Ad accompagnare la vita dell’uomo sulla terra è stato da sempre il vino. Vittorie e sconfitte, feste e solitudine per ogni occasione il vino ha contraddistinto tutti gli eventi.
Bevanda socializzante per eccellenza, grazie al suo contenuto di alcol, produce evidenti effetti disinibenti, euforizzanti e rilassanti; soddisfa il palato e la mente e la sua ampia disponibilità ne fa una bevanda per tutti, per le classi egemoniche e sottomessi ieri, buongustai e ghiottoni oggi.
Una bevanda che solo da qualche decennio ha assunto connotazioni salutistiche. Molta letteratura scientifica ha accertato che il moderato consumo di vino ha risultati positivi e effetti benefici sul nostro organismo.
Il vino fornisce un buon apporto calorico
L’apporto calorico del vino è dovuto al suo contenuto di alcool, che varia dal 5% al 18%, percentuale dipendente dal contenuto di zuccheri trasformati.
In generale l’alcool, nel suo metabolismo, è in grado di produrre circa 7 kcal per gr. In una dieta ipocalorica (dimagrante) che può andare dalle 1200 alle 1700-1800 kcal giornaliere possono essere contemplate 100-200 calorie dal vino, senza alterare i rapporti tra glucidi, lipidi e proteine. Ai soli fini dell’equivalenza energetica il dietologo-nutrizionista potrebbe quindi paragonare un bicchiere di vino a 30 g di pane o a 100 g di vitello magro. Tuttavia le calorie dell’alcool non possono essere utilizzate direttamente per il lavoro muscolare o per fini plastici, come accade per gli altri nutrienti, ma contribuiscono al metabolismo di base con una contropartita di risparmio rispetto al consumo dei carboidrati, dei grassi e delle proteine”. [1]
Il vino: soluzione idroalcolica
Il vino dal punto di vista nutritivo è poco significativo, infatti, le proteine e lipidi sono pressoché assenti. Purtuttavia, non bisogna considerarlo una semplice miscela di acqua e alcol, con il solo ruolo di apporto calorico, ma piuttosto una soluzione idroalcolica nella quale sono disciolte numerosissime sostanze (se ne conoscono più di 250) responsabili di aroma, colore e gusto. Limitate anche la presenza di vitamine, mentre sono presenti i sali minerali come potassio, ferro magnesio, calcio.
Il colore di un vino è dovuto soprattutto alla presenza di polifenoli, rappresentati in maggior parte da antociani e da tannini nei vini rossi.
Il profumo è determinato da più di 200 composti odorosi che caratterizzano anche in modo rilevante un vino rispetto a un altro. I più importanti sono i terpeni come il linalolo, il geraniolo, il nerolo e il terpineolo.
Il sapore viene determinato dalla presenza di zuccheri, glicerolo e altri alcoli. Poi ancora troviamo acidi organici come l’acido tartarico, l’acido malico e l’acido citrico.
[1] Dott. Vincenzo Longo, Responsabile della Sezione di Pisa dell’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria, CN
Nella composizione chimica notiamo che il vino presenta vitamine del gruppo B, come la B2 o riboflavina, implicata attivamente in reazioni antiossidative del metabolismo
Perché il vino fa bene
Per il prof. Vincenzo Longo: “Un moderato consumo di vino, se inserito nella dieta mediterranea, riduce:
- il rischio di malattie cardiovascolari;
- l’incidenza delle malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer;
- interviene attivamente nel metabolismo di grassi, zuccheri e proteine;
- interviene nella stimolazione della secrezione del succo pancreatico, favorendo quindi l’assimilazione di oli e grassi;
- favorisce l’apporto di iodio all’organismo da parte dei vini soprattutto di produzione costiera e l’apporto di potassio da parte dei vini ricchi di acidità, che predispongono l’organismo per una più efficace eliminazione di urati stimolando proprietà diuretiche;
- grazie alla presenza di cromo è in grado di stimolare la produzione d’insulina diminuendo l’insorgenza di patologie diabetiche;
- il vino esercita azioni stimolanti dell’intestino, aumentandone la capacità elastica e di assorbimento, che favorisce di riflesso una diminuzione del fenomeno di stitichezza (i soggetti che soffrono di colite, trarranno vantaggio dall’assunzione di vini ricchi di tannino che astringe e tonifica la muscolatura intestinale, compresa quella del colon);
- ha proprietà antisettiche nell’apparato gastrointestinale, fluidifica il sangue e stimola la bile contribuendo alla digestione dei grassi;
- aiuta la digestione: “l’alcool contenuto nel vino stimola la secrezione salivare che, grazie ad un enzima chiamato ptialina, ha l’importante compito di prima digestione del cibo ingerito e di scissione di componenti complessi, come ad esempio l’amido;
- riduce il rischio di malattie cardiovascolari: l’alcool contenuto nel vino è in grado di esercitare un’azione protettiva sul sistema cardiovascolare, grazie ai polifenoli, in particolare del trans-resveratrolo, che hanno potere come antiossidanti e quindi modulatori dei processi di invecchiamento cellulare, regolatori, dei livelli di colesterolo e quindi, ad azione antiarteriosclerotica;
- i polifenoli posseggono anche proprietà antiinfiammatoria ed antitumorale.
Inoltre, sempre per il prof. Longo: “il vino risulta ricco di fruttosio, uno zucchero monosaccaride con la proprietà di non essere insulino-dipendente, risultando quindi non dannoso anche per i soggetti diabetici. Il glucosio infatti, altro zucchero presente nel vino, viene utilizzato nel processo di fermentazione alcolica del mosto e la quantità risulta notevolmente ridotta in particolare nei prodotti con presenza minima di residuo zuccherino, quelli genericamente definiti in fase di degustazione come – secchi – “.
Tutto colpa del resveratrolo
Le tante proprietà benefiche del vino vengono attribuite al resveratrolo, in particolare del vino rosso.
“L’analogia della struttura chimica del resveratrolo con quella di un potente estrogeno sintetico ha suggerito la possibilità che possa funzionare come antagonista dell’attività ormonale, in particolare nell’impedire l’assorbimento di estrogeni”.
Dal momento che questi complessi meccanismi sono coinvolti anche nella crescita delle cellule tumorali (per esempio in quelle del tumore al seno), alcune ricerche cercano di capire come sfruttare questa sostanza come possibile integratore dalla funzione antitumorale. E’ necessario però chiarire che tutti questi risultati si sono prodotti “in vitro” vale a dire su colture cellulari e non su organismi superiori. [2]
Da sempre utilizzato nella medicina tradizionale asiatica per curare i disturbi al cuore e al fegato, il resveratrolo svolge numerose attività. Come sostanza antinvecchiamento, è considerato un antiossidante; è attivo contro alcuni radicali liberi e impedisce l’ossidazione del colesterolo LDL. Questo primo effetto è quindi la motivazione di chi sostiene la sua efficacia contro l’invecchiamento e nella riduzione del rischio cardiovascolare.
L’effetto protettivo dei flavonoidi
Pare che il vino rosso, insieme al cioccolato e alle fragole potrebbero fornire uno scudo contro il diabete di tipo 2. L’effetto protettivo è dovuto ai flavonoidi capaci di regolare i livelli di glucosio nel sangue. A sostenerlo, è una ricerca condotta presso la University of East Anglia e il Kings College London e pubblicata su Journal of Nutrition. I flavonoidi sono composti antiossidanti capaci di proteggerci da un’ampia gamma di patologie tra cui i problemi cardiaci, l’ipertensione, alcuni tipi di cancro e la demenza senile. Lo studio ha scoperto che il principale effetto ai salvaguardia deriva dall’assunzione di alte dosi di antociani, presenti in fragole, more, mirtilli e ribes nero. I ricercatori hanno trovato una correlazione tra la loro massiccia presenza nella dieta e bassa insulinoresistenza e una migliore regolazione del glucosio nel sangue. Inoltre, abbassano le infiammazioni che, se croniche, possono condurre a malattie
L’esperto precisa: “Ciò che ancora non sappiamo è l’esatta quantità necessaria perché questi composti possano ridurre il rischio di diabete di tipo 2”.
Cioccolato e vino non sono solo amici – Tim Spector, tra gli autori della ricerca, ha aggiunto: “Alcuni cibi considerati poco salutari come cioccolato o vino possono contenere sostanze benefiche”. Gli esperti, però, concludono: “Ciò che consigliamo per evitare la patologia è uno stile di vita sano e ciò significa fare attività fisica e avere una dieta sana. Ciò include mangiare frutti e vegetali alcuni dei quali, come i frutti di bosco, le mele e le pere, sono ricchi di flavonoidi. Per quanto riguarda vino rosso e cioccolato, che pure li contengono, il nostro consiglio è di limitare il consumo e attendere successive ricerche perché i benefici dei flavonoidi potrebbero essere limitati dalle calorie del cioccolato e dall’alcol del vino”. che influenza la possibilità d incorrere nel diabete di tipo 2.
“Non si conoscono le dosi necessarie” – Aedin Cassidy, autore principale della ricerca, ha detto: “Ci siamo concentrati sui flavonoidi che si trovano in erbe e vegetali come prezzemolo, timo e sedano e sugli antociani che si trovano nei frutti di bosco, nell’uva rossa, nel vino e in altri vegetali di colore rosso o blu”. Cassidy ha aggiunto: “Gli studi di laboratorio hanno mostrato che questi alimenti possono modulare la regolazione di glucosio nel sangue.
Come agisce il vino nel nostro corpo?
La sensazione di calore che segue all’ingestione del vino esprime non tanto l’immediata utilizzazione energetica dell’alcool, quanto la sua azione farmacologica di attivo vaso dilatatore periferico.
Tutte le potenziali attività benefiche del vino sono mediamente prevalenti nei vini rossi rispetto ai vini bianchi. La differenza tra il vino rosso e quello bianco consiste nel fatto che il primo contiene una maggiore concentrazione (circa 20 volte) di composti fenolici e tra questi, di flavonoidi che hanno mostrato avere effetti biologici molto potenti, da 10 a 20 volte superiori a quelli della vitamina E, nel contrastare il meccanismo di innesco del processo arteriosclerotico.
Che non si tratti di un effetto del solo alcol è dimostrato da una recente ricerca danese compiuta per ben 13 anni su un ampio gruppo di popolazione (6071 uomini e 7234 donne); i risultati indicano che un’assunzione bassa o moderata di vino è associata a una minore mortalità per malattie cardiovascolari. Un’assunzione simile di superalcolici, invece, aumenta il rischio mentre un’analoga assunzione di birra non produce alcun effetto.
Attenti alla quantità
L’uso moderato del vino ha degli effetti positivi sulla salute. Viceversa, sono altrettanto noti i danni dell’abuso, con risvolti dal punto di vista sanitario e anche sociale. L’eccessivo consumo di vino infatti provoca danni al fegato e al cervello, con forme di anoressia e malnutrizione, a questi inconvenienti vanno aggiunti gli incidenti causati dalla perdita di lucidità e controllo.
Le Linee guida per una sana e corretta alimentazione indicano il consumo di due bicchieri al giorno per soggetti adulti e uno per le donne, giusto accostamento ad una dieta varia e leggera della classica Dieta mediterranea. E’ consigliabile consumarlo durante i pasti, limitandone invece l’assunzione a stomaco vuoto perché vengono amplificati gli effetti sul cervello. Attenti alle dimensione dei bicchieri; una dose media è all’incirca 150 grammi, il classico bicchiere da cucina.
[2] Bere vino con moderazione fa bene. Allo spirito e al corpo prof. Samir G. Sukkar
Agronomo, storico dell’enogastronomia mediterranea, scrittore e giornalista. E’ stato presidente regionale dell’ARGA, Associazione Regionale dei Giornalisti esperti in agricoltura, ambiente, agroalimentare, turismo rurale, pesca e territorio, organo di specializzazione della Federazione Nazionale della Stampa, scrive per diverse testate giornalistiche nazionali. E’ presidente regionale e vicepresidente nazionale dell’Accademia Internazionale Epulae, segretario generale della Federazione Internazionale dei Giornalisti e Scrittori di Turismo (Flai – Fijet). Ha insegnato Enogastronomia, Vitivinicoltura, Agroalimentare e Turismo Rurale (Terza area) presso gli Istituti Professionali Alberghieri ed Agrari: Paolo Borsellino di Palermo, Ugo Mursia, Sen. G. di Molinari di Sciacca e Calogero Don Vincenti di Bisacquino, nonché in diversi corsi di formazione di Enti Professionali. E’ stato componente come giurato di diverse gare enogastronomiche a carattere nazionale.
Ha al suo attivo diverse pubblicazioni come: I prodotti dell’Isola del sole, Sicilia Rurale, Guida all’Agriturismo siciliano, edizione 2007 e 2008, La Sicilia a cavallo, Sicilia the Excelland, Guida alle agevolazioni contributive e creditizie in agricoltura, per conto della Regione Siciliana; La Riserva Naturale Orientata dei Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio; La Riserva Naturale Orientata di Monte Carcaci; La Riserva Naturale Orientata di Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco, per l’Istituto Poligrafico Europeo; Il Parco dei Monti Sicani, Edizione Sikana Progetti d’Arte; I pani votivi di S. Giuseppe a Chiusa Sclafani e la mostra etnografica di Palermo (1891/92), Ispe Archimede; Atlante del pane di Sicilia, per il Consorzio “Gian Pietro Ballatore”; Cento e più idee per valorizzare le aree rurali, Ed. Ispe Archimede; Cuscus: Storia, cultura e gastronomia, Casa Editrice AGRA Roma; I frutti di Sicilia nell’opera di Gianbecchina con testi di Mario Liberto, Andrea Camilleri, Maria Luisa Spezzani, per il Consorzio Agrario di Palermo; Legumi: gioielli d’Italia, Casa Editrice AGRA Roma; La cucina dei Monsù nel Regno delle Due Sicilie, Ed. Kalòs; Couscous Koinè culturale dei popoli, Ed. Kalòs; Legumi sostenibili: buoni per buongustai, vegetariani e vegani.