
L’analisi della comunicazione digitale ha messo in luce le maggiori criticità: i social media delle cantine sarde sono risultati poco efficaci, con narrazioni spesso ripetitive e poco accessibili per il target giovane. Analogamente, molti siti web sono non ottimizzati per una user experience moderna e per il posizionamento sui motori di ricerca (SEO). Si registra anche una presenza limitata sulle piattaforme di e-commerce e sui canali di promozione dell’enoturismo.
Il vino, bevanda millenaria, deve affrontare una sfida cruciale: conquistare la Generazione Z. Per rispondere a questa esigenza, il progetto “Cannonau: il vino giovane”, presentato in occasione del Cannonau Likeness International lo scorso 4 novembre a Sa Manifattura di Cagliari, ha svelato risultati sorprendenti su come le cantine sarde debbano ripensare comunicazione, packaging e persino le esperienze enoturistiche per attrarre il pubblico under 25. Il progetto, realizzato dal BrainLab dell’Università Iulm di Milano, supportato da Sardegna ricerche e realizzato in collaborazione con Assoenologi Sardegna, Vinoway e Stevie Kim ( italian wine poadcast), si basa sull’innovativo “Young Wine Neuro-Engagement Index” (YWNEI), un indicatore che combina dati tradizionali di mercato con metriche neuroscientifiche avanzate. L’obiettivo primario è quello di analizzare le aspettative dei giovani verso il vino, migliorare l’attrattività delle cantine e diffondere questo know-how a tutto il settore vitivinicolo italiano.
I risultati del progetto sono stati illustrati da Mara Bellati docente dell’Università di Milano, psicologa e consulente del Centro di ricerca di Neuromarketing Behavior & Brain Lab e Errico Cecchetti direttore del Master in Food and Wine Communication della Iulm.
La fase di analisi ha coinvolto un campione significativo su scala nazionale di 800 giovani dai 18 ai 25 anni (dei quali il 15% di giovani sardi) attraverso questionari online (CAWI) e degustazioni mirate per capire le loro aspettative sui prodotti e sui canali comunicativi. Sono state studiate le reazioni a 20 diverse etichette sarde tramite tecniche all’avanguardia come l’eye-tracking, che consente di seguire lo sguardo, l’elettroencefalogramma (EEG) per l’attività cerebrale, i sensori per il battito cardiaco (HR) e la conduttanza cutanea (PPG), offrendo una visione oggettiva del coinvolgimento emotivo e del neuro-engagement giovanile.
I dati raccolti indicano chiaramente che l’approccio dei giovani è orientato alla curiosità verso nuovi gusti e al desiderio di esperienze dirette e interattive in cantina, piuttosto che alla semplice degustazione. I principali driver di acquisto, insieme al prezzo, sono l’etichetta e il packaging, con una netta preferenza per le etichette semplici e narrative che raccontano una storia autentica del territorio.
Tuttavia, è emersa una scarsa conoscenza del Cannonau tra i giovani non sardi, evidenziando una forte necessità di comunicazione più moderna e mirata, anche perché i giovani prediligono essere guidati nella scelta, cercando informazioni chiare su sentori e abbinamenti.
L’analisi della comunicazione digitale ha messo in luce le maggiori criticità: i social media delle cantine sarde sono risultati poco efficaci, con narrazioni spesso ripetitive e poco accessibili per il target giovane. Analogamente, molti siti web sono non ottimizzati per una user experience moderna e per il posizionamento sui motori di ricerca (SEO). Si registra anche una presenza limitata sulle piattaforme di e-commerce e sui canali di promozione dell’enoturismo.
Il progetto, riconoscendo che il 60% dell’attrattività complessiva è legato all’impatto visivo e sensoriale diretto, mira a rendere il Cannonau e le cantine sarde più accessibili e attraenti per il pubblico giovane, mantenendo e valorizzando al contempo i fondamentali valori di autenticità e qualità che il prodotto rappresenta.

Gianfranco Quartu giornalista e food blogger. Si occupa di storie di cucina, di cibo, alimentazione e food photography. Su Instagram @Cucinieremoderno
