a costruire un’azienda, ma a stabilire una cultura: Wegeler diventerà presto sinonimo di Riesling classico, di cru storici, di integrità. Negli anni, la famiglia acquisisce parcelle fondamentali sia nel Rheingau sia in Mosella, e Julius stesso ricoprirà un ruolo chiave come presidente del sindacato dei viticoltori tedeschi tra il 1893 e il 1905.

Photo credit: ©Sandra Fehr f. Heroes of Riesling

Oggi la cantina è guidata dalla quarta generazione, e conserva lo stesso respiro ampio, la stessa serietà, la stessa dedizione alla precisione che l’ha resa una delle voci più autorevoli della regione.

Julian è il volto contemporaneo di questo passato. Sa dosare parole e dettagli. Mi racconta la geografia del Rheingau senza sovraccaricare, lasciando che siano i vini a completare ciò che non dice. E i vini, nella line-up del giorno, sono un mosaico esemplare: Berg Schlossberg, Rothenberg, Morscherberg, Jesuitengarten — nomi che sono storia prima ancora di essere aromi.

Photo credit: ©VDP Deutschland
Photo credit: ©VDP Deutschland
Photo credit: ©VDP Deutschland

La degustazione dei Grosse Lage 2023 rivela l’ossatura del Rheingau: verticalità, frutta nitida, pietra, profondità luminosa. Poi arriva il Berg Rottland 2015, oro liquido di memoria e pazienza.È un vino che sa trattenere il tempo, come il luogo in cui nasce.

Photo credit: ©VDP Deutschland

E mentre Julian mi accompagna tra bottiglie, annate e piccoli racconti, mi accorgo che Wegeler non è soltanto una cantina: è la forma classica del Rheingau, quella che tiene insieme passato e presente senza fare rumore.

II. Leitz – L’energia del presente

Klara e la trasparenza come modernità

Se Wegeler è un archivio vivente, Leitz è un laboratorio d’aria e luce. L’impatto visivo è immediato: superfici chiare, geometrie essenziali, bottiglie disposte come strumenti di un’orchestra moderna.

Klara appare subito perfettamente in sintonia con questo ambiente. Parla con sicurezza ma senza rigidità, come se stesse traducendo in parole la filosofia della casa: chiarezza, autenticità, leggibilità.

Photo credit: ©Florian Kresse 

La storia di Leitz è più antica di quanto sembri. La famiglia è attiva dal 1744, ma la svolta arriva con Johannes Leitz, che trasforma l’azienda in una delle realtà più dinamiche del Rheingau. La sua visione — ribadita in numerosi articoli internazionali — è quella di un Riesling che deve parlare sia al territorio sia al mondo: pulito, scolpito, preciso.

Nel 1996 Leitz entra nel VDP, un riconoscimento che conferma la ricerca costante della qualità. I suoi vini conquistano l’attenzione internazionale anche grazie alla capacità di Johannes di raccontare il suolo: quarzite, ardesia, pendenze intervallate da terrazze, parcelle come Berg Roseneck, Berg Rottland, Berg Kaisersteinfels.

Photo credir: ©Florian Kresse 

Photo credir: ©Florian Kresse

Klara incarna questa modernità con naturalezza. Mi mostra una batteria di vini imponente, organizzata come una carta geografica. Le versioni senza alcol, oggi essenziali nei mercati globali, rimangono sullo sfondo. Lei sceglie di guidarmi nella parte più profonda della filosofia Leitz: il Riesling in purezza.

Photo credit: ©Florian Kresse 

E allora ecco EINS-ZWEI-DRY, che apre come un prologo chiaro e dritto; Dragonstone, aromatico e vellutato; Magic Mountain, più stratificato.Poi si sale di tono: i secchi di Rüdesheim, i grandi cru, le versioni alte.La differenza di suolo diventa musica: arenaria, quarzite, ardesia.Berg Roseneck, ampio e luminoso.Berg Kaisersteinfels, affilato come una lama.Kaisersteinfels Alte Reben, il più profondo e meditativo.Berg Schlossberg, dove potenza e finezza si incontrano.

Photo credit: ©Florian Kresse 

Leitz è questo: un Rheingau che si apre al mondo senza perdere identità.E Klara è la sua traduttrice più limpida. Con lei tutto diventa chiaro: il Riesling può essere tradizionale e moderno allo stesso tempo, se non perde la sua voce.

III. Georg Breuer – L’anima sottile del Rheingau

Teresa e la delicatezza come visione

Da Breuer il ritmo cambia, e lo percepisco subito.La cantina non mi avvolge: si ritira appena, come per invitarmi a concentrarmi. I muri bianchi, la luce diffusa, l’arredamento essenziale: tutto ha la funzione di togliere, non di aggiungere. È una scelta estetica consapevole, che coincide con la storia stessa della cantina.

Fondata nel 1880, Georg Breuer trova la sua identità moderna con Bernhard Breuer, uno degli artefici della rinascita qualitativa del Riesling tedesco. Bernhard è stato un sostenitore accanito del concetto di cru, un difensore della longevità del Riesling e un ambasciatore del Rheingau nel mondo.La sua eredità oggi è portata avanti da Theresa Breuer, figura autorevole della nuova generazione del Rheingau, esempio di rigore, sensibilità e visione.

La filosofia della cantina è nota: verticalità, trasparenza, longevità, nessuna concessione al superfluo. Breuer è l’antitesi del vino costruito: cerca il suolo, la struttura minerale, l’energia interiore.È una cantina che non rincorre le mode, non si lascia sedurre dalla potenza, non cerca il consenso facile. Ha scelto, da decenni, la strada più difficile: la purezza.

E Teresa, la persona che mi accompagna nella degustazione ,questa purezza la incarna in ogni gesto.Non spiega troppo: lascia respirare il vino.Non cerca di convincermi: mi invita a percepire.

Quando arriva il Pfaffenwies 2022, capisco che l’eleganza può essere un sussurro.Il Berg Roseneck 2022 è una scheggia di quarzite liquida: verticale, netta, assoluta.Il Terra Montosa 2021 è l’armonia personificata: la somma di parti diverse che trovano un equilibrio perfetto.Le versioni Trocken, più lineari, confermano che qui la base è sempre un punto di partenza serio.

Breuer è importante perché rappresenta la coscienza intima del Rheingau: quella parte del territorio che decide di non impressionare, ma di approfondire.Un Rheingau che non alza mai la voce, e proprio per questo non smette di parlare.

E grazie a Teresa, alla sua calma, alla sua chiarezza, al suo ascolto, capisco che il Riesling può essere così: un vino che non vuole sedurre, ma convincere.Con profondità, con misura e con onestà.

Il Rheingau è un coro, non un solista

Dopo tre cantine, tre stili, decine di bicchieri e conversazioni, una cosa appare evidente: il Rheingau non è un territorio, è un dialogo.Con Julian, il Riesling diventa memoria.Con Klara, gesto contemporaneo.Con Teresa, rarefazione essenziale.

Sono tre capitoli della stessa lingua, parlata da un vitigno che nel Rheingau trova la sua grammatica migliore.

E mentre il fiume scorre lento, sotto un cielo che annuncia l’inverno, nel calice rimane la sensazione unica che solo il Riesling sa dare: la certezza che la verità non è mai una sola, ma la somma di più voci.

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BOX TECNICI – VINI DEGUSTATI

(Weingüter Wegeler – Weingut Leitz – Georg Breuer)

I. WEINGÜTER WEGELER – GUIDA ANALITICA COMPLETA

4. VDP.Ortswein

2024 Oestricher Riesling

L’Oestrich 2024 colpisce per la sua linearità. È un vino che vive di equilibrio, dove ogni elemento è al suo posto senza cercare protagonismo. Il profilo è quello di un Riesling di riva sinistra: mela verde, sfumature di pera, un accenno di agrume chiaro e una mineralità soffusa, più gessosa che rocciosa. Il vino è corretto, nitido, senza sorprese né cedimenti. Proprio così: un Ortswein che fa il suo dovere, offrendo un ritratto didattico del comune.

Se ami i Riesling sottili, freschi, dritti e senza eccessi aromatici, questo Oestrich è quello che ti darà soddisfazione.

2023 Oestricher Riesling

Il 2023, complice un’annata più ricca, mostra una maggiore maturità. Il frutto si fa più deciso, pesca bianca, lime, anche un filo di melone, e il sorso si allarga, guadagnando corpo e una piccola, piacevole morbidezza.

Se preferisci un Riesling che mantenga freschezza ma aggiunga un tocco di succo e rotondità, il 2023 è la scelta da considerare.

2024 Geisenheimer Kabinett

Il Geisenheimer Kabinett 2024 è un esempio notevole di equilibrio tra dolcezza e acidità. L’approccio è più morbido, con note di pesca e fiori bianchi, ma la freschezza lo sostiene con un passo deciso. La combinazione che piace: è un vino che coccola senza mai diventare stucchevole, grazie a un’acidità molto viva.

Se ami i Riesling con un residuo zuccherino misurato, aromatici ma mai pesanti, questo Kabinett è perfetto.

2023 Geisenheimer Kabinett

Più maturo, più dolce, più morbido. La tua nota “15” a fianco sembra riferirsi alla percezione zuccherina più evidente. Il profilo è più succoso: pesca matura, melone bianco, un tocco floreale quasi tropicale. Meno vibrante del 2024, ma più goloso.

Se cerchi un Kabinett più fruttato, accessibile, gourmand, il 2023 è ideale.

2024 Rüdesheimer Riesling

Il Rüdesheimer è sempre più verticale, perché il pendio spinge naturalmente verso l’acidità e la mineralità. Il 2024 conferma questa identità: agrumi, pietra bagnata, una lama acida che struttura il sorso. È un Ortswein serio, con un’identità precisa.

Se ami i Riesling asciutti, tesi, con chiara impronta minerale, questo vino è una scelta eccellente.

2023 Rüdesheimer Riesling

Annata più calda, vino più largo. Qui il sito di Rüdesheim si esprime con frutto più maturo, acidità leggermente più dolce, rotondità in ingresso. Alta gradevolezza

Se preferisci un Rüdesheim più rotondo e meno tagliente, il 2023 ti piacerà molto.

2022 Geheimrat J Riesling

Il 2022 è uno dei più equilibrati. Al naso troviamo agrumi, erbe aromatiche, un sottile tocco di pesca non matura. La bocca è dritta, viva, ma non aggressiva. È un Geheimrat J che punta sulla purezza più che sulla potenza.

Se ami i Riesling importanti ma non opulenti, eleganti senza gridare, il 2022 ti conquisterà.

2017 Geheimrat J

Ha più profondità, più complessità. L’evoluzione comincia ad affiorare: miele chiaro, fiori secchi, pietra focaia. Il sorso è più ampio, ma l’acidità rimane viva, la finezza evolutiva si sprigiona al primo istantte.

Se ami i Riesling che iniziano a evolversi, ma senza perdere freschezza, questo 2017 è perfetto.

2012 Geheimrat J (Late Release)

Qui entriamo nel territorio del Riesling maturo. Note di idrocarburo elegante, frutta gialla in confettura, scorza d’arancia candita, miele chiaro. Va quasi caraffato. Il bouquet si apre lentamente e con equilibrio.

Se ami i grandi Riesling evoluti, complessi, profondi, questo 2012 è un vino da meditazione.

2013 Geheimrat J

Il 2013 è una delle annate più grandi degli ultimi vent’anni. Il vino è già complesso, ma mostra una struttura acida impressionante. Ha ancora molto futuro davanti: pietra, erbe, agrume scuro, un corpo pieno ma non pesante.

Se ami i Riesling monumentali, capaci di evolvere per decenni, il 2013 è la scelta più ambiziosa.

6. Vintage Collection

2015 Berg Rottland Riesling Spätlese

La Spätlese 2015 è il prototipo del Riesling dolce bilanciato. Miele, albicocca essiccata, un accenno di zafferano e la famosa “nota petrolata” in forma elegante. La bocca è luminosa, mai stucchevole.

Per chi cerca dolcezza equilibrata da acidità viva, la 2015 offre un piacere luminoso, mai opulento.

2010 Rothenberg Beerenauslese

Qui entriamo nei territori più rari. La botrytis è nobile, cremosa, perfetta. Il profilo è un mosaico di miele scuro, albicocca matura, fico, zenzero. Si produce solo quando la muffa è impeccabile.

Per chi colleziona dolci concentrati e rari, la 2010 è una gemma di botrytis pura.

1995 Lenchen Riesling Auslese

Più eterea, più contemplativa. Incenso, tè, scorza candita, miele chiaro. Bocca morbida ma sostenuta da una freschezza sorprendente.

Per chi cerca la complessità matura, questa Auslese si apre come un vino da meditazione, sottile e aromatico.

1990 Rothenberg Auslese

Più calda, più vellutata, più rotonda rispetto alla 1995. Ricorda miele di castagno, albicocca secca, tè nero leggero. Un vino da meditazione pura.

Per chi apprezza la morbidezza evoluta e un tocco decadente, il 1990 offre un fascino vellutato, quasi crepuscolare.

II. WEINGUT LEITZ – GUIDA ANALITICA COMPLETA (versione editoriale integrata)

Weingut Leitz è una delle cantine che meglio rappresentano la contemporaneità del Rheingau: vini nitidi, rigorosi, definiti da una precisione stilistica che parte dal frutto e si struttura nella mineralità. Non esiste mai ridondanza aromatica: ogni vino sembra scolpito più che costruito, e la progressione da Gutswein a Grosses Gewächs è di una coerenza quasi didattica.

1. GUTSWEIN – L’essenza della casa

EINS-ZWEI-DRY Riesling

Il Riesling che apre la gamma è limpido, diretto, immediato nel migliore dei sensi. Al naso si alternano mela verde, pera croccante e un’idea di lime. Il sorso è fresco, giovane, vibrante, con una mineralità sottile che sostiene la beva senza mai imporla. È un vino “trasparente”: mostra esattamente ciò che Leitz considera essenziale in un Riesling quotidiano, senza trucchi né forzature.

Se ami i Riesling secchi, lineari, freschi e perfetti come compagno quotidiano, questo vino ti soddisferà pienamente.

Chardonnay G

Lo Chardonnay secondo Leitz è una lettura leggerissima: nulla di tropicale, nulla di burroso, nulla di vanigliato. Solo frutto croccante—mela verde, lime, fiori bianchi—sorretto da un’acidità affilata. La bocca è tesa, verticale, pura, lontanissima dai modelli internazionali.

Se ami gli Chardonnay più freschi e minerali, senza legni evidenti e senza frutto maturo, questa bottiglia è ideale.

2. ORTSWEIN – Il carattere dei villaggi

Rüdesheimer Riesling

Rüdesheim dà sempre vini più ampi, più corposi, più profondi. Si avverte una struttura importante: mela gialla, lime maturo, pesca bianca, e una mineralità più scura, quasi ferrosa. In bocca la sensazione è piena, decisa, compatta. Un Ortswein di personalità.

Se ami i Riesling più strutturati, con volume e presenza, questo è il villaggio giusto per te.

Rüdesheimer Hinterhaus

Rispetto al Rüdesheimer classico, Hinterhaus è più aereo, più floreale, più leggero. La frutta vira su pera e fiori bianchi, il sorso è più sottile, meno “muscoloso”, più giocato sugli aromi delicati che sulla forza.

Se ami i Riesling eleganti, fini, più floreali che fruttati, Hinterhaus saprà conquistarti.

Rauenthaler Riesling

Qui domina la freschezza. Limone, bergamotto, scorza verde, una mineralità affilata e quasi “salina”. Il sorso è molto teso, magro, agile, con un’acidità luminosa. È uno dei Riesling più “alti” e nordici della gamma.

Se ami i Riesling agrumati, sottili, affilati, che scivolano con eleganza senza mai pesare, questo vino è ideale.

3. Magic Mountain – L’idea di complessità secondo Leitz

Magic Mountain Riesling

Una cuvée che punta alla stratificazione più che al sito. Pesca bianca, erbe officinali, fiori di campo, una vena speziata chiarissima che emerge con la temperatura. Il sorso è pieno, articolato, complesso ma mai pesante. È un Riesling in cui la frutta e la struttura cercano un equilibrio meditativo.

Se ami i Riesling complessi, maturi, ricchi ma sempre controllati, Magic Mountain risponde perfettamente a questo stile.

4. GROSSES GEWÄCHS – I Crus di Rüdesheim

Berg Roseneck GG

Roseneck è il più voluminoso dei cru: ampio, denso, ricco. Il naso è un mosaico di pesca matura, lime caldo, erbe aromatiche. La bocca è solida, piena, con una spinta minerale larga più che verticale. È un vino che si muove con potenza controllata.

Se ami i Riesling importanti, con corpo, frutto maturo e grande presenza, Roseneck è il tuo cru.

Berg Rottland GG

Più fruttato, più elegante, meno muscolare. Rottland è un cru che parla la lingua della frutta gialla e delle erbe fresche, senza mai cedere allo zucchero. È raffinato, composto, equilibrato. La mineralità qui è pulita, quasi “bianca”.

Se ami i Riesling equilibrati, definiti e fruttati senza essere opulenti, Rottland è la scelta migliore.

Berg Schlossberg GG

Il cru iconico. Qui la quarzite si sente chiaramente: agrumi affilati, energia acida, una pulsazione minerale quasi elettrica. Bocca lunghissima, tesa, precisa. È un vino che vive di verticalità e profondità.

Se ami i Riesling più austeri, rocciosi, complessi e costruiti per durare, Schlossberg ti darà enormi soddisfazioni.

Berg Kaisersteinfels GG

Il più severo e radicale. Aromi sottilissimi, quasi timidi: scorza di lime, erbe bianche, pietra fredda. Il sorso è una lama: magro, affilato, puro. Nessun eccesso, nessuna concessione aromatica. Un Riesling che sembra scolpito nella roccia.

Se ami i Riesling più estremi, tesi, verticali e assolutamente non aromatici, Kaisersteinfels è un’esperienza unica.

Kaisersteinfels Alte Reben GG

La versione da vigne vecchie aggiunge profondità: stessa austerità, ma più strati, più lunghezza, più intensità minerale. Il finale è lunghissimo, salino, quasi “metallico” nel senso migliore.

Se ami i Riesling profondi, stratificati e con un potenziale di invecchiamento straordinario, Alte Reben è un vino da mettere via.

5. Edelsüß – La Dolcezza secondo Leitz

Dragonstone (Feinherb)

Aromi limpidi di pesca bianca, mela gialla, fiori. La dolcezza è leggerissima, appena un velo che arrotonda il sorso e lo rende amichevole. È un vino pensato per essere bevuto senza troppi pensieri.

Se ami i semidolci leggeri, perfetti con cucina asiatica o speziata, Dragonstone è un alleato ideale.

Drachenstein (Edelsüß)

Qui il mondo cambia: la botrytis è nobile e fine. Note di miele chiaro, albicocca matura, zenzero. La bocca è più cremosa, più avvolgente, ma l’acidità tiene tutto in equilibrio. È un dolce che non pesa mai.

Se ami i vini dolci veri, complessi, con muffa nobile e grande equilibrio, Drachenstein è da provare.

III. GEORG BREUER – GUIDA ANALITICA COMPLETA

Weingut Georg Breuer è la cantina più introspettiva tra quelle visitate. Qui il Riesling non è soltanto interpretato: è distillato. Ogni vino sembra sottrarre, invece che aggiungere. Ogni scelta stilistica è un passo verso la purezza.Non c’è mai frutto gridato, mai una nota superflua. E ciò che resta è essenziale come un tratto di matita ben posato.

Breuer è una cantina che, più delle altre, chiede attenzione. Non si impone: si rivela.E la guida analitica ai suoi vini non può che rispecchiare questa logica.

1. PFAFFENWIES – La finezza come identità

Pfaffenwies Riesling 2023

Pfaffenwies è uno dei vini più sorprendenti dell’intera degustazione. Il profilo aromatico si muove tra la mela verde croccante, la pera fresca, le erbe bianche e un accenno di lime. Il frutto è netto ma mai espansivo: tutto è filtrato, condensato, essenziale. In bocca è un vino dall’equilibrio esemplare: fresco, salino, vibrante, con un allungo finissimo.

La presenza tannica — rarissima da percepire in un Riesling — qui è delicatissima, appena un soffio, ma conferisce una struttura quasi “orchidea”, elegante e sorprendente. La tensione è continua, il finale pulitissimo.Perfetta anche la sensazione di “vento”: una leggerezza dinamica che dà la sensazione che il vino non stia mai fermo, come se una corrente lo attraversasse.

Se ami i Riesling fini, sottili, eleganti, con una freschezza affilata e una purezza assoluta, Pfaffenwies sarà uno dei tuoi preferiti.

2. BERG ROSENECK – Verticalità pura

Berg Roseneck Riesling 2022

La versione Breuer di Roseneck è diversa da quella di Leitz: meno ampia, meno solare, più sottile. Qui il frutto è appena accennato: lime, mela verde, scorza di agrume, fiori bianchi. Tutto sussurrato.La bocca è una lama: dritta, veloce, precisa, con una mineralità tagliente che ricorda la pietra spaccata. È un Riesling che parla più di vento e roccia che di frutto.

Il sorso vibra e si allunga senza mai cedere. È un vino che potresti immaginare “freddo”, non emotivo: invece è profondamente sensibile, solo che parla piano.Impossibile non notare la totale assenza di “aromi bouquet-style”: zero esotico, zero mieloso, zero floreale eccessivo. È un vino che rifiuta il trucco.

Se ami i Riesling verticali, asciutti, affilati, con una mineralità rigorosa e una precisione totale, Berg Roseneck ti emozionerà.

3. TERRA MONTOSA – L’armonia come filosofia

Terra Montosa Riesling 2021

Terra Montosa è l’unione dei migliori siti di Breuer. Non è un vino “minore”: è un manifesto.Il profilo aromatico è più ampio rispetto ai singoli cru: pesca bianca, erbe officinali, agrume maturo, un accenno di fiore giallo. Ma ciò che colpisce è la bocca: un intreccio perfetto di freschezza, mineralità, profondità e morbidezza naturale del frutto.

È un vino gastronomico, nel senso più bello: un Riesling che sta bene a tavola, che accompagna, che si apre lentamente e cresce con il cibo.L’equilibrio è la sua qualità principale: nessun eccesso, nessuna durezza, nessun residuo fuori posto. Un vino “pensato” per essere armonia.

Se ami i Riesling equilibrati, versatili, profondi ma non aggressivi, Terra Montosa è la scelta più intelligente.

4. I RIESLING VILLAGE – Il carattere dei siti secondo Breuer

Rüdesheimer Riesling

Interpretato da Breuer, il Rüdesheimer è sorprendentemente magro, severo e diretto. Non c’è alcuna concessione a morbidezze o frutti rotondi. Il profilo è agrumato e minerale, quasi tagliente.Il sorso è scattante, più stretto rispetto alla versione di Leitz: un vino che vive di essenzialità.

Se ami i Riesling più tesi e secchi, quelli che non cercano mai il sorriso facile, questo Rüdesheim è una splendida scelta.

Rauenthaler Riesling

Più profondo, più “serio”, più complesso. Unisce freschezza e una struttura naturale che gli dà un corpo importante. Nel bicchiere si alternano frutto bianco, lime, pietra bagnata e una certa ampiezza che deriva dal sito.Il sorso è largo ma sempre molto pulito, rigoroso, senza sbavature.

Se ami i Riesling strutturati, con corpo e mineralità insieme, il Rauenthaler è perfetto.

Lorch Riesling

Lorch è il più “acquatico” dei village: aromi di mela verde, lime, acqua di sorgente, e una mineralità molto chiara, quasi marina. È un vino sottile, scattante, con una freschezza altissima.Il sorso è una corrente: rapido, vibrante, molto verticale.

Se ami i Riesling più freschi, più magri, quasi “nordici” nello stile, il Lorch è quello che fa per te.

5. I RIESLING BASE – La sottrazione come scelta estetica

GB Sauvage

Un Riesling secco, agilissimo, quasi danzante. Aromi di lime, mela verde, erbe. Bocca tesa, leggerissima, nitida. È un vino che punta tutto sulla vitalità, senza cercare corpo o struttura.

Se ami i Riesling più scattanti, leggeri, essenziali, questa è la scelta più immediata.

GB Estate / “Estate” Riesling

Un Riesling che privilegia la semplicità elegante: mela verde, pera, fiori bianchi. Il sorso è diretto, lineare. Ha quella purezza che caratterizza l’intera cantina: nessun frutto esotico, nessuna dolcezza, nessuna morbidezza inutile.

Se cerchi un Riesling semplice ma fatto con precisione maniacale, Estate è un compagno perfetto.

GB Charm

Una versione più morbida e rotonda, ma sempre molto pulita. Qui emergono pesca bianca, limone più maturo, un filo di rotondità naturale che non pesa. È un Riesling che accompagna con discrezione.

Se ami i bianchi soffici ma sempre freschi e senza zuccheri evidenti, questa interpretazione è ideale.

6. NOBLE SWEET – La dolcezza quando la natura lo permette

Auslese & Goldkapsel (annate disponibili)

Le Auslese di Breuer hanno uno stile preciso: non sono mai opulente o stucchevoli. La botrytis è sempre pulita. Aromi di miele, albicocca matura, zenzero, fiori gialli.La bocca è luminosa, viva, sorretta da un’acidità netta che evita ogni pesantezza.

Sono vini prodotti solo quando le condizioni sono perfette: se la muffa nobile non è impeccabile, il vino non si fa. Questo è un segno di integrità rara.

Se ami i vini dolci eleganti, profondi, bilanciati da una grande freschezza, le Auslese e le Goldkapsel di Breuer sono da non perdere.

7. SPARKLING

Breuer Brut Riesling

Un metodo classico essenziale, agrumato, molto secco. Mela verde, lime, crosta di pane molto leggera. Bollicina fine, sorso affilato. È uno spumante che segue la filosofia della casa: nitidezza senza orpelli.

Per chi preferisce spumanti asciutti e cristallini, il Brut privilegia tensione e nitidezza, senza cremosità superflua.

Breuer Brut 2018

Più profondo rispetto alla versione base. Qui emergono note di pesca bianca matura, mandorla fresca, lievito fine. La bocca è più ampia ma sempre asciutta. Ha una presenza che lo rende ottimo anche a tavola.

Per chi cerca un metodo classico complesso e gastronomico, il Brut 2018 offre ampiezza controllata e rigore minerale.

Oggi, se Tacito potesse affacciarsi su queste rive, non parlerebbe più di popoli avidi di vino ma privi di vigne. Vedrebbe un fiume che non è soltanto un confine, ma una spina dorsale di colline coltivate, cantine vive, bicchieri che raccontano secoli. Il Reno d’Oro non è il colore nel calice: è la somma di gesti, mani, scelte, pazienze. È la luce che rimbalza sulle terrazze di Rüdesheim, il silenzio delle botti da Wegeler, il vetro trasparente di Leitz, il sussurro minerale di Breuer. Lasciando il Rheingau, resta un’impressione netta: non siamo noi a scegliere il Riesling, è lui che, per un istante, sceglie di raccontarsi attraverso di noi. E quando il bicchiere è vuoto, il fiume continua a scorrere, portando con sé la promessa di un altro assaggio, un altro inverno, un’altra voce da aggiungere al coro.

Francesco Piccat

Micro-Glossario del Riesling (Rheingau, VDP)

Lessico essenziale del reportage

  • VDP

Associazione storica dei produttori tedeschi di qualità.Difende il concetto di origine.La piramide dei vini nasce da qui, non dalla legge.

  • VDP.Gutswein

Letteralmente: vino della tenuta.La porta d’ingresso allo stile della cantina.Più gesto identitario che semplice base.

  • VDP.Ortswein

Vini legati a un comune specifico.Esprimono un paesaggio riconoscibile: non un vigneto, ma un carattere.È qui che si misura la sensibilità del produttore.

  • VDP.Erste Lage

Simile ai Premier Cru in Francia. Hanno potenziale, ma non pretendono monumentalità.Sono la promessa, non ancora il sigillo.

  • VDP.Grosse Lage

Il singolo vigneto di massima qualità. Simile ai Grand Cru in FranciaNon è soltanto un sito: è un’evidenza geologica, climatica e storica.Il suo nome sta sul vino prima dell’annata o dello stile.

  • GG – Grosses Gewächs

La versione secca dei cru Grosse Lage.Nessun zucchero di conforto: solo territorio scolpito nell’acidità.Sono vini che invecchiano con lentezza e spigoli.

  • Kabinett

Dolcezza moderata, maturità contenuta.È il Riesling più “leggero” solo in apparenza: vive di tensione.La sua eleganza si misura nella sottrazione.

  • Spätlese

Vendemmia tardiva.Più frutto, più densità, più profondità aromatica.Il rischio è la ricchezza: l’arte sta nel bilanciamento.

  • Auslese

Selezione dei grappoli migliori, spesso con muffa nobile.Dolcezza luminosa, mai zuccherina: è materia che respira.Vino da meditazione, non da chiusura.

  • Beerenauslese

Acini selezionati uno a uno, botrytis pura.Non un vino dolce: una concentrazione geografica.Piccola produzione, grande rarità.

  • Botrytis (Muffa nobile)

Non una malattia, ma una metamorfosi.L’acino si contrae, lo zucchero si concentra, gli aromi si scuriscono.La natura che sceglie quando concedersi.