Nella foto di copertina:Angiolino Maule, presidente dell’associazione VinNatur.
Di Fulvio Falbo.
L’arte della viticoltura naturale ha sempre richiesto impegno, ma oggi, con i cambiamenti climatici estremi che stiamo affrontando, è diventata ancora più complessa ed adattarsi a queste nuove condizioni richiede una comprensione approfondita e una grande flessibilità. Angiolino Maule, presidente dell’associazione VinNatur, sottolinea come le zone storicamente vocate alla viticoltura siano meglio equipaggiate per affrontare queste sfide, grazie alla tradizione consolidata e all’adattamento dei vitigni autoctoni. Al contrario, le aree dove la viticoltura è stata introdotta più di recente stanno affrontando difficoltà maggiori, come si è osservato in diverse regioni d’Italia e d’Europa.
Il 2024 si sta rivelando un anno particolarmente impegnativo per i viticoltori, con condizioni meteorologiche estreme che hanno avuto un impatto significativo sul lavoro nei vigneti. Ad esempio, nel nord-ovest dell’Italia, la primavera ha portato piogge abbondanti, con una media di 1500 mm, quasi il doppio rispetto agli anni precedenti, inoltre, questo ha causato problemi fitosanitari, tra cui la peronospora, che ha colpito duramente i vigneti, portando a perdite significative. Nel centro-sud, invece, l’estate è stata caratterizzata da temperature elevate e siccità, che hanno anticipato l’inizio della vendemmia e influenzato la qualità e la quantità delle uve raccolte. La qualità del vino prodotto quest’anno sarà valutabile solo dopo la fermentazione, ma le prime indicazioni suggeriscono una produzione nella norma.
Dal 2006, l’Associazione VinNatur rappresenta un punto di riferimento per i piccoli produttori di vino naturale. Questi viticoltori si impegnano a promuovere un’agricoltura sostenibile, escludendo l’uso di pesticidi, diserbanti e concimi chimici a favore di pratiche naturali. L’associazione ha visto una crescita significativa del numero dei suoi membri, che oggi superano le 300 aziende provenienti da dodici nazioni diverse. VinNatur supporta i suoi associati con attività di formazione continua, convegni, corsi dedicati alla gestione dei vigneti e collaborazioni con esperti agronomi ed entomologi. L’obiettivo è mantenere l’equilibrio dell’ecosistema del vigneto e aumentare la resilienza delle vigne, riducendo così la necessità di interventi chimici.
Un aspetto su cui VinNatur ha posto particolare attenzione è il monitoraggio della biodiversità nei vigneti, con un focus sulla salute dei suoli. Per esempio,l’annata 2023 ha lasciato segni evidenti in questo ambito, con il compattamento del terreno dovuto alle frequenti piogge e ai passaggi dei trattori portando ad una diminuzione della vita microbica e a un generale stato di asfissia del suolo. Tuttavia, i viticoltori che hanno adottato pratiche rispettose dell’equilibrio naturale sono riusciti a mantenere un suolo vivo e sano, dimostrando come una gestione consapevole possa fare la differenza anche in condizioni climatiche difficili.
Maule sottolinea che la viticoltura naturale non è un ritorno a pratiche arcaiche, ma un utilizzo intelligente delle conoscenze scientifiche per migliorare la salute delle vigne e la loro capacità di resistere alle situazioni di stress. Questa filosofia si riflette anche nelle strategie di gestione del suolo, che favoriscono metodi naturali e un uso ridotto della tecnologia per preservare la biodiversità e garantire la longevità del vigneto.
Un esempio di come la viticoltura naturale possa adattarsi ai cambiamenti climatici si trova in Sicilia e in Alsazia, due regioni che stanno vivendo situazioni molto diverse. In Sicilia, la siccità estrema rappresenta una grande sfida per i viticoltori, che devono trovare modi innovativi per mantenere la produzione senza compromettere la qualità del vino. In Alsazia, invece, il cambiamento climatico ha aperto nuove opportunità, come la possibilità di piantare varietà di vite come chenin blanc e vermentino, che fino a poco tempo fa non erano previste nella denominazione regionale. Questo dimostra che, sebbene i cambiamenti climatici rappresentino una sfida, essi possono anche offrire nuove opportunità per i viticoltori disposti ad adattarsi e innovare.
Non tutte le regioni, però, sono in grado di cogliere queste opportunità. Nel Veneto, ad esempio, l’espansione dei vigneti in pianura a scapito delle colline ha aumentato la vulnerabilità ai fenomeni climatici estremi. Questo mette in evidenza l’importanza di una pianificazione territoriale attenta e di una gestione agricola sostenibile, che tenga conto delle specificità locali e della capacità di adattamento dei vitigni.
Nato nel 1975 a Torino, lavora come Sales nel campo dell’Information Technology da oltre 25 anni.
Questa iperspecializzazione tecnica/tecnologica – per contrappasso – ha portato Fulvio ad appassionarsi a tutto quello che ha a che fare con la capacità umana di produrre bellezza e genuinità.
Con queste premesse – complici numerosi viaggi – ha iniziato un percorso di formazione personale e di ricerca in ambito Enogastronomico.
Laureato in Scienze Economiche e Giuridiche con specializzazione in Gastronomia, Ospitalità e Territorio. Da poco è diventato Sommelier del Riso ed ha frequentato corsi per degustazione e abbinamento del vino.
Referente per Torino e Provincia di Epulae Accademia Enogastronomica Internazionale e articolista di Epulae News Food and Wine Web Magazine per l’Italia.